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 2011  gennaio 22 Sabato calendario

«QUELLE CLASSI HANNO TROPPI ALUNNI». IL TAR DICE BASTA ALLE «AULE-POLLAIO» —

Dice la legge che nelle nostre scuole c’è un limite al numero di alunni per classe: deroghe comprese 27 alle elementari, 28 alle medie, 30 alle superiori. Dice sempre la legge che la stanza dovrebbe essere grande abbastanza: per ogni alunno poco meno di due metri a disposizione. Il Codacons ha trovato 275 «classi pollaio» che non rispettano queste regole, ha chiesto l’intervento del Tar con uno dei primi esempi di class action, cioè di azione collettiva fatta con un singolo esposto. E ieri il Tribunale amministrativo ha dato ragione all’associazione dei consumatori. Adesso il ministero dell’Istruzione ha 120 giorni di tempo per mettere a punto un piano di riqualificazione dell’edilizia scolastica. Cosa succede? Nell’immediato nulla, perché il ministero presenterà ricorso al Consiglio di Stato. Siamo solo alla prima puntata. Ma al di là degli effetti pratici, la sentenza del Tar tocca una questione importante. Quest’anno, per ridurre i costi, l’obiettivo fissato dalla Finanziaria era di aumentare il rapporto studenti/insegnanti di 0,4 punti. Uno studente in più ogni due professori. E, anche se non direttamente, la sentenza del Tar critica questa tendenza: «Il maggior affollamento delle aule e la relativa inidoneità delle stesse a contenere gli alunni in condizioni di sicurezza, salubrità e vivibilità costituisce implicazioni di carattere strutturale non risolubile attraverso misure di carattere meramente organizzativo, ma unicamente affrontabile attraverso una mirata riqualificazione edilizia degli edifici e delle aule» . Più che il numero dei professori, quindi, il Tribunale amministrativo chiede un intervento sugli edifici: ristrutturazione dei vecchi istituti, costruzione di nuovi, tutto pur di risolvere la situazione. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini parla di «ricorso destituito di ogni fondamento» . Concentrandosi sulle scuole superiori, dove il problema affollamento è più grave, aggiunge che le «classi con più di 30 alunni sono appena lo 0,4%del totale» e sono il «risultato delle preferenze delle famiglie per alcuni istituti o sezioni» . Ma le condizioni disastrose di molte scuole e aule? «Abbiamo già stanziato un miliardo di euro e assegnato una prima tranche di 358 milioni per avviare gli interventi più urgenti» . Il Codacons, invece, canta vittoria: «Ora il ministro Gelmini— dice il presidente Carlo Rienzi — dovrà preparare un piano in grado di rendere sicure le aule ed evitare il formarsi di classi da 35/40 alunni. Se non lo farà saremmo costretti a chiedere la nomina di un commissario che si sostituisca al ministro» . Sostiene il Codacons che «insegnanti e genitori i cui figli sono costretti a studiare in aule pollaio potranno chiedere un risarcimento fino a 2.500 euro in relazione al danno esistenziale subito» . In realtà la strada è tutt’altro che semplice: in Italia la class action non prevede la possibilità di chiedere un risarcimento alla pubblica amministrazione. Sarebbe necessario un altro ricorso, quindi, davanti al Tribunale ordinario. In ogni caso quello di ieri è un segnale importante che arriva alla vigilia di un altro giorno delicato. Proprio oggi scadono i termini per impugnare i contratti a termine da parte dei precari (della scuola ma non solo) che chiedono assunzione a tempo indeterminato e gli scatti di anzianità. Un’altra class action che, dicono Flc, Cgil e Gilda, ha fatto arrivare al ministero dell’Istruzione 40 mila ricorsi.
L. Sal.