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 2011  gennaio 22 Sabato calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 24 GENNAIO 2011

Il destino del governo e forse della legislatura si deciderà nel giro di poche settimane. Forse addirittura di pochi giorni. Stefano Folli: «I nodi stanno venendo al pettine uno dopo l’altro e le elezioni sono ancora più vicine. Non c’è solo lo psicodramma del caso Ruby: tempesta mediatica, prima ancora che giudiziaria, che non dà segni di calmarsi e diffonde malessere tagliando in due l’opinione pubblica. Ora diventa un problema anche il federalismo fiscale, i cui fili si sono all’improvviso ingarbugliati con il “no” dei comuni al testo Calderoli, un “no” che ha ridato spazio al centrosinistra e al “terzo polo” e crea inquietudine nella Lega. Infine c’è il caso Bondi, la mozione di sfiducia contro il ministro dei Beni Culturali che le opposizioni, tutte insieme, sembrano orientate a votare entro la fine del mese. E con i numeri risicati di Montecitorio, numeri che tali restano anche dopo la nascita del “gruppo dei responsabili”, il rischio è notevole». [1]

Indagato per concussione e sfruttamento della prostituzione insieme a Lele Mora, Emilio Fede e alla consigliera regionale del Pdl Nicole Minetti, con un videomessaggio ai Promotori della libertà Silvio Berlusconi ha fatto sapere che non andrà dai giudici di Milano per raccontare la sua versione. Venerdì la decisione è stata ufficializzata con una lettera trasmessa dai suoi avvocati, Niccolò Ghedini e Pietro Longo, al procuratore Edmondo Bruti Liberati. Davide Carlucci: «Quindici righe secche – atto al quale non erano tenuti ma che viene interpretato più che altro come un gesto di cortesia istituzionale – per ribadire la loro strategia difensiva: la procura di Milano non sarebbe competente né dal punto di vista funzionale né dal punto di vista territoriale a indagare sulle vicende che riguardano il presidente del Consiglio». [2]

Liquidando la necessità di un interrogatorio, gli avvocati del Cavaliere hanno lasciato via libera alla Procura per depositare fin da oggi una richiesta formale al gip di giudizio immediato per Berlusconi. [3] La formalizzazione dell’atto potrebbe avvenire tra la fine del mese e i primi di febbraio. Carlucci: «Se il giudice per le indagini preliminari dovesse dire sì, il processo sarebbe istruito, forse anche a porte aperte. Ovviamente, i legali del premier potrebbero contestare la competenza funzionale o territoriale della procura anche in altri momenti, per esempio dopo la sentenza di primo grado, qualora dovesse concludersi con una condanna. Gli avvocati puntano soprattutto sull’incompetenza funzionale, il principio secondo cui il più grave dei reati contestati a Berlusconi, la concussione per aver fatto pressione sulla questura di Milano affinché rilasciasse Ruby, lo riguarda nella sua veste di presidente del Consiglio, e quindi sarebbe materia del tribunale dei ministri». [2]

Ai sensi dell’art. 51 c. 3 quinquies del Codice di procedura penale, in fase di indagine preliminare la competenza per il reato di prostituzione minorile è della Procura Distrettuale, cioè di Milano (Monza è nel Distretto di Milano). Stesso discorso potrebbe valere per la concussione: quello che si voleva ottenere (il rilascio della ragazza) si è realizzato a Milano (se Tizio riceve a Varese la richiesta di dare denaro a un pubblico ufficiale, ma dà il denaro a Milano, la competenza è di Milano). In caso di decreto di giudizio immediato, se la concussione fosse ritenuta sussistente la competenza per tutto sarebbe di Milano vista la connessione tra i due reati e la maggiore gravità della concussione. [4]

Fosse esclusa la concussione, il giudice potrebbe disporre il giudizio immediato per la prostituzione minorile presso il Tribunale di Monza poichè la competenza di Milano riguarda solo la fase delle indagini preliminari, non il giudizio. Quanto al Tribunale dei Ministri, sembra che la Procura non ne ritenga la competenza perchè i reati non sarebbero stati commessi dal Presidente del Consiglio nell’esercizio delle sue funzioni. In ogni caso, il Tribunale dei Ministri competenti sarebbe quello del Distretto di Milano e la Procura di Milano ne sarebbe comunque il referente. [4]

In attesa che la vicenda giudiziaria faccia il suo corso, la settimana scorsa il Popolo delle libertà si è rivolto ai cattolici italiani con una lettera aperta per chiedere loro di «sospendere il giudizio sul presidente del Consiglio» in modo da «non farsi trascinare nella facile trappola del processo mediatico» (firmatari Maurizio Sacconi, Eugenia Roccella, Gaetano Quagliariello, Mario Mauro, Alfredo Mantovano, Maurizio Lupi, Maurizio Gasparri, Roberto Formigoni, Raffaele Calabrò): «Adesso la carcerazione preventiva è stata sostituita dalla gogna preventiva. Si butta nella pubblica piazza con una violenza inusitata la presunta vita privata delle persone (presunta perché contenuti frammentari di intercettazioni e commenti di persone terze non offrono alcuna garanzia di veridicità) e la si chiama “trasparenza”». [5]

Oggi si riunisce ad Ancona il Consiglio Permanente della Cei, la Conferenza episcopale italiana, da cui dovrebbe arrivere un atteso pronunciamento sul caso Ruby. Sarà il cardinale Angelo Bagnasco che, in qualità di presidente, nella prolusione ai lavori parlerà degli avvenimenti che tanto «sconcerto e delusione» hanno generato nelle gerarchie cattoliche e tra i semplici fedeli. Orazio La Rocca: «Non è da escludere che i toni che userà il porporato non saranno per niente teneri. Un segnale si è potuto cogliere già nei giorni scorsi quando il cardinale ha fatto espliciti riferimenti agli editoriali con cui Marco Tarquinio, direttore di Avvenire (il quotidiano cattolico edito dalla Cei), ha stigmatizzato le vicende del premier, invitandolo a fare “subito chiarezza” nelle sedi opportune». [6]

La prospettiva più accreditata Oltretevere non prevederebbe le elezioni anticipate ma uno sganciamento “soft” dal presidente del Consiglio. Giacomo Galeazzi: «Un altro anno di Berlusconi a Palazzo Chigi (con l’approvazione del ddl Calabrò anti-eutanasia e di altri provvedimenti a difesa di vita, famiglia, libera istruzione) poi, scongiurando il ricorso alle urne, il passaggio di mano ad “altro esponente del centrodestra”, in primis Giulio Tremonti. “Meglio terminare la legislatura che scegliere tra un Berlusconi sempre più isolato e una sinistra vendoliana-zapaterista - spiegano in Segreteria di Stato». Benedetto XVI pare avere una particolare stima per Tremonti, “trait d’union” la comune riflessione sulla globalizzazione dell’enciclica sociale Caritas in veritate e del libro La paura e la speranza. [7]

Già sotto processo per corruzione in atti giudiziari nell’affare Mills, frode fiscale per i diritti tv Mediaset (in dibattimento a Milano), appropriazione indebita nell’affare Mediatrade [8], nei sondaggi Berlusconi continua a reggere. Francesco Verderami: «Prima o poi bisognerà capire il motivo per cui “l’elettorato si mostra del tutto impermeabile” alla vicenda. I dati Ipsos che il professor Paolo Natale pubblica su Europa, testimoniano infatti che sebbene “oltre il 70% dell’opinione pubblica” non consideri il Cavaliere vittima di una persecuzione giudiziaria e ne “censuri” il comportamento, non intende poi “punirlo”. Lo scandalo insomma “non fa presa sul livello di fiducia che il governo e la maggioranza hanno da parte degli italiani”. Gli elettori sono “disposti a sostenere ancora” il Cavaliere: un atteggiamento che — secondo il docente alla Statale di Milano— è dovuto alla “mancanza di una credibile alternativa”». [9]

Gli istituti di ricerca concordano sul fatto che il trend politico resta inalterato, che il caso Ruby non ha provocato variazioni nelle intenzioni di voto e negli indici di fiducia. Verderami: «È vero che le rivelazioni sulle notti hard di Berlusconi hanno destato sconcerto soprattutto nell’elettorato cattolico. Ma come il premier ha potuto riscontrare nei suoi amatissimi sondaggi, se le critiche più severe gli giungono proprio dai cattolici praticanti e dalle donne, sono proprio queste due fasce elettorali a garantirgli ancora il consenso più stabile». Nando Pagnoncelli, capo di Ipsos: «Il premier non paga dazio sulle ultime vicende, rischierebbe però di pagare anche queste se in futuro si aggravassero i problemi della crisi economica». [9]

Da quando è esplosa la vicenda Ruby la maggioranza è inevitabilmente imballata. [10] La parola d’ordine della Lega rimane sempre «federalismo o morte», che vuol dire «il voto». [11] La settimana scorsa il governo ha accolto le richieste dei sindaci concedendo altri sette giorni alla Commissione bicamerale sul federalismo fiscale chiamata ad esprimersi sul decreto che riguarda le tasse dei Comuni. Le speranze di convincere il terzo polo sono però ridotte al minimo. Mario Sensini: «I parlamentari fedeli a Fini, Casini e Rutelli, che per primi avevano chiesto tempi di esame più lunghi, venerdì hanno subito rialzato la posta, sollecitando un rinvio di ben sei mesi, al quale il leader Umberto Bossi ha risposto con una sonora pernacchia ai microfoni dei giornalisti». [12] Sergio Chiamparino: «Se vuole portare il federalismo a casa la Lega molli Berlusconi». [13]

«Il Pd è disponibile a sostenere un governo nuovo che affronti i problemi del paese», ha buttato lì Massimo D’Alema [13] Folli: «È illusorio credere che la Lega sia disposta oggi ad allearsi con il Pd. Ma è vero che dopo le elezioni – forse presto – gli scenari e i protagonisti saranno diversi da quelli di oggi». [14] Oltre al federalismo, nei prossimi giorni il governo dovrà affrontare la mozione di sfiducia sul ministro della Cultura Sandro Bondi, in discussione da oggi alla Camera. La maggioranza conta su appena quattro voti di vantaggio, il terzo polo ha proposto una via d’uscita in cinque punti (il Pdl Carlo Giovanardi: «Una mascalzonata»). L’apporto di Iniziativa responsabile, il gruppo parlamentare fondato la settimana scorsa da 21 onorevoli, non mette al riparo da sorprese. Monica Guerzoni: «Uno scambio di battute rubato alla buvette di Montecitorio tra l’“eretico” Pepe e l’ex dipietrista Domenico Scilipoti rivela le ambizioni del gruppo: “Se Berlusconi vuole arrivare a 25 o 26 deve concedere due viceministri e un po’ di sottosegretari...”». [15]

Note: [1] Stefano Folli, Il Sole 24 Ore 21/1; [2] Davide Carlucci, la Repubblica 22/1; [3] Paolo Colonnello, La Stampa 22/1; [4] La Stampa 20/1; [5] D. Mart., Corriere della Sera 22/1; [6] Orazio La Rocca, la Repubblica 22/1; [7] Giacomo Galeazzi, La Stampa 22/1; [8] Giuseppe D’Avanzo, la Repubblica 21/1; [9] Francesco Verderami, Corriere della Sera 22/1; [10] Adalberto Signore, Il Giornale 22/1; [11] Paolo Bracalini, Il Giornale 21/1; [12] Mario Sensini, Corriere della Sera 22/1; [13] Luisa Grion, la Repubblica 22/1; [14] Stefano Folli, Il Sole 24 Ore 22/1; [15] Monica Guerzoni, Corriere della Sera 21/1.