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 2011  gennaio 22 Sabato calendario

Della Valle: «Corriere sotto assedio» - Tra i grandi soci del Corriere della Sera la maretta non si placa

Della Valle: «Corriere sotto assedio» - Tra i grandi soci del Corriere della Sera la maretta non si placa. Diego Della Valle, il patron della Tod’s che detiene il 5,5% di Rcs e siede nel patto di sindacato che controlla il 65%, ha ieri esternato senza peli sulla lingua: «Non mi piace quest’aria continua di assedio che c’è intorno al Corriere e so­prattutto non mi piace vedere che a metterla in piedi è qualcuno che non ha investito nulla e tenta di farlo vede­re come cosa propria». Di chi parla Della Valle? «Credo- aggiunge- che ci sia ancora qualche arzillo vecchietto, unto dal Signore, che bazzica nei no­stri consigli e che pensa che la Rizzoli non sia un’azienda che vada gestita come tutte le altre». Nel consiglio del­la Rcs Quotidiani, rinnovato di recen­te, siedono entrambi i «grandi saggi» del Corriere e della finanza italica: Gianni Bazoli, presidente di Intesa, e Cesare Geronzi, presidente di Genera­li, con il quale Della Valle (che siede anche nel cda di Trieste) ha avuto re­centemente da ridire. Ma la tirata di ieri sembra più rivolta a Bazoli, che al Corriere è vissuto co­me colui che ha raccolto l’eredità del­l’Avvocato nel ruolo di primus inter pares , pur rappresentando una quota di capitale del 5%. Ed è a Bazoli che si imputa,a torto o a ragione,l’appoggio al direttore De Bortoli rispetto agli arti­coli critici pubblicati sulla Fiat che hanno contribuito a creare scontenti tra i soci. Per questo forse Della Valle­che negli ultimi tempi si è distinto per posizioni critiche tra i soci di via Soferi­no, fino a non votare il piano industria­le - si riferiva a lui. Di certo, per De Bortoli si tratta di un elemento di tensione esterna in più, con il quale dover fare i conti. Mentre come noto, all’interno, il direttore ha deciso di giocare tutte le sue carte pro­ponendo alla redazione di organizza­re un referendum per votare «sì» o «no» a un pacchetto unico che com­prende: piano editoriale,piano di me­­diazione del direttore con l’azienda, e fiducia. Una formula irrituale con la quale De Bortoli, che nel presentare la sua idea si è proprio fatto forte delle posizioni critiche del quotidiano con­tro alcuni grandi azionisti, a supporto della propria autonomia, punta a otte­nere un mandato straordinariamen­te forte per trattare con l’azienda il fu­turo del quotidiano e dell’on-line. In caso di sì, il direttore diventerebbe un tutt’uno con la redazione nel rappor­to con l’azienda; in caso di no, si dimet­terebbe. Ma la redazione, almeno ne­gli umori registrati ieri, è molto per­plessa sull’istituzione di un referen­dum, che sarebbe un precedente peri­c­oloso di delega delle proprie preroga­tive sindacali al direttore. Se ne parle­rà in un’assemblea di martedì, che si prevede particolarmente intensa.