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 2011  gennaio 22 Sabato calendario

In 2 milioni a letto con l’influenza Ma si lamentano solo gli uomini - Saranno avanti nelle tec­nologie, ma sulla vita di cop­pia sono alla scoperta dell’ac­qua calda

In 2 milioni a letto con l’influenza Ma si lamentano solo gli uomini - Saranno avanti nelle tec­nologie, ma sulla vita di cop­pia sono alla scoperta dell’ac­qua calda. I sudcoreani han­no trovato conferma scientifi­ca di quello che tutte le mo­glie italiane sanno: gli uomi­ni si lamentano di più quan­do stanno male, anche solo per una banale influenza. La ricerca della Ajou University School of Medicine ha coin­volto ben 1.200 operai di 40 fabbriche sudcoreane e alla fi­ne ha dimostrato la reale esi­stenza della «man flu» cioè dell’influenza maschile. Che in soldoni significa questo: gli uomini reagisco­no diversamente di fronte al­la malattia, enfatizzando i sin­tomi e lamentandosi in mo­do eccessivo. Il virologo italia­no, Fabrizio Pregliasco, con­ferma: il gentil sesso, con la febbre alta, si alza al mattino, prepara i bambini per la scuo­­la, cucina pranzo e cena. E, se c’è tempo, si mette a letto nei ritagli di tempo. Il maschio con la febbre è stremato, dolo­rante e diciamola tutta, mol­to noioso. «Di sicuro gli uomi­ni sono più piagnucolosi quando hanno l’influenza -ammette Pregliasco- non so­no abituati al dolore e questa percezione negativa aumen­ta il loro stress». La conse­guenza? «Cresce il cortisolo ematico, che abbassa le dife­sa immunitarie e fa circolare il virus più liberamente nel­l’organismo. Così colpisce più cellule e la sintomatolo­gia diventa più pesante: un circuito vizioso». Insomma è il gatto che si morde la coda. Dunque, che fare quando improvvisamente a un uomo sale la febbre, le ossa sono do­­loranti, il naso si chiude e arri­va pure una tosse stizzosa? «Non deve farsi prendere dal panico – rassicura Pregliasco – ma vivere serenamente que­st­a fase e curarsi senza imbot­tirsi troppo di medicinali». In pratica, bene aspirina e para­cetamolo per abbassare la febbre alta, ma la temperatu­ra deve rimanere a 37,5 gradi, non va abbattuta del tutto. La dieta mediterranea aiuta a guarire, i probiotici pure e, udite udite, gli esperti hanno rivalutato il brodo di pollo, quello che veniva usato dalle nostre nonne quando i farma­ci erano ancora una roba per ricchi. «Contiene tante protei­ne digeribili – conferma l’esperto - che forniscono aminoacidi necessari a rico­struire le cellule danneggiate dal virus». Fino ad ora l’in­fluenza ha messo a letto circa due milioni di italiani, il dato ufficiale della scorsa settima­na è 1,7 milioni secondo la re­te di sorveglianza Influnet, ma crescono di 350.000 unità in sette giorni. Il picco è previsto tra due settimane e la stima dei mala­ti viaggia tra i 2,5 ai 4 milioni di casi. Febbraio sarà il mese peggiore, dunque, ma a mar­zo la febbre diventerà solo un ricordo. Intanto le vittime le­gate al virus A crescono di giorno in giorno (siamo a quo­ta 12) ma Pregliasco ricorda che rientra tutto nella norma­lità. «Si tratta di soggetti a ri­schio che purtroppo non si so­no vaccinati. Ci si dimentica spesso che ogni stagione in­vernale muoiono per influen­za circa 8000 persone di cui 1000 per complicazioni pol­monari ». Ma, a dispetto dei ri­schi, quest’anno la punturi­na ha richiamato poco. Tra gli anziani c’è stato solo il 60% dei vaccinati rispetto al 75% previsto ma è crollata del 20% anche nei giovani con patologie. Pure i medici continuano a snobbare la vac­cinazione e a volte si trasfor­mano in veri e propri untori in ambulatori e ospedali.