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 2011  gennaio 21 Venerdì calendario

LONDRA METTE IN CAMPO GLI PSICOLOGI ANTIEVASORI


In una stanza di Downing Street si ritrovano tutti i giorni sette funzionari. La loro esistenza sarebbe probabilmente
rimasta segreta, se un giornale londinese, il quotidiano The Independent, non l’avesse scoperta, mettendosi a indagare su quello che fanno. Così è saltato fuori che hanno un nome da fantapolitica, Behavioural Insight Team (Squadra per la comprensione del comportamento), e un obiettivo ambizioso: usare i metodi della psicologia per indurre la gente a fare quello che vuole il governo.
Niente di illegale, in fondo la politica è da sempre l’arte della persuasione occulta. Ma in questo caso non si tratta di «arte». Bensì di scienza. Creata per volere del primo ministro conservatore David Cameron, l’unità si propone di rendere più
«attraenti» le iniziative del governo. Il fine è virtuoso, perlomeno per il momento storico: fare sì che i cittadini paghino regolarmente le tasse, ad esempio, oppure sospingerli al volontariato a scopo sociale e in tal modo risparmiare sulla spesa pubblica.
Per ottenere simili risultati, in passato, si usavano le leggi, un insieme di prescrizioni (e punizioni) emanate dallo Stato.
Ma nel ventunesimo secolo e in un Paese politicamente sofisticato come la Gran Bretagna (che già aveva introdotto lo «spin», ossia la sapiente comunicazione elettorale, negli anni di Blair), governare è una missione scientifica in cui nulla viene lasciato al caso.
Uno dei primi esperimenti tentati dalla Squadra del comportamento è stato quindi cambiare il linguaggio delle lettere con cui l’agenzia delle imposte intimava ai cittadini
ritardatari di pagare le tasse. In precedenza, la percentuale di risposta a queste sollecitazioni era del cinquanta per cento. Con i metodi suggeriti dagli psicologi di Downing Street, è immediatamente balzata al 94 per cento.
Il progetto affonda le radici nell’idea di Big Society lanciata dal premier Cameron: in pratica, una Grande Società che riecheggia alla lontana il kennedysmo anni Sessanta, ma la cui sostanza è che, nell’era attuale, lo Stato non ha abbastanza mezzi per pensare a tutto e dunque tocca ai cittadini arrangiarsi
da soli. In una prospettiva più ampia, tuttavia, l’innesto di un team di psicologi nel governo segnala una svolta nel modo di fare politica. Il capo della squadra, David Halpern, uno psicologo della Cambridge University, aveva già lavorato per i laburisti di Tony Blair cercando strade per «rendere più felice
la gente». Sinistra o destra, per lui fa poca differenza: quello
che conta è non lasciare la politica in mano ai politici. Meglio affidarla agli scienziati. Un’idea da imitare anche altrove?