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 2011  gennaio 22 Sabato calendario

Tre scadenze fiscali al giorno - Quasi tre scadenze fiscali per ogni giorno lavorativo, roba da ammazzare un toro

Tre scadenze fiscali al giorno - Quasi tre scadenze fiscali per ogni giorno lavorativo, roba da ammazzare un toro. Sono addirittura 694 gli appuntamenti con il Fisco che i contribuenti italiani devono mettere in agenda nel 2011. Saranno distribuiti su 103 giorni, e ogni mese ne conta in media quasi 60 (per la precisione 57,8) con una frequenza pari a 2,75 per ciascuno dei 252 giorni lavorativi di quest’anno. La tabella di marcia dei contribuenti è evidenziata da un’analisi della Confesercenti, da cui emerge che il mese più convulso è luglio (con 74 scadenze) mentre quello più tranquillo è maggio (con 49). Il giorno in cui si addensa il maggior numero di appuntamenti con il Fisco è il 16 luglio, quando se ne contano ben 45. È impressionante che il semplice elenco di queste 694 scadenze si estenda su ben 16 pagine. Molte di queste scadenze, lamenta l’associazione dei commercianti, «sono frutto di una ripetitività che non sempre appare giustificata». Per esempio, dice Confesercenti, il versamento dell’imposta sugli intrattenimenti o la recente imposta sostitutiva sui premi di produttività avrebbero potuto essere concentrati in un numero ridotto di scadenze. Allo stesso modo, incombenze come quelle legate alla scheda carburanti (rilevazione chilometri) o alla comunicazione dei dati degli operatori di Paesi sulla lista nera fiscale, «potrebbero agevolmente (e senza pregiudizi per l’attività di controllo) prevedere una frequenza più scaglionata». A corollario del pagamento delle imposte c’è «un significativo onere aggiuntivo per gli operatori economici e soprattutto per le piccole e medie imprese», sottolinea Confesercenti. Secondo una recente analisi dell’Agenzia delle Entrate e del Dipartimento per la funzione pubblica, la burocrazia fiscale costa alle piccole e medie imprese italiane 2,7 miliardi l’anno (fra i 1.900 e i 2.300 euro in media). «Un risultato impressionante», denuncia Confesercenti, eppure «tiene conto solo di un limitato numero di adempimenti»: quelli di natura informativa relativi alla comunicazione di dati Iva, alla richiesta di rimborsi e alla dichiarazione dei sostituti d’imposta (modello 770) e Iva. Confesercenti valuta che semplificare gli adempimenti vorrebbe dire «ridurre costi di gestione finora troppo pesanti». L’organizzazione apprezza quanto finora fatto in particolare dalla Funzione pubblica che «ha portato ad accordi positivi con il mondo delle Pmi, ma occorre proseguire con determinazione». La Commissione europea ha avviato un programma d’azione per ridurre gli oneri amministrativi del 25%, e questo dipende anche dal varo, in Italia, di una specifica norma che deve garantire l’obiettivo. Così, dice Confesercenti, si coglierebbero due risultati. «Da un lato si libererebbero ingenti risorse da destinare all’attività produttiva: per le sole Pmi si tratterebbe di almeno 650 milioni l’anno (ossia oltre 500 euro per operatore economico). Dall’altro ne guadagnerebbe l’efficienza della pubblica amministrazione, con riduzione dei costi di gestione del sistema tributario».