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 2011  gennaio 22 Sabato calendario

RADIO RADICALE VA IN TV

Radio radicale diventa anche televisione sul digitale terrestre. Da lunedì 24 gennaio, infatti, debutta Radio radicale tv, sul canale 118 nell’area di Roma. L’operazione avviene in partnership con Teleambiente, che mette a disposizione le frequenze, e con cui i vertici della emittente di Marco Pannella intendono stringere alleanze per allargare il segnale pure in Campania, Molise, Abruzzo, parte della Toscana, e, successivamente, su altre zone. «L’accordo con Teleambiente è a titolo gratuito», spiega Paolo Chiarelli, direttore del Centro di produzione spa, editore di Radio radicale, «poiché noi forniamo i contenuti, che in parte già sfruttavamo sulla web tv, e loro ci aiutano con le frequenze».

In palinsesto sono previsti i notiziari e le rassegne stampa di Radio radicale, emittente diretta da Paolo Martini, le conversazioni tra Pannella e l’ex direttore Massimo Bordin, le produzioni video con la copertura di convegni, dibattiti, congressi. «Il Consiglio regionale del Lazio ha mostrato anche interesse per la messa in onda dei loro dibattiti in diretta e, inoltre, nel palinsesto notturno, ci saranno ampi stralci pescati dall’archivio di Teleroma 56 (storica emittente radicale, ndr)», sottolinea Chiarelli.

Il Centro di produzione spa è controllato al 51,9% dalla Associazione politica nazionale Lista Marco Pannella, al 25% da Elma spa (l’imprenditore bolzanino Marco Podini) e al 16,9% da Cecilia Angioletti, che ne è presidente. Nel 2010 la società ha chiuso con un fatturato di poco superiore ai 13 milioni di euro, e con un piccolo utile, in linea con gli anni passati. Le entrate del Centro di produzione sono sostanzialmente di due tipi: la convenzione con il Ministero dello sviluppo economico, che assicura a Radio radicale circa 9,9 milioni lordi all’anno per il biennio 2010 e 2011, e i contributi per l’editoria, che per il 2010 dovrebbero ammontare a 4,6 milioni. «Nel Milleproroghe c’è stato un taglio del fondo, quindi abbiamo ancora un po’ di incertezza sull’importo dei contributi per il 2010», commenta Chiarelli, «mentre per la convenzione stiamo lavorando affinché nel Milleproroghe venga inserito pure il terzo anno, come in passato. Altrimenti a novembre ci ritroviamo col contratto in scadenza. E questo è un problema, perché le banche, si sa, vogliono avere certezze sulle entrate per finanziare le società».