Maurizio Ricci, la Repubblica 21/1/2011, 21 gennaio 2011
I silenzi dell’Opec, estrae più greggio ma non lo dice - Attenzione a puntare soldi sulla corsa del barile
I silenzi dell’Opec, estrae più greggio ma non lo dice - Attenzione a puntare soldi sulla corsa del barile. I venti di ripresa internazionale e l´attivismo degli investitori - che la politica di moneta facile delle banche centrali ha reso particolarmente liquidi - hanno riportato il greggio a bussare a quota 100 dollari al barile. E il ripetuto rifiuto dell´Opec a convocare una conferenza straordinaria per discutere se aprire un po´ di più il rubinetto dei pozzi sembra assicurare un rialzo delle quotazioni nei prossimi mesi: la prossima conferenza ordinaria dell´Opec è prevista per giugno. La situazione è assai più fluida di quanto sembri. Anzitutto, non c´è bisogno di una conferenza in piena regola per modificare i livelli di produzione del greggio. Più volte, l´Opec ha modificato la propria politica in vertici straordinari o in occasioni ufficialmente dedicate ad altro. Ad esempio, fra un mese circa, i ministri del petrolio dei diversi Paesi produttori si ritroveranno tutti a Riad per l´International Energy Forum, dove potrebbero anche prendere decisioni. In secondo luogo, anche senza vertici, la produzione può aumentare lo stesso. E´ quanto, del resto, sta già avvenendo. Attratti da prezzi del greggio allettanti come quelli attuali, i Paesi dell´Opec stanno già da tempo estraendo petrolio a ritmi superiori a quelli previsti dalle quote ufficialmente stabilite dall´organizzazione. La tendenza si è ulteriormente accentuata a dicembre quando, secondo i dati della Iea - il braccio energia dell´Ocse, l´organizzazione dei Paesi industrializzati - la produzione ha raggiunto il massimo dal dicembre 2008. Allarme rientrato, dunque? E´ presto per dire anche questo: sempre la Iea segnala che la domanda mondiale di greggio è in ascesa, più vivace del previsto.