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 2011  gennaio 21 Venerdì calendario

SPOSA IL PREMIER E SCAPPA, QUANDO LA FIRST LADY È UN TESORO

Non solo Leila Trabelsi. La storia recente delle coppie presidenziali è zeppa di casi – ad ogni latitudine, in ogni angolo del pianeta – di first lady accecate dall’avidità di denaro, arrampicatrici sociali (e finanziarie) pronte a tutto pur di arraffare ricchezze in quantità smisurata. Certo, la storia della seconda moglie di Zine el Abidine Ben Ali, con quel suo finale degno di un elettrizzante film d’azione – la fuga precipitosa dalla Tunisia in fiamme con una tonnellata e mezza d’oro, valore calcolato in 46 milioni di euro – ha del clamoroso, anche perché questa donna di umili origini era riuscita in pochi anni con il suo clan ad avere il controllo di metà dell’economia del paese maghrebino. E parecchio resta ancora da accertare: per ora si sa che 33 familiari del dittatore deposto sono stati arrestati, e la tv di Stato tunisina ne ha dato notizia mostrando immagini di oro e gioielli sequestrati durante l’operazione, proprio mentre la Svizzera bloccava i conti bancari di Ben Ali e la Ue annunciava il congelamento di tutte le sue proprietà in Europa.
MA DAL RECENTE PASSATO
emergono in quantità casi simili, a volte altrettanto clamorosi. Come quello di Elena Ceausescu, moglie del dittatore rumeno. Con il paese ridotto alla fame, la coppia presidenziale viveva nel lusso. Organizzavano grandi banchetti nei quali lei non badava a spese, con cibi e bevande costosissimi importati dall’estero. Aveva una collezione di vestiti, gioielli e pellicce sconfinata, tanto che utilizzava come guardaroba un’intera, enorme sala del gigantesco e pacchiano palazzo del Primaverii Boulevard di Bucarest. Si sa come finì quell’avventura: fucilati entrambi dopo un giudizio sommario la sera di Natale del 1989.
Famose anche le smanie di Imelda Marcos. Durante la dittatura del marito Ferdinand nelle Filippine (dal 1965 all’86), la “farfalla di ferro” – così era soprannominata – accumulò nel Palazzo di Malacanang più di 500 vestiti, un migliaio di borsette e, si dice, tremila paia di scarpe, anche se lei sosteneva che erano “appena” mille. Pare che, insoddisfatta per un matrimonio che non funzionava, cosa che la costrinse a ricorrere a cure psicologiche, decise di combattere la depressione con il lusso sfrenato. Di Suha Arafat, vedova del leader palestinese, fu proprio alla morte del marito che si conobbe la sua avidità. Quando si sposarono lei, 27enne, aveva 35 anni meno di Yasser. E da subito mostrò di preferire gli agi della vita parigina all’inferno di Gaza o all’esilio nei paesi arabi. Morto Arafat, si venne a sapere che si stava godendo in Francia i milioni di dollari trasferiti nel corso degli anni nelle banche francesi. Attraverso i file di Wikileaks, abbiamo appreso anche della sua rivalità con Leila Trabelsi: gelosie fra primedonne d’assalto.
TORNA ALLA RIBALTA proprio mentre a Port au Prince viene arrestato per malversazione “Baby Doc” Duvalier, anche la figura dell’ex-moglie del dittatore haitiano, Michèle Bennett, che in qualche modo richiama la vicenda di Leila Trabelsi: anche lei, infatti, non si accontentò di alimentare la propria ricchezza personale, ma offrì prebende a tutta la sua famiglia. Enormi le spese realizzate per organizzare grandi feste, per l’acquisto di gioielli e vestiti dei migliori stilisti del mondo. Del tutto diversa, invece, la vicenda di Winnie Mandela, seconda delle tre mogli del leader sudafricano (oggi sposato con Graça Machel, vedova del presidente del Mozambico). Fu proprio la prolungata detenzione di Nelson Mandela, ai tempi dell’apartheid, a fare la sua fortuna economica. Le piovevano premi e sovvenzioni dappertutto, tanto che arrivò a farsi costruire, tra le baracche di Soweto, una casa di 22 stanze con piscina. Nel vicino Zimbabwe, recente lo scandalo (rivelato da Wikileaks) del traffico illegale di diamanti che coinvolge Grace Mugabe, moglie del dittatore.
In Cile, invece, la potentissima Lucía Hiriart, moglie di Augusto Pinochet, pagò cara la fine della dittatura: nel 2005 fu accusata di aver evaso il fisco per milioni di dollari, due anni dopo la arrestarono per malversazione di fondi pubblici.