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 2011  gennaio 21 Venerdì calendario

Jean Reno: sarò Rasputin come me amava le donne - Alto, imponente, minaccioso, ma anche protettivo

Jean Reno: sarò Rasputin come me amava le donne - Alto, imponente, minaccioso, ma anche protettivo. Jean Reno è la perfetta incarnazione del divo francese alla Jean Gabin, il brutto che piace, l’anti-eroe che strega le donne con i modi bruschi e l’aria da gigante buono. Il primo a valorizzarne la fisicità aggressiva e lo spirito romantico è stato Luc Besson, che lo volle per Le grand bleu , Nikita eLéon . Gli americani hanno subito sentito odore di star e hanno iniziato a scritturarlo per kolossal avventurosi tipo Mission: impossible eRonin . Da allore Reno non si è più fermato, un film dopo l’altro, un po’ come i figli e i matrimoni, anche queli numerosi. La sua prossima fatica sarà Rasputin di Rose Bosch, la stessa regista che lo ha diretto in Vento di primavera , dal 27 sui nostri schermi. Che cosa l’attrae di questo personaggio così controverso e complesso? «E’ una figura molto interessante, un uomo capace di fare tante cose, curare la gente, indovinare il futuro, affascinare le donne. Di lui è stato detto di tutto, ma non ha ucciso nessuno e quando è morto non aveva il becco di un quattrino, particolare, questo, non trascurabile». Come si prepara per affrontare il ruolo? «Non mi preparo, non ho mai usato nessun particolare modo per cercare la concentrazione, il lavoro degli attori è il risultato di una chimica speciale, uno stato di grazia molto fragile». Quando e dove inizierete a girare? «Giriamo a San Pietroburgo, ma non so ancora quando avranno inizio le riprese, credo in primavera, dobbiamo trovare dei partner russi che partecipino alla produzione». E’ vero che ha rifiutato un ruolo in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino? «Si, mi era stato chiesto di recitare nella parte del padre francese che cerca di mettere in salvo la sua famiglia, ma ho detto di no. Era un ruolo poco autentico, troppo falso, troppo costruito». Comunque ha dovuto vedersela con il nazismo. In Vento di primavera è un medico coraggioso che cerca di aiutare gli ebrei vittime del rastrellamento del 16 luglio 1942. Perchè, stavolta, ha detto di si? «L’idea di partecipare a un film su un tema così importante, su un momento tanto doloroso, non il solito action movie, mi ha sorpreso e lusingato. Ero fiero, anche nei confronti dei miei figli, di recitare in un’opera che riaccende la fiamma della memoria». C’è chi dice che certi provvedimenti di oggi nei confronti degli immigrati abbiano punti in comune con l’Olocausto. Lei che cosa ne pensa? «Oggi non ci sono progetti di genocidio sistematico, la persecuzione dei rom di cui si parla adesso è una cosa diversa, non si possono fare paragoni, gli ebrei erano perseguitati. In ogni caso la mia opinione non conta, faccio l’attore, non parlo di politica, però non sono fascista». Che ricordo ha di Roberto Benigni, con cui ha girato La tigre e la neve ? «Lo adoro, è un angelo, una persona straordinaria, abbiamo passato insieme tre mesi, in Tunisia, e non l’ho mai sentito pronunciare una parolaccia, un’imprecazione, una cosa cattiva. E dire che il cibo non era affatto buono...». Lei è nato a Casablanca, che ricordi ha della sua infanzia? «Sono cresciuto in un ambiente molto misto, c’erano arabi, ebrei, ortodossi, questo mi ha abituato ad avere una grande libertà». Qual è il suo rapporto con il successo? «Mah, nella vita di un attore succede che il cachet salga e scenda, io però resto quello che sono, anche quando non ho successo». Lei non è bello, ma piace molto alle donne. Secondo lei perchè? «E’ vero, non sono Brad Pitt, ma quello che lei dice è vero. Con le donne cerco di essere onesto, dico la verità, le bugie non mi piacciono perchè, quando si dicono, il sapore di una relazione inevitabilmente cambia, diventa più brutto. Sono sincero, le donne che stanno con me sanno sempre se durerà poco oppure molto».