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 2011  gennaio 21 Venerdì calendario

CONTI IN TASCA

Silvio Berlusconi sta aspettando fremente come ogni anno la fine del mese. Da qui ad allora al massimo entro metà febbraio -, si terranno le assemblee di bilancio di tutte le holding che controllano Fininvest. Quattro sono tutte sue, una della figlia Marina, una del figlio Piersilvio e una più grande è suddivisa equamente fra gli altri tre figli: Eleonora, Barbara e Luigi. Al momento dell’assemblea le holding decidono il dividendo da dare al proprietario. Visto che hanno già parecchia liquidità in pancia (quelle di Silvio quasi 700 milioni di euro), normalmente distribuiscono tutto il dividendo che hanno percepito da Fininvest alla data del 30 settembre dell’anno precedente.
GRANDE ATTESA
Il momento è atteso, perché in tasca al premier stanno per finire 122 milioni e 351 mila euro, provenienti dalle Holding Italiana Prima, Seconda, terza e Ottava, tutte riconducibili al premier. Silvio Berlusconi ha già ricevuto un anticipo di 4 milioni e 122 mila euro, e insieme a quei 122 milioni ammontano dunque a 126 milioni e 351 mila euro. Questo è dunque l’argente du poche che Berlusconi ogni anno ha a sua disposizione per il proprio mantenimento, per il tempo libero, per le spese necessarie e per gli investimenti. A dire il vero di solito la cifra è un po’ più alta: l’anno prima Berlusconi ha incassato dieci milioni di dividendi in più, ma poi è venuta la crisi e anche Fininivest ha distribuito un po’ meno dividendi del solito. Il presidente
del Consiglio dunque è milionario, certo uno dei più ricchi milionari che esistano in Italia ed anche uno degli uomini più ricchi del mondo. Si vede quando incassa, e si vede anche quando spende. Dall’inchiesta a tappeto svolta dalla procura di Milano sulle feste private del premier ora sappiamo che ad Arcore nel 2010 ce ne sono state quindici. Ad alcune hanno partecipato 20-25 ragazze, ad altre molte meno. In alcuni casi anche solo 4 o 5. La regola si è appreso da Melissa T, unica testimone diretta che ha messo a verbale ogni particolare di una serata era che per ringraziare della partecipazione il padrone di casa al termine della serata offrisse alle ospiti due cd di Apicella e una busta con 2 mila euro divisi in quattro bigliettoni da 500 euro. Considerando le partecipanti censite dalla procura minuziosamente o intercettando o riscontrando la presenza delle ragazze dai tabulati il costo di quelle serate si aggira sui 300 mila euro all’anno. Considerando gli extra minuziosamente ricostruiti dalla procura si va a 400 mila euro. Ipotizziamo che le 15 serate di Arcore siano la metà delle feste che Berlusconi offre in un anno: le altre si possono svolgere o a Roma o in Sardegna durante le vacanze. La spesa sale dunque a 800 mila euro. A questa somma si possono aggiungere le eventuali liberalità del premier per pagare gli affitti di casa di alcune ragazze. Il punto è controverso, perché da molte intercettazioni telefoniche è chiaro che la spesa di casa venga sostenuta direttamente dalle inquiline. Anche volendoli imputare tutti a Berlusconi, e immaginando che riguardi non solo le dieci ragazze individuate a Mi-
lano, ma altrettante a Roma o altrove, si tratta di 400 mila euro all’anno. In tutto 1,2 milioni di euro all’anno. Si tratta dello 0,98% di quei 126 milioni di euro che Berlusconi ha a disposizione quest’anno. Capisco che il paragone possa sembrare antipatico, ma le famiglie italiane che spendono assai meno in consumi (2.400 euro in media al mese), dedicano il 15 per cento della spesa al tempo libero in viaggi, spettacoli, cene fuori e divertimenti vari. Diciamo che Berlusconi avendo altre possibilità economiche invece di andare al Bagaglino o anche ad assistere a uno spettacolo più oseé se lo porta in casa.
QUESTIONE DI OPPORTUNITÀ
Naturalmente ognuno è libero di giudicare se questo sia opportuno o meno, se quel che avviene a casa Berlusconi sia imbarazzante o meno. Ma le cifre servono per interpretare una tesi che sta per diventare accusa anche in procura. Ieri Repubblica ha fatto intuire che il costo delle serate sia 2,5 milioni all’anno (ha sommato anche il prestito da 1,2 milioni di euro a Lele Mora per salvarlo dal fallimento in corso della sua società, che non c’entra nulla). Marco Travaglio ad Annozero ha già formulato in anticipo l’accusa che potrebbe venire dai pm: «esiste una organizzazione stabile che investe 2,5 milioni di euro per lo sfruttamento della prostituzione». Ecco prima che una sciocchezza del genere prenda davvero corpo, è evidente che un uomo che può contare su 126 milioni di euro all’anno non abbia alcuna ragione di investire sul business della prostituzione lo 0,98% dei suoi introiti.