Andrea Morigi, Libero 21/1/2011, 21 gennaio 2011
A CHI DÀ I SOLDI DAVVERO IL CAVALIERE
A forza di spulciare nei conti del Cavaliere, spuntano a sorpresa perfino le sue opere di misericordia, corporale e spirituale. Un elenco parziale, di cui Libero è riuscito a entrare in possesso, contabilizza la carità del presidente in 8 milioni 724mila 26 euro e 6 centesimi.
Qualche maligno dirà che per lui sono bruscolini. Basterebbe fare le dovute proporzioni per verificare che non è così. Comunque, sull’altro piatto della bilancia, pesano più di qualche migliaio di euro elargiti per pietà a qualche poveretta morta di fame. E si dovrà pure tener conto, in una biografia equilibrata di Silvio Berlusconi, dei 5 milioni e 100mila euro fatti avere in sette rate alla Comunità Incontro di don Pierino Gelmini, che si dedica al recupero dei giovani tossicodipendenti. Per l’Associazione Ragazzi di Scampia, stacca un assegno da 100mila euro, alla scuola di San Giuliano di Puglia, distrutta dal terremoto nel 2002, ne manda 24mila 458,90.
Si fa così la beneficenza, in silenzio. Facendo arrivare 50mila euro alla Società Italiana per l’Amiloidosi e altrettanti all’Associazione Italiana Leucemie, senza contare i 30mila elargiti alla Fondazione Magica Cleme, che si occupa di bambini affetti dallo stesso morbo. Non è che poi vada a chiedere il voto alle famiglie dei malati. Li mette a loro
disposizione e basta; anonimamente. Loro non lo sanno nemmeno. Poi ne passa altri 25mila al monastero delle Clarisse di Santa Rosa, 5mila alla parrocchia di San Martino, contribuisce per 10mila euro a Sant’Eustorgio Musica, di Arcore. Per gli stessi suoi paesani, fa dell’altro: l’Auser volontariato di Arcore riceve altri 5mila euro.
Si lamentino pure, i cattolici adulti, del suo stile di vita giudicato riprovevole, mentre lui manda
25mila euro all’Istituto per le Opere di Religione, a Città del Vaticano. Tanto il presidente del Consiglio non serba rancore e le sue offerte verso le istituzioni ecclesiastiche proseguono indisturbate. Per don Matteo Tagliaferri ci sono pronti 10mila euro. Altrettanti ne riceve la parrocchia di Dio Padre, a Segrate. Più fortunata quella dei Santi Vito e Roberto, a Lomazzo, a quota 70mila. L’Ispettoria Salesiana lombardaemiliana ne becca 500mila tondi e i “salesiani” in genere altri 4mila, mentre per il centro Monte Tabor spende un milioncino.
Non pretende mica che gli dedichino targhe o inaugurino monumenti equestri, quando al Collegio Villoresi Scuola San Giuseppe ottengono i 108mila e 329 euro di contributo. Semplicemente, se c’è necessità lui interviene, sull’esempio dei nobili ambrosiani del 1700, quando l’assistenza pubblica doveva ancora nascere ed erano i privati facoltosi a sopperire con la loro liberalità. Sono nati così i nosocomi milanesi, la Cà Granda e gli altri. Da parte sua, Berlusconi pensa ad attrezzare l’ospedale San Raffaele con apparecchiature per 252mila 804 euro. E intanto dispone che gli istituti dei Martinitt, delle Stelline e il Pio Albergo Trivulzio ne abbiano 500mila tondi tondi.
Magari qualcuno continuerà pure a chiamarlo il Caimano, invece di riconoscergli la grazia ricevuta. Ma, quando lo accusano di tagliare i fondi all’Università, lo sanno quelli del popolo viola che ha versato 38mila e 911 euro al Dipartimento di Scienze e tecnologie agroambientali dell’Università di Bologna? Ce n’è pure per l’Università di Birmingham, a cui vanno 100mila euro.
Non si contano le elemosine verso le onlus varie, i 368mila euro al Centro italiano Solidarietà di Roma, i 2mila alla fondazione Celeri, i 37.200 alla Aretè. Infine ci sono le famiglie dei caduti, le vedove e gli orfani degli operai morti per infortuni sul lavoro e sul campo di battaglia in Afghanistan. E per fortuna che c’è chi pensa a fare per loro qualcosa di concreto, invece di strillare tanto e di scandalizzarsi inutilmente.