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 2010  dicembre 15 Mercoledì calendario

L’ITALIA E’ DEBOLE MILITARMENTE PERCHE’ DEBOLE CIVILMENTE

Torino, 18 settembre 1914
Mio caro Riccardo, Mi duole assai della tua infermità: aspetto che mi scriva di esserti completamente ristabilito; e anche della tua bambina spero migliori notizie. Ci siamo fermati qui a Torino, dove si sta bene, cioè freschi; e io sto in biblioteca tutte le ore che la biblioteca è aperta, e continuo a leggere volumi su volumi pel mio lavoro sugli storici italiani dell’Ottocento. In questi ultimi sei mesi, ho studiato o percorso per lo meno quattrocento volumi. E quando avrò compiuto il lavoro (debbo leggere almeno altrettanto ancora), verrà (Giuseppe Antonio) Borgese e, senza aver letto niente, mi «supererà» . Ciò mi rende allegro, e mi accresce la voglia di moltiplicare le mie letture. A proposito di Borgese (di cui Ricciardi aveva pubblicato un saggio su d’Annunzio nel 1909 e una raccolta di poesie nel 1910, ndr) egli scrive articoli guerreschi sull’ «Azione» e su altri giornali, e perché all’opera dell’ingegno non manchi quella del braccio, si esercita al tiro a segno, e si propone di partire in guerra! Non farebbe meglio a far la persona seria, e il professore sul serio? Come non si capisce che l’Italia è debole militarmente perché è debole civilmente, cioè perché manca presso di noi quel senso del dovere così diffuso in Germania e in Austria? E ora, in poche settimane, vorrebbero che tutto fosse pronto: un milione di uomini in piena efficienza, dice il «Giornale d’Italia» . Stavo per rispondere: Oportet studuisse, non studere (occorre, non studiare, bensì aver studiato, ndr): come si dice agli studenti che negli ultimi giorni si preparano all’esame, dopo non aver studiato tutto l’anno. Basta: speriamo di cavarcela alla meno peggio. Per fortuna, il Re e Salandra sono uomini di senno. Noi partiremo di qui il 5 ottobre e saremo a Napoli verso l’ 8. Avrai saputo che sono stato costretto a congedare Isa, che ha peggiorato di settimana in settimana nella sua follia di grandezza e di prepotenza. Cose dell’altro mondo! Condurremo di qui una cameriera piemontese, letterata, collezionista di autografi, intendente di arte, ecc. Se non altro, avrà per me qualche rispetto letterario: Isa mi considerava addirittura come un imbecille, e voleva mettermi sotto tutela. Saluti da Adelina (la moglie, Adele Rossi, in attesa della primogenita Elena, ndr), che sta bene. Peccato che io non abbia la tua esperienza ostetrica! Temo sempre di lasciar commettere qualche imprudenza, senza saperlo. Una stretta di mano dal Tuo aff. Benedetto
Benedetto Croce