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 2010  dicembre 15 Mercoledì calendario

LEX COLUMN, FINANCIAL TIMES DEL 15/12/2010

(traduzione Roberto D’Agostino) -

Date un po’ di credito a Silvio Berlusconi. Il primo ministro italiano, che è sopravvissuto ieri a una mozione di sfiducia all’ultimo voto, ha fatto meno peggio di quanto i suoi molti detrattori temessero. Al contrario: il paese ha tenuto, le banche italiane hanno evitato le conseguenze peggiori della bolla creditizia, la crescita del PIL è rimasta bassa ma abbastanza stabile, l’inflazione è stata moderata, il rapporto debito pubblico/PIL è cresciuto meno che nella maggior parte dei paesi ricchi, e gli italiani stanno ancora comprando quasi tutti i titoli emessi dallo stato (anche se lo spread con i bund tedeschi si è molto allargato).

Le debolezze morali di Mr. Berlusconi, gli affari opachi, e le idiosincrasie politiche non ci attraggono. Ma se un primo ministro meno concentrato su sé stesso e meno auto-indulgente avrebbe potuto fare maggiori progressi nel contrastare i grossi problemi istituzionali italiani - ovvero la corruzione politica, il meridione permanentemente debole, troppa evasione fiscale e la criminalità organizzata - nessuno di questi è poi così peggiorato dal 2001, quando Berlusconi ha cominciato il suo secondo mandato da primo ministro. A quanto sembra, avrà governato per tutto il decennio seguente (tranne due anni).

Per la gran parte di questo periodo, la sua posizione politica in Italia è stata debole, eppure Mr. Berlusconi non ha fatto ricorso a un "populismo di bilancio", pericoloso per le finanze pubbliche. Quando la recessione ha colpito l’economia, si è trovato d’accordo con il ministro del Tesoro Giulio Tremonti -sostenuto da burocrati competenti e non politicizzati- : l’Italia non poteva permettersi un sostanzioso stimolo fiscale. Alcuni italiani avrebbero preferito ricevere un’ondata di denaro preso in prestito dal governo, piuttosto che una retorica del "stiamo tutti bene" e prime pagine sulla vita amorosa del primo ministro, ma gli investitori dovrebbero ringraziarlo.
tremonti

Se ci fosse un’alternativa più attraente, questo renderebbe la discussione contro Mr. Berlusconi molto più forte, ma la frammentaria opposizione non riesce a offrire né strategie chiare e sensate, né un leader più competente. Il fatto che nessuno sia corso a vendere i titoli di stato italiani dopo il fallimento della mozione di sfiducia - gli spread si sono mossi appena - è stato più che giustificato.