ItaliaOggi 15/12/2010, 15 dicembre 2010
«Miseria in guanti bianchi!», amava ripetere mia mamma. Un decoro da salvare davanti a tutti quelli che un giorno aveva forse, senza cattiveria, umiliati, ma che doveva per forza conoscere piccoli compromessi, quando, ad esempio, dal salumiere, suo ultimo spasimante respinto, faceva finta di non accorgersi del mezz’etto di mortadella sovrappeso che lui frettolosamente gli lasciava cadere sulla bilancia tra le occhiate sospettose della commessa di 25 anni più giovane che si era fatta sposare per via di un’errata interpretazione del metodo Ogino-Knaus
«Miseria in guanti bianchi!», amava ripetere mia mamma. Un decoro da salvare davanti a tutti quelli che un giorno aveva forse, senza cattiveria, umiliati, ma che doveva per forza conoscere piccoli compromessi, quando, ad esempio, dal salumiere, suo ultimo spasimante respinto, faceva finta di non accorgersi del mezz’etto di mortadella sovrappeso che lui frettolosamente gli lasciava cadere sulla bilancia tra le occhiate sospettose della commessa di 25 anni più giovane che si era fatta sposare per via di un’errata interpretazione del metodo Ogino-Knaus. «Al bello ci si adegua subito» ripeteva mia madre «è al peggio che non ci si abitua mai». (Franco M. Scaldaferro, Diario di un povero capitalista. Neri Pozza).