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 2010  dicembre 15 Mercoledì calendario

L’estate con lui in Maremma e quelle foto in regalo Mario Monicelli era il mio vicino di casa, in campagna, tra i campi di frumento e di girasoli della Maremma

L’estate con lui in Maremma e quelle foto in regalo Mario Monicelli era il mio vicino di casa, in campagna, tra i campi di frumento e di girasoli della Maremma. Ancora l’estate scorsa era lì, a pochi metri, giusto dietro la siepe bassa che ci avrebbe consentito di guardare l’uno in casa dell’altro. Ma non lo si faceva. Era obbligatorio rispettarlo, avere cura della sua riservatezza e delle sue debolezze da novantacinquenne malato. Ogni tanto lo si sentiva parlare con Chiara, la sua compagna dalla quale viveva separato a Roma, anche se erano sempre insieme a Polverosa. Capitava magari che un comune amico e vicino di casa, il fotografo Franco Pagetti, cucinasse per lui un bel piatto di spaghetti al pomodoro. Talvolta avevano gente a cena, e li si sentiva chiacchierare fino a tardi, però Mario il suo tempo lo passava quasi tutto da solo con lo sguardo perso nei campi. E durante le lunghe giornate estive, l’unico segno della sua presenza era quella radio gracchiante perennemente accesa e sintonizzata su Rai 1. Mesi fa pubblicammo su Oggi una serie di straordinarie foto di Sergio Strizzi scattate sui set dei suoi film più famosi. Dopo l’uscita del giornale, gli portai una scelta di stampe in regalo. Mi feci avanti, lui era sulla veranda. Radio accesa, sul volto l’eterno broncio per questa vita e questo Paese che non gli piacevano più. Quando vide le foto gli si illuminarono gli occhi. Ricordi che affioravano, momenti dimenticati che tornavano. Mi ringraziò, come un bambino a cui avevano regalato un giocattolo nuovo di cui presto si sarebbe stancato. Una sera d’estate, in tv davano I soliti ignoti. Me lo guardai, forse per la decima volta, aspettando la mia scena preferita: «Non sei stata sincera con me!», «No, tu non sei stato sincero con me!», con i ladri più sfigati del mondo appollaiati sul lucernario. Guardavo il film e pensavo che l’autore, il più grande dei registi, il genio che aveva spiegato l’Italia agli italiani era lì, dietro la parete di casa. E forse stava da solo, ascoltando la sua radio.