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 2010  novembre 30 Martedì calendario

LA RUSSIA SARÀ ESSENZIALE PER NOI ANCHE DOPO SILVIO

[Intervista a Umberto Carpi] -
Del rapporto tra Roma e Mosca - al centro delle prime rivelazioni “italiane” di Wikileaks - parliamo con Umberto Carpi, professore all’università degli studi di Pisa, ex senatore e fondatore di Rifondazione comunista, già sottosegretario all’Industria ed ex consigliere per le questioni petrolifere dell’allora ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, e profondo consocitore della Russia. «Con alleati del genere - dice Carpi - al posto degli Stati Uniti sarei preoccupato anche io, è evidente che ci sono degli interessi tra il nostro presidente e Vladimir Putin che non necessariamente corrispondono agli interessi nazionali».
Si riferisce al progetto Southstream?
Anche. Quel piano preoccupa perché è troppo alternativo rispetto all’altro progetto, Nabucco. Evidentemente Southstream sta molto a cuore ai russi. Però queste sono cose su cui è difficile dare dei giudizi. Comunque, considerando che il progetto della costruzione di Southstream è già stato avviato, tornare indietro mi sembra pericoloso.
Oltre a Southstream quali sono le sue preoccupazioni sul rapporto tra Berlusconi e Putin?
Putin, a differenza del nostro presidente del Consiglio, è un uomo di grande abilità e prudenza. Insomma, anche questo modo così irrituale di incontrarsi fa nascere seri dubbi sulla natura dei rapporti tra questi due uomini di Stato. D’altra parte, ci sono delle carte in cui ci sta scritto che gli Stati Uniti chiedono chiarimenti alla loro ambasciata - e hanno fonti di informazione migliori delle mie - sul rapporto tra Berlusconi e Putin.
Cosa hanno risposto le ambasciate Usa?
Questa è la cosa interessante. Sicuramente tutto sarà top secret. Hillary Clinton chiede se tra i due ci siano interessi privati e la risposta, purtroppo, non la conosciamo.
Come vede il rapporto Roma-Mosca in campo energetico?
Per l’Italia è essenziale. Noi siamo impiccati al gas, siamo privi di gassificatori, non possiamo mettere in crisi i rapporti energetici con la Russia. Se finisse il rapporto con Mosca vorrei vedere come il nostro sistema produttivo possa andare avanti.
Di quali cifre parliamo?
Considerati i rapporti molto strani e molto nuovi che ci sono tra il nostro presidente e Putin, non li conosco. Comunque in genere gli accordi li fa Eni e quelli sì che contratti top secret.
L’Eni era piuttosto perplessa su Southstream...
So che lo era alcuni anni fa, prima dell’attuale conduzione. Adesso non lo so.
Dunque, secondo lei bisogna salvaguardare il rapporto con la Russia?
Non c’è alcun dubbio. Il rapporto con la Russia è ineludibile, oggi il 25 per cento del fabbisogno energetico italiano arriva da lì. Diciamo no alla Russia per andar dove?
Sorprende che dopo molti tentativi da parte del Partito Comunista, ci abbia pensato Berlusconi a migliorare i rapporti con la Russia.
Prima di Berlusconi, Giulio Andreotti era riuscito a stringere rapporti con l’Unione Sovietica. Comunque anche allora, ai tempi di Andreotti, gli Stati Uniti erano molto preoccupati.
Berlusconi fu il primo, nel 1994, a proporre l’ingresso della Russia in Europa.
Sì, me lo ricordo bene. Ritengo che un buon rapporto con la Russia da parte dell’Italia sia assolutamente positivo. Putroppo, Berlusconi ci mette in mezzo il “letto di Putin” e anche i suoi interessi personali. Mi auguro che al più presto Berlusconi se ne vada e chiunque venga dopo di lui stabilisca ottimi rapporti con la Russia - industriali, energetici, e politici - senza letti e senza affari privati. L’Europa senza un buon rapporto con la Russia non sarebbe nulla.
Si dice che potrebbe arrivare dalla Russia un nuovo azionista privato in Mediaset. È realistica l’indiscrezione?
Accidenti se è realistica.