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 2010  novembre 30 Martedì calendario

Il serial killer ossessionato dai soldi - Killer seriale, spara­va, uccideva, feriva per soldi puntando sulla sua passione sfrenata, le armi

Il serial killer ossessionato dai soldi - Killer seriale, spara­va, uccideva, feriva per soldi puntando sulla sua passione sfrenata, le armi. Meditava a lungo, si esercitava nel suo la­boratorio artigianale tirando contro le latte, e quando dove­va entrare in azione studiava a lungo i piani per colpire fino a costruire trappole per le sue vittime. Li abbatteva, se vole­va uccidere, li feriva soltanto se l’intenzione era quella di spaventarli. Ha 69 anni, si chiama Giu­seppe Raeli e nella vita ha fat­to l’imprenditore agricolo, guadagnandosi da vivere ab­battendo con la sua pala mec­canica gli alberi che ostacola­vano la produzione agricola. È lui il mostro di Cassibile, per oltre quindici anni ha se­minato terrore nella piccola frazione di Siracusa, una loca­lità passata alla storia, oltre sessanta anni fa, nel 1943, per la firma dell’armistizio con gli americani dopo lo sbarco in Sicilia delle truppe alleate. La procura di Siracusa non ha dubbi e per questo ha chiesto al gip Vincenzo Panebianco che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare con l’accu­s­a di omicidio e tentato omici­dio, porto e detenzione di ar­ma. Poco prima dell’alba di lu­nedì Raeli è stato prelevato nella sua casa dai carabinieri e rinchiuso in carcere. I milita­ri hanno perquisito palmo a palmo il suo garage. Sono an­cora alla ricerca di un fucile automatico calibro 12 che l’uomo avrebbe utilizzato per uccidere. Dentro il garage hanno scoperto un laborato­rio artigianale con polvere da sparo, bossoli, cartucce e a delle latte forate con colpi di arma da fuoco. E in casa an­che una cassaforte con den­tro una pistola col colpo in canna e 20 mila euro. Raeli che in paese tutti chiamano «’u lupu», il lupo, per il suo ca­­rattere ombroso, viene de­scritto come un uomo osses­sionato dai soldi, un perso­naggio verghiano legato alla «roba». Chi non pagava la le­gna che lui consegnava, fini­va nel mirino dei suo fucile. «Il serial killer – dicono gli in­quirenti – uccideva anche per 200 euro. Voleva farsi giusti­zia da sé per chi non lo pagava dopo aver effettuato qualche lavoretto».L’inchiesta sul mo­stro ruota attorno ad una car­tuccia esplosa, trovata un an­no e mezzo fa, divenuta il filo conduttore di tutti delitti. La svolta alle indagini dopo il fe­rimento di un imprenditore agricolo Giuseppe Leone, av­venuta nel marzo del 2009: la vittima spiega ai carabinieri di avere avuto forti contrasti economici con Raeli. Nel suo garage i militari trovano una decina di fucili e le munizioni fabbricate dall’uomo,tra que­ste c’è un bossolo che analiz­zato dai carabinieri del Ris di Messina consente di legare tutti assieme i delitti di Cassi­bile. Sono nove gli episodi contestati a Raeli. Minaccia aggravata e danneggiamento con un’arma da fuoco a Fran­cesco Implantini nel novem­bre del 1998, ma il tempo pre­scrive il reato. Tentato omici­dio ad Avola ai danni di Anto­nio Bruni il 21 novembre del 1998. Omicidio Giuseppe Gal­vo, ad Avola, è il 9 ottobre 2002. Omicidio di Rosario Timponello Rizza avvenuto a Noto il 28 novembre del 1999. Duplice omicidio dei coniugi Sebastiano e Giuseppa Tinè a Fontane Bianche, il 31 luglio del 2003, in cui venne ferita anche la figlia Katia. Tentato omicidio di Aurora Franzone a Cassibile il 12 febbraio del 2002. L’uccisione di Giusep­pe Spada a Cassibile nel 2004. Il serial killer agisce sempre al­lo stesso modo: costruisce una trappola davanti all’in­gresso delle abitazioni, bloc­cando il cancello con un tron­co d’albero, o con del filo di naylon. Si apposta dietro un muretto o una siepe e spara. Ogni tanto ammazza, altre volte ferisce le sue vittime. Al­la fine fugge via a piedi, di not­te, tre le campagne che cono­sce benissimo. Una volta, so­lo una volta, dimentica sul po­sto una cartuccia esplosa. Le indagini dei Ris permettono, quindici anni dopo, di risalire a lui e di legare assieme tutti i delitti di Cassibile.