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 2010  novembre 30 Martedì calendario

(Alberto Sordi) E infatti da giovane si era innamorato della Magnani, più grande di lui, allora più famosa, più determinata e decisamente autoritaria (Corriere della Sera 27 febbraio 2008, Carlo Verdone) Anna Longhi: Ha conosciuto un sacco di attori

(Alberto Sordi) E infatti da giovane si era innamorato della Magnani, più grande di lui, allora più famosa, più determinata e decisamente autoritaria (Corriere della Sera 27 febbraio 2008, Carlo Verdone) Anna Longhi: Ha conosciuto un sacco di attori. Gli antipatici: «Anna Magnani era scontrosa, le dava fastidio tutto, amava solo i gatti e meno i cristiani. Era avara, baccagliava spesso (Emilia Costantini, Corriere della Sera 25/2/2009) È sempre grazie all’autore di Natale in casa Cupiello che Furia era approdato al cinema per duettare, seppure in una breve scena, con Anna Magnani, in Assunta Spina. “Aveva grande personalità e faceva tremare tutti, la Magnani. L’affrontai da incosciente e mi andò bene. L’estate successiva lavorai di nuovo al suo fianco ne La macchina ammazzacattivi di Roberto Rossellini. Fu una stagione calda sulla costiera amalfitana: arrivavano le prime lettere che Ingrid Bergman spediva a Rossellini e, non so come, la Magnani riusciva sempre a scoprirle. Dalla finestra dell’albergo volavano piatti e vassoi” (Goffredo De Pascale, “diario” 26/3/1997). Massimo Ranieri. A cantare in napoletano ha imparato da Anna Magnani, conosciuta lo stesso anno, sul set di La sciantosa, uno degli episodi di Tre donne, sceneggiato diretto da Alfredo Giannetti. "Fu con lei che cantai in napoletano per la prima volta. Lo confesso: ’O surdato ’nnammurato non la conoscevo. Finché una volta la Magnani mi chiamò nella sua roulotte, aveva una chitarra: “A ragazzi’, la conosci ’sta canzone?”. E cominciò a cantare Reginella, accompagnandosi da sola. Io non avevo mai sentito neppure quella: “No, signora, non la conosco”, risposi con la timidezza che non mi abbandonava mai quando ero di fronte a lei. “E che cazzo di napoletano sei!”, mi folgorò" (Massimo Ranieri, Mia madre non voleva, Rizzoli, 2007, 189 pagine, 16 euro) Zeffirelli. A Roma nel 1947 grazie al cugino Piero Tellini ottiene l’incarico di lavorare per la pubblicità del film L’onorevole Angelina, scritto per la regia di Luigi Zampa, con Anna Magnani. Ma durante le riprese l’attrice s’infuria col regista perché il coprotagonista è un incapace raccomandato, chiunque saprebbe recitare meglio, e mentre lo dice punta Zeffirelli: "Quello stronzetto là. Vedi se sa spiccicare due parole. La faccia ce l’ha… Sennò vai per strada e lo trovi". Segue un provino su due piedi, Zeffirelli recita bene, ma per un neorealista questo è un problema. Non per la Magnani, che se la prende con questo "verismo del cazzo" e pianta tutti in asso insultando il regista: "Tanto alla fine il cinema lo famo noi attori!". Zeffirelli ottiene la parte (ragazzo ricco e idealista in conflitto col padre), e l’amicizia della Magnani, che però lo mette in guardia: "Tu sei un grande ambizioso. Quelli come te finiscono o bene bene, o male male. Te lo dico io. Tieni gli occhi sempre aperti. Anche se voglio bene a Luchino, so che è una serpe. Puoi raggiungere quello che di buono si tiene dentro, ma avrai bisogno di un cavatappi molto speciale". Virginia. La Magnani si è ritirata a Parigi ed è irrintracciabile dopo aver perso il ruolo della protagonista nella Ciociara, affidato a Sophia Loren, compagna del produttore Carlo Ponti. Zeffirelli, che vuole mettere in scena Chi ha paura di Virgina Woolf, di Edward Albee, pensa alla Magnani, che rifiuta indignata, trattandosi del ruolo di una donna sgradevole, ossessiva e sempre ubriaca. Quando l’opera va in scena, alla Fenice, interpretata da Sarah Ferrati, la Magnani è tra il pubblico e dopo l’ovazione a scena aperta, si precipita in camerino da Zeffirelli: "Figlio di puttana! Questa parte era stata scritta per me! Mi dovevi obbligare. Mi dovevi strozzare. Mi dovevi prendere a schiaffi come faceva Rossellini… Lui lo sapeva come trattare una stronza come me! Chi me la riscrive ora una parte come quella?!" (Franco Zeffirelli, Autobiografia, Mondadori, 2006, 533 pagine, 23 euro) Ma senza La ciociara tutto questo non ci sarebbe stato. Certo, il personaggio di Cesira, una donna di 45-50 anni, all’inizio non sembrava adatto a lei. Tant’è vero che in un primo momento era stata chiamata Anna Magnani; Sofia (Loren) avrebbe dovuto interpretare la parte di Rosetta, la figlia, che nel romanzo ha diciotto anni. La Magnani, però, rifiutò... “De Sica mi raccontò che era andato a casa sua per convincerla. Ma lei fu irremovibile. Forse si aspettava un altro tipo di figlia, un’attrice diversa da me. Poi, accompagnando il regista alla porta, gli disse: ma perché la madre non la fai fare a Sofia? (Ranieri Polese, “Corriere della Sera” 26/5/2002) «Mi vedo centomila rughe, ma non posso non pensare alla splendida Anna Magnani così affezionata alle sue, al punto da non voler ritoccare neppure le foto. Diceva “ho impiegato tanto per averle”. (Amanda Lear) l’astronauta sovietico Gagarin, alla prima missione, mandò un saluto dallo spazio «alla fraternità degli uomini, al mondo delle arti e ad Anna Magnani». Quando Anna Magnani morì Roma si fermò. I negozi abbassarono le saracinesche, il centro restò paralizzato per ore, una folla mai vista scese in strada per dare l’ultimo saluto a Nannarella. Nel vecchio film del belga Chris Vermorcken ora riproposto dalla Ripley, Io sono Anna Magnani si vedono diverse scene in bianco e nero del suo funerale (girate benissimo: altri tempi), che si svolse il 28 settembre 1973 a Santa Maria della Minerva. Sono immagini stupefacenti, oltre che strazianti, perché ci riportano il mito di un’attrice unica e di un paese scomparso. Rossellini affranto, la Masina in lacrime, Eduardo più stropicciato che mai, De Sica che la chiude in quattro aggettivi perfetti (generosa, violenta, limpida, sincera), non sono solo compagni di vita e di lavoro. Sono testimoni di un’era al tramonto venuti a salutare il suo simbolo nel mondo. Il più giovane di loro, Franco Zeffirelli, è l’unico a capire il valore quasi “araldico” della Magnani. In tutti questi anni, dice Zeffirelli, Anna è rimasta identica, la stessa Anna del dopoguerra, con gli stessi gesti, gli stessi capelli. Questa fedeltà totale aveva conquistato il pianeta mentre l’Italia, cambiando, le voltava le spalle. (Ferzetti) Rossellini ricorda i dubbi e le paure prima di girare la scena della morte in Roma città aperta, poi l’impeto con cui la affrontò ferendosi le gambe. «Oggi a scuola ho visto una ragazza. È bravissima, un vero talento, ma non riesco a prenderla sul serio perché è uno sgorbietto, somiglia pari pari al patriarca di Gerusalemme» (Silvio D’Amico dopo aver visto Anna Magnani il primo giorno alla sua scuola di recitazione) «A coso, ma che te sei messo in testa?» (Anna Magnani a Paolo Stoppa, che aveva conosciuto alla scuola, e che la invitava a salire nella sua garçonnière al Pantheon) «Ho trovato sempre uomini, come definirli? Carucci. Dio: si piange anche per quelli carucci, intendiamoci. Ma son lacrime da mezza lira. Incredibile a dirsi, il solo uomo per cui non ho pianto lacrime da mezza lira resta mio marito: Goffredo Alessandrini. L’unico fra quanti ne ho conosciuti che stimi senza riserve e al quale sia affezionata. Quando lo vedo provo sempre un’immensa tenerezza» Con lei vive anche un ghepardo, che Goffredo le ha portato dall’Africa: dura pochi mesi, spaesato, irritato dalla prigionia in un appartamento, frastornato dalle passeggiate che faceva con Anna a via Veneto, un giorno tenta la fuga lanciandosi dal balcone e ne muore A Roma si sposta con una carrozzella guidata da una cavalla, Banana (non c’è più benzina per via della guerra). E inizia una storia con Massimo Serato, di nuovo tra amore e litigi. Lei ha 33 anni, lui 24. Anna è gelosissima, e fa scenate pazzesche Mentre non possono portarlo le due figlie che ha avuto da Regina Bianchi, a meno che Anna non dia il suo consenso. E Anna glielo rifiuta Intanto iniziano le riprese del film. Con Serato ormai è finita, ma lei gli chiede di andarla a trovare sul set, per un incontro conclusivo. Quando lui arriva, lei deve girare una scena e gli chiede di aspettarlo venti minuti. Dopo un’ora lui decide di andarsene. Anna, che ha appena finito, lo vede allontanarsi con la macchina e inizia a corrergli dietro: «Frocio, magnaccio, disgraziato...» Tutto inutile. Amidei, che assiste alla scena, ha un’idea per il film: invece che far morire Anna in mezzo alla folla, uccisa casualmente da un colpo di mitra dei tedeschi, propone a Rossellini di farle inseguire il camion tedesco che porta via il marito, e farla morire sotto i colpi di una raffica di mitra mentre cerca di raggiungerlo Dopo il film lei e Rossellini si innamorano. Anna è ancora scossa per la malattia di Luca, a Roberto è appena morto Romano, il figlio di otto anni. È un amore grande, anche questo fatto di litigi continui. Lui non sopporta di starle lontano, minaccia di buttarsi dalla finestra. La prima volta lei si rompe tutte le unghie per fermarlo. Poi impara, e la seconda volta gli dice «Buttete un po’» «Non ho mai potuto fare a meno di far seguire il nome della Magnani da un punto esclamativo» (Tennessee Williams) Anna, che era solita andare a cena fuori con Tennessee Williams, chiedere al ristorante gli avanzi, e poi girare per il centro di Roma a distribuire il cibo ai gatti randagi Anna andava sempre in America in nave, perché aveva paura dell’aereo Vive bene, alla fine degli anni Sessanta ha circa ventidue appartamenti e altri soldi investiti in modo diverso. Ma non lavora «Sono una stronza, dovevo nascere contadina dell’agro romano, fare tredici figli, sì, scodellare tredici figli a mio marito e ogni volta che aprivo bocca, quello mi riempiva la faccia di schiaffi. Questo era il personaggio mio, per essere vera con la mia natura. E dovevo fare così. Invece mi sono messa a fare l’attrice, sono diventata Anna Magnani e sono stata un’infelice per sempre» (a Franco Zeffirelli, pochi anni prima di morire) Gianni Pavone, un bel ragazzo col corpo scolpito dal lavoro e dalla fame. Che lei sedusse in una notte per spingerlo al mattino giù dal letto sussurrandogli: «A Colosse’, mimetizzati. Fa’ finta d’esse’ pescatore… ma me raccomando, nun fa’ capi’ a nessuno da dove arrivi». Lui andò, vide, sentì e al ritorno raccontò i risvolti della love story, ritrovandosi in una manciata di secondi travolto da una sfuriata. Scrive Sorgi: «Dovettero passare molte notti, prima che la porta si riaprisse e la Magnani, col suo solito metodo usa e getta, riportasse Colosseo dentro, tra le sue braccia». la Magnani e Rossellini stavano all’Excelsior, da cui lui una mattina presto fuggì: lei controllava tutto, sentiva tutto, aveva mille occhi e mille sospetti, era sempre pronta a spaccare piatti, ma Rossellini furbissimo le disse che portava fuori i cani – lei adorava quei cani –, prese i guinzagli, salutò, e appena arrivato di sotto mollò i cani al portiere e scomparve). Rossellini era grasso quando tutti erano ancora magri, all’occorrenza fascista, comunista o democristiano, con un modo banale ma infallibile per sedurre: andare in macchina veloce, parlare e parlare e fermarsi all’improvviso per mostrarle un paesaggio o farla mangiare in una trattoria. Ingrid Bergman, sposata allora a un dentista che non sopportava la moquette polverosa degli alberghi di Manhattan perché gli macchiava i calzini bianchi, non amava scomporsi nel fare l’amore, pesava la moglie ogni mattina e precipitava nello sconforto se la bilancia segnava mezzo chilo in più, si innamorò all’istante e abbandonò anche sua figlia, pur di non rinunciare a un minuto di quel romano visionario che ingaggiava attori pescatori, girava scene di superbo neorealismo, con bambini che si suicidano e cadaveri che galleggiano sul fiume, ma considerava l’olio di Buti, un piatto di spaghetti e la macchinetta per il caffè fra i diritti imprescindibili dell’uomo. Almeno Anna Magnani raccoglieva i cani per strada, aveva il rimmel che colava, le occhiaie nere, i modi bruschi e la sofferenza stampata in viso, gridava “Magnaccia” a tutti «I primi ricordi sono legati alla casa di via Amba Aradam: i nostri giri col cavallo Banana quando ancora Roma era una città a misura di calesse», La Hochkofler sta vagliando il materiale nella sua casa di San Lorenzo, non lontano da dove fu girata la scena-madre di Roma città aperta. «Ci sono lati della personalità dell´attrice che ancora il pubblico non conosce», dice. «Al di là del carattere burrascoso, degli improvvisi scoppi di gioia, la ruzza, come la chiamava lei, Anna aveva momenti di grande malinconia e desiderio di solitudine. Stupisce che quell´artista dalla vita scapigliata avesse tempo e voglia di occuparsi dei dettagli, la casa, l´arredamento, i cani. Ho persino trovato le ricevute della rimessa di Porta Metronia, dove teneva il cavallo Banana». «Mia madre era una persona molto raffinata», aggiunge Luca, «amava le cose belle, aveva buon gusto. E insieme era semplice, schietta, sobria. Quando andavamo in giro per Roma, c´erano il vetturino o il tassista che la apostrofavano, "Nannarè, come va?", come se parlassero alla vicina di casa. Lei rispondeva, "Ciao nì", e iniziava un dialogo che durava per tutto il tragitto. Questa era mia madre. Magnani the magnificent, come la chiamò Bette Davis». ogni volta che doveva prendere l´aereo scriveva un testamento. Entrambi impulsivi e collerici, Roberto Rossellini e Anna Magnani vissero una storia d’amore burrascosa. Memorabile il tacco a spillo lanciato dall’attrice al suo adorato Roberto nell’agosto del 1948 all’Hotel Luna di Amalfi. Rossellini aveva invitato alcuni amici alla visione privata del film “L’amore” che avrebbe presentato al Festival di Venezia a fine mese, con la Magnani protagonista. C’erano Titina De Filippo, Baldacci, Longanesi, Gaetano Afeltra e Miss America. Quest’ultima, alla fine della proiezione, si complimentò in inglese con il regista che le sedeva accanto. «Ma che vò, ’sta fijia de ’na mignotta?», reagì subito la Magnani. Risultato: un’ecchimosi per Rossellini sdraiato sul letto in pigiama, di fianco a un catino con pezzi di ghiaccio per gli impacchi. Anna Magnani: Oddio! Non è mica venuta a farmi un ritratto tragico, deprimente? Proprio oggi che sono contenta, che ho avuto un rimborso dall’ufficio tasse, che mi sento piena di sbalordimento per la loro umanità e la mia bravura... Sì ... tre milioni e settecentomila lire di arretrati... Ma quante volte ve lo devo spiega’ che non son stata raccattata per strada, che ho fatto fino alla seconda liceo, che ho studiato pianoforte otto anni, che ho frequentato l’accademia di santa Cecilia?.. La sua regalità viene fuori soprattutto quando usa le parole da trivio; le escono di bocca con grazia e levità impareggiabili, perfettamente fuse nel contesto, e necessarie». (Fellini) Il regista Roberto Rossellini viveva con Anna Magnani all’hotel Excelsior quando, una sera, convocò il produttore della Titanus Goffredo Lombardo per chiedergli denaro in prestito, come spesso faceva: «Quella volta gli servivano per raggiungere in America Ingrid Bergman. Anna stava dormendo, io gli chiesi: “Ma lei lo sa che parti?” E lui: “No, Goffre’ per carità, lo sai com’è fatta, mi potrebbe anche dare una coltellata”». Fonte: Michaela Urbano, “Il Messaggero” 30/1/2003 Anna Magnani, la cliente di Fernanda Gattinoni meno vanitosa: «Non le importava niente di vestirsi, voleva solo roba nera e larga». Una sera dei primi di agosto del 1948, Roberto Rossellini organizzò ad Amalfi una visione privata del suo nuovo film, "Amore", che avrebbe presentato a Venezia alla fine del mese. Tra gli invitati, Marilyn Buferd, miss America e interprete de "La macchina ammazzacattivi", che Rossellini stava girando. Alla fine della proiezione, la Buferd, ch’era seduta accanto a Rossellini, gli farfugliò all’orecchio i suoi complimenti, in inglese. La Magnani drizzò subito le orecchie, divenne rossa ed esclamò: «Ma che vo’, ’sta fija de ’na mignotta!». Furiosa che il suo amante «facesse il fesso» proprio la sera in cui mostrava agli amici il film in cui le rendeva esplicito omaggio, la Magnani se ne andò seccata, seguita in silenzio da Rossellini. Sfogò la sua gelosia in albergo. Al culmine della scenata, lanciò la sua scarpa contro di lui: il tacco a spillo gli colpì con precisione la faccia, provocandogli un’ecchimosi. Rossellini restò in albergo a farsi impacchi di ghiaccio, lei prese la macchina e tornò immediatamente a Roma. All’Hotel Cappuccini, intanto, miss America dormiva beata. Causa indisposizione del regista, le riprese de "La macchina ammazzacattivi" furono sospese per cinque giorni: il budget, che non era molto alto, saltò, la lavorazione fu sospesa e il film terminato solo tre anni dopo. Fonte: Gaetano Afeltra sul Corriere della Sera del 18/10/2000. Uscite: fdf Destinazioni Non classificato Argomenti Non classificato «Luca, il figlio di Anna Magnani, le ha detto un giorno: “Mamma, ma perché fai sempre finta di essere un’altra persona?”» (Sogni perduti). Fonte: Enzo Biagi, L’Unità, 04/05/1997 Uscite: Il Foglio dei Fogli, 09/06/1997; Giochi 2003 Destinazioni Non classificato Argomenti Non classificato Roberto Rossellini, non volendo avere la Calamai tra i piedi in "Roma città aperta", le fece leggere un copione dove le scene migliori del suo personaggio erano state tagliate. Quella rifiutò, i produttori, che l’avevano imposta, si rassegnarono, e la parte andò alla Magnani. A dispetto della sua fama di zingara, le abitazioni di Anna Magnani erano accoglienti e perfettamente organizzate (nel suo pied-à-terre a Parigi c’era sempre ago, filo, bottoni di ricambio). Il piccolo attico a palazzo Altieri era arredato con mobili antichi, modernariato americano (i cowboys di Remington), poltrone comode, ritratti di lei dipinti da Guttuso, Vespignani, Leonor Fini. Si mangiava bene e si beveva champagne rosé. Tra gli invitati: Antonello Trombadori, Mario Monicelli, Bice Valori, Elsa De’ Giorgi (che ballava da sola il Bolero di Ravel), Alberto Sordi (che faceva scherzi telefonici imitando Amedeo Nazzari, una volta davanti a Nazzari stesso che gli strappò il telefono di mano e si dissociò). Fonte: Masolino d’Amico su La Stampa del 13/4/2001 a pagina 29. Uscite: antenna 25/4/2002 Destinazioni Non classificato Argomenti Non classificato Christie’s ha annunciato per novembre, a Roma, una vendita che comprende i gioielli appartenuti ad Anna Magnani. Nella raccolta spicca un nucleo di gioielli firmati Bulgari (in diamanti e rubini, risalenti agli anni Cinquanta), una collana a filo di ametiste (taglio briolette in gradazione, montate in oro giallo, stimata 5/6 milioni di lire), un paio di orecchini a bottone in oro giallo e ametiste (stimati 2/3 milioni). Fonte: Paolo Manazza sul CorrierEconomia del 22/10/01 a pagina 16. Uscite: adige, Libert‡ di Piacenza Destinazioni Bustepaga Argomenti Non classificato Il 29 e 30 novembre, a Palazzo Lancellotti di Roma, Christie’s metterà all’asta i gioielli di Anna Magnani. Tra i monili che verranno battuti, un gruppo di gioielli in diamanti e rubini, realizzati negli anni Cinquanta. La Magnani credeva di poter fare Ossessione incinta di quattro o cinque mesi, «Luchino era esterrefatto» (ripagata poi con la parte in Bellissima). «Il mondo è proprio finito, vai ar cesso e ce trovi la regina d’Egitto» (Anna Magnani uscendo dalla toilette del Jackie’O). "Anna carissima, io lavoro con uno italiano Ernest Borgnine. Lui vencutto. Io competo con una italiana, Anna Magnani. Lei vince. Voi italiani meglio se state a casa seriamente. Ernest e io mandiamo tutta la nostra amore e nostre congratulazioni". (Telegramma spedito da Bette Davis ad Anna Magnani nel 1955 quando vinse l’Oscar per “La rosa tatuata”). «Un giorno Anna Magnani mi convocò terrorizzata al suo albergo di New York dove Marlon Brando, che non aveva mai incontrato, le aveva preannunziato una visita. Dopo qualche minuto di conversazione, anzi di monologo perché Anna, che se lo beveva con gli occhi, per soggezione non aveva proferito verbo, come se nulla fosse Brando le prese la testa fra le mani e se l’attirò in mezzo alle ginocchia. Anna era come paralizzata dallo stupore. Ma dopo un po’ le si accese un guizzo negli occhi. E girandosi verso di me sussurrò: "Aò, vedi un po’ di annattene"» (Indro Montanelli). Fonte: Indro Montanelli "Io Donna" 23/4/2002 pagina 137. Uscite: Il Foglio dei Fogli, 29/04/2002 antenna 5/1/2004 Foglio dei Fogli 5/4/2004 antenna 08 Destinazioni Amori Argomenti Personaggi Spettacoli