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 2010  novembre 30 Martedì calendario

Notizie tratte da: Eva Cantarella, L’ambiguo malanno. Condizione e immagine della donna nell’antichità greca e romana, Feltrinelli 2010, pp

Notizie tratte da: Eva Cantarella, L’ambiguo malanno. Condizione e immagine della donna nell’antichità greca e romana, Feltrinelli 2010, pp. 272, 9 euro.

Ambiguo malanno «Zeus, perché hai dunque messo fra gli uomini un ambiguo malanno, portando le donne alla luce del sole?» (Euripide, Ippolito, 616-617).

Pandora Pandora, cioè “tutti i doni”, e quindi dotata di bellezza, grazia, fascino, abilità nei lavori femminili, però «anima di cane, e carattere ingannevole».

Amante Pene riservate all’amante dell’adultera: paratilmos, ovvero rasatura del pube (infamante perché pratica femminile), raphanidosis ovvero sodomizzazione mediante rafano, ecc.

Grecia classica Nella Grecia classica, per non trovarsi in casa vergini canute, i padri vendevano per tempo come schiave le figlie femmine (altro metodo: abbandonare le neonate per strada in pentole di coccio).

Roma A Roma i padri avevano il diritto di vendere i figli, maschi o femmine, senza restrizioni di sorta.

Prostituzione Ad Atene era reato la prostituzione maschile, non quella femminile.

Nome 1 A Roma le donne, diversamente dagli uomini, non venivano mai indicate col nome individuale ma solo con quello gentilizio e quello familiare: Cornelia, Cecilia, Tullia non sono nomi individuali ma nomi gentilizi. «Non indicando le donne col prenome, i romani volevano mandare un messaggio: che la donna non era e non doveva essere un individuo, ma solo frazione passiva e anonima di un gruppo familiare».

Nome 2 Nel V secolo Macrobio loda come esempio di pudicizia quello di una donna di cui nessuno conosceva il nome.

Atene Le donne ateniesi, confinate nella parte interna della casa (gynaikonitis). Isolamento totale: escluse dai banchetti, secondo alcuni anche dai teatri, la spesa la facevano i mariti, ecc. Solo le povere si muovevano tra i maschi con una certa libertà, recandosi al mercato a vendere pane o verdura, o, nei demi dell’Attica, lavorando la terra e conducendo gli animali al mercato.

Tipi Non vi sono, secondo Demostene, che quattro tipi di donne: la damar o gyne, cioè la moglie che ci dà i figli legittimi; la pallake, o concubina, che si prende cura del nostro corpo; l’etera, hedones heneka, dedita al nostro piacere fisico e intellettuale; la pornè, o puttana, per gli scambi d’occasione.

Seneca «L’amore rivolto alla moglie di un altro è turpe, quello rivolto alla propria è eccessivo. L’uomo saggio deve amare la propria moglie con giudizio, non con affetto. Nulla è più sbagliato che amare la propria moglie come fosse un’adultera» (Seneca).

Bastonate Egnazio Mecennio, avendo sorpreso la moglie che beveva vino, la uccise a bastonate senza infrangere alcuna legge.

Augusto Tuttavia, Augusto tolse ai mariti il diritto di uccidere le mogli, obbligandoli però a ripudiarle in caso d’adulterio (altrimenti sarebbero incorsi nel reato di lenocinio). Era invece sempre ammesso l’omicidio dell’amante, se colto in flagrante nella casa e se si trattasse di uno schiavo, di un liberto o di un infame, intendendosi per “infame” il gladiatore, l’attore, il ballerino, il lenone.

Bacio I senatori volevano espellere Manilio, sorpreso a baciare la moglie in pubblico.

Contraccettivi Tra i contraccettivi: un fegato di gatto legato al piede sinistro, un ragno legato in pelle di cervo a contatto del corpo, ecc.

Messalina Messalina, parrucca bionda e falso nome di Licisca, si lasciava fottere fino a mattina nel lupanare, tornando al letto imperiale con le guance annerite dal fumo della lucerna, fetida dell’odor di bordello, accesa dal prurito dell’utero teso (Giovenale).

Morta «Per la prima volta ha usato una cortesia al marito» (Platone di una donna morta).

Male «Il più gran male che Dio fece è questo: le donne» (Semonide)

Notizie tratte da: Eva Cantarella L’ambiguo malanno Universale economica Feltrinelli. Euro 9 pagine 262.