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 2010  novembre 29 Lunedì calendario

Domande e risposte: Perché i governi temono WikiLeaks? - Perché gli oltre due milioni di nuovi documenti Usa top secret nelle mani di WikiLeaks fanno paura all’amministrazione Obama e possono metterne in pericolo le relazioni diplomatiche destabilizzando buona parte dei governi del pianeta? Perché contengono i verbali e i giudizi espressi tra il 2000 e il 2009 dai diplomatici americani sui governi e i leader di tutto il mondo, compresi gli alleati israeliani, inglesi e italiani

Domande e risposte: Perché i governi temono WikiLeaks? - Perché gli oltre due milioni di nuovi documenti Usa top secret nelle mani di WikiLeaks fanno paura all’amministrazione Obama e possono metterne in pericolo le relazioni diplomatiche destabilizzando buona parte dei governi del pianeta? Perché contengono i verbali e i giudizi espressi tra il 2000 e il 2009 dai diplomatici americani sui governi e i leader di tutto il mondo, compresi gli alleati israeliani, inglesi e italiani. Molti di questi giudizi sono severi, minano la serenità di relazioni bilaterali consolidate e promettono di innescare incontrollabili reazioni a catena in aree del pianeta particolarmente delicate. Che tipo di reazioni? Quelle più temute dalla amministrazione americana e dal governo inglese sono legate al mondo musulmano. Numerosi leader sono stati valutati con asprezza. Non solo Gordon Brown, David Cameron, Silvio Berlusconi, Robert Mugabe o Nelson Mandela. Ma anche Hamid Karzai, presidente del Pakistan, il colonnello libico Muammar Gheddafi e molti capi di stato mediorientali. Nei documenti si fa anche riferimento a politici russi e afghani corrotti e ad aiuti turchi per Al Qaeda in Iraq. La paura è che venga rilanciata l’immagine degli Stati Uniti come Grande Satana del pianeta, provocando reazioni violente da parte degli estremisti nei confronti di cittadini americani e inglesi in particolare in Iran, Afghanistan e Pakistan. Il governo americano ha intenzione di trattare con WikiLeaks per la restituzione dei documenti? No. In una lettera a Julian Assange il Dipartimento di Stato dice testualmente: «Non apriremo nessuna trattativa in merito alla futura diffusione di materiale classificato come segreto dal nostro Governo e ottenuto in maniera illegale. Fino a quando WikiLeaks sarà in possesso dei documenti saremo in presenza di una violazione della legge». Perché Assange ha deciso di pubblicare i verbali? Perché ritiene che si tratti di una battaglia per la libertà e la democrazia. Parlando ieri in videoconferenza con alcuni giornalisti americani e britannici, Assange ha sostenuto che il materiale «copre i maggiori problemi presenti in ogni Paese del mondo». Ma che cos’è WikiLeaks? E’ un sito giornalistico, o più precisamente una organizzazione internazionale che riceve in modo anonimo documenti, soprattutto militari, coperti da segreto. I vengono analizzati e messi in rete. La sede è sconosciuta. Il suo primo colpo lo ha battuto pubblicando il manuale militare utilizzato dagli americani nella prigione di Guantanamo, ma è stato con la pubblicazione di video e documenti secretati relativi agli interventi in Iraq che si è imposto all’attenzione mondiale. In particolare in un video messo in rete in aprile si vedeva un elicottero dell’esercito degli Stati Uniti sparare e ammazzare dodici civili a Baghdad, tra loro due giornalisti dell’agenzia giornalistica Reuters. Tre mesi più tardi WikiLeaks pubblicava altri 77 mila documenti interni dell’esercito americano sulla guerra in Afghanistan. E’ stata la più grande fuga di notizie della storia? Sì, ma solo fino all’ottobre scorso quando sempre WikiLeaks ha messo in rete e consegnato ad alcuni quotidiani con cui collabora (come l’inglese «Guardian» e l’americano «New York Times») 400 mila documenti segreti sulla guerra in Iraq. Nei file sono verbalizzate torture e stragi di civili. «Il mondo deve sapere come sono stati ammazzati 109 mila innocenti», ha detto Julian Assange nel corso di una conferenza stampa tenuta a Londra. La Casa Bianca ha sostenuto che la pubblicazione dei documenti in mano al sito costituisce un attentato alla sicurezza nazionale. Aggiungendo che a causa di questa scelta sono state messe in pericolo le vite di moltissimi collaboratori e informatori americani in Iraq e in Afghanistan. Valutazioni analoghe sono state fatte per i documenti codificati inviati dalle ambasciate. Il presunto responsabile della fuga di notizie, l’analista di intelligence Bradley Manning, è stato arrestato, mente il governo inglese ha aperto un’inchiesta sul comportamento delle proprie truppe. Chi è Julian Assange? Julian Assange è un hacker australiano che ha fondato il sito WikiLeaks. Ha 39 anni e oltre a essere considerato dal Pentagono «un pericolo pubblico per gli Stati Uniti», è inseguito da un mandato d’arresto svedese. L’accusa è di avere violentato due donne. Addebito che Assange respinge parlando di complotto. Paladino delle libertà, mostro o entrambe le cose? Dopo aver chiesto inutilmente il passaporto svedese, ora l’enigmatico Assange, che potrebbe essere nascosto a Dubai e passa gran parte della sua vita in volo tra Londra, Stoccolma e Bruxelles, ha chiesto asilo in Svizzera.