Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  novembre 29 Lunedì calendario

Giovanni e Martino Piscopo, 51 e 45 anni. Fratelli di Vieste (Foggia), entrambi sposati e padri, proprietari di un camping turistico, «persone tranquille e perbene», giovedì 18 novembre salirono su un furgone per andare a raccogliere le olive in un loro terreno e da allora sparirono nel nulla

Giovanni e Martino Piscopo, 51 e 45 anni. Fratelli di Vieste (Foggia), entrambi sposati e padri, proprietari di un camping turistico, «persone tranquille e perbene», giovedì 18 novembre salirono su un furgone per andare a raccogliere le olive in un loro terreno e da allora sparirono nel nulla. Dopo dieci giorni furono trovati ammanettati e carbonizzati, i resti dei corpi torturati e crivellati di colpi di pistola e di fucile, sul sedile posteriore di un’Alfa 156 abbandonata in una zona impervia tra Vieste e Peschici. Gli inquirenti sono certi che s’è trattato di un’esecuzione mafiosa: forse i fratelli si rifiutavano di subire il cosiddetto "racket della guardiania", cioè la sorveglianza coatta per evitare guai, e ammazzando loro due i clan hanno voluto dare un avvertimento a tutti gli imprenditori della zona. Giovedì 18 novembre nella campagna tra Vieste e Peschici Foggia.