Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  novembre 28 Domenica calendario

“I tedeschi volevano rapirmi in Svizzera” - In questi giorni esce da Mondadori il suo libro «Maria Pia di Savoia, la mia vita, i miei ricordi»

“I tedeschi volevano rapirmi in Svizzera” - In questi giorni esce da Mondadori il suo libro «Maria Pia di Savoia, la mia vita, i miei ricordi». Per chi lo ha scritto? «Soprattutto per i nipotini, volevo che avessero una memoria della nostra famiglia». Che impressione le fa vedere il libro con le fotografie della sua vita? «Ho scelto io quelle foto. Nei testi ho raccontato episodi che forse i miei fratelli non possono ricordare perché erano troppo piccoli». Cosa, per esempio? «Il battesimo, a Napoli, di Vittorio Emanuele. Nemmeno io capivo bene quanto accadeva, dicevo continuamente ad alta voce “Viva io”. Abitavamo a Villa Savoia, al Quirinale, a Firenze dove facevamo la scuola Montessori. Mi ricordo che mia nonna la regina Elena disse entrando in una classe dove io con i miei fratelli e i cugini stavamo studiando: “Tutti calmi, non è successo niente”. Non capivamo cosa volesse dire. In realtà era appena caduto un aereo militare in giardino». Altri ricordi? «La mia Prima Comunione in Vaticano con Pio XII. Stavo seduta tra il Papa e Galeazzo Ciano, era il 13 maggio del ‘43. Mi ricordo molto bene che Ciano parlava in inglese con la nostra governante». Ha ricordi di Benito Mussolini? «Sì, io ero nei giardini del Quirinale e pedalavo la mia macchina da corsa e un signore mi si è avvicinato e mi ha detto: “Brava, sei sportiva”. La governante mi ha detto: “Saluta il Duce"». Cosa rammenta della guerra? «I bombardamenti. Per mio fratello e per me si trattava di un’avventura, era quasi divertente scendere in cantina in mezzo alla notte». Durante la guerra dove avete vissuto? «In Svizzera sul lago di Thun dove siamo stati un anno. E per più di un anno non ho più visto mio padre, eravamo con mia madre. I tedeschi travestiti da doganieri svizzeri hanno cercato di prenderci come ostaggi, ma in quella circostanza ci ha salvato la polizia svizzera». Quando ha visto suo nonno, il re Vittorio Emanuele III per l’ultima volta? «A Villa Savoia nell’agosto del ’45. Ricordo però che con il nonno andavamo a pesca. Lui era rachitico, era piccolo,era alto come noi». E con la nonna? «Lei dava dei corsi di cucina e di tiro con la pistola. Era molto brava e ci aveva insegnato». E con suo padre che ricordi ha? «Lo vedevamo ogni giorno quando eravamo in esilio in Portogallo, ricordo che non si lamentava mai di nulla. Lui parlava con noi solo di cose positive, era un uomo divertente, non severo, anche se ci faceva studiare». E sua madre? «Mia madre era buffa. Amava i libri e la musica. Mio padre, invece, amava Parigi e vedere i suoi amici che non erano quelli di mia madre. Le amava gli scrittori, gli intellettuali, era più timida di lui». Dove ha vissuto la maggior parte della sua vita? «Ho vissuto 45 anni a Versailles dove ho avuto quattro figli. Adesso abito vicino a Parigi a Neuilly sur Seine». Si può dire che lei, malgrado tutto, ha avuto una bella vita? «Una bellissima vita. L’astrologo Francesco Waldner mi ha fatto l’oroscopo e mi ha detto di non preoccuparmi. Mi ha detto che preoccuparsi non serve a niente e che tutto nella mia vita sarebbe stato formidabile. Ho una bellissima linea della fortuna nella mia mano». Perché la sua è stata una vita formidabile? «Abbiamo avuto dei grandi privilegi, dei vantaggi, sia per nascita, sia per vita». Non si lamenta? «Non ho nessuna ragione per farlo». La sua vita è fatta di molte case, amici e viaggi? «Sì. Da 31 anni a questa parte passo l’inverno a Palm Beach soprattutto da quando ho smesso di sciare. Mi ricordo che molti anni fa in montagna insegnai all’attore Eddie Constantine a pattinare sul ghiaccio». Chi sono stati i suoi amici? «In Italia le famiglie che abitavano a Bolgheri, il primo posto in cui sono tornata. Poi ho avuto moltissimi amici e ho conosciuto persone a Parigi. Parigi è senz’altro la mia città». Cosa fa oggi? «Col mio secondo marito Michael di Borbone andiamo spesso a caccia soprattutto nella Sologne». Siete imparentati con moltissime famiglie reali? «Beh, sì. Siamo imparentati praticamente con tutte le famiglie reali europee». E chi sono le sue amiche o i suoi amici nelle famiglie reali? «Chantal di Borbone-Parma. Ero molto amica con i miei cugini Maurizio e Enrico d’Assia che è improvvisamente mancato qualche anno fa. Ero molto amica dello scià di Persia e di suo fratello, ma molti dei nostri amici oggi sono morti».