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 2010  novembre 26 Venerdì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "FIORUCCI

ELIO"

2010
H&M arruola i grandi stilisti e Oviesse collabora con Elio Fiorucci per una linea di stile giovanile.
Fonte: Gianmaria Pica, il Fatto Quotidiano 26/10/2010.

Little Red Riding Hood (Damiani Editore), un volume che illustra la sua storia di art director, stilista e produttrice alla corte di Andy Warhol ed Elio Fiorucci […]. [Maripol Fauque, esperta di look:] «La svolta arrivò a ventiquattro anni, quando incontrai Elio Fiorucci. Mi mise in mano un biglietto aereo per il giro del mondo e mi disse: "Torna con delle idee, inventa collezioni"». «La prima volta che misi piede nella boutique di Fiorucci a New York avevo quindici anni ed ero completamente pazzo», racconta Marc Jacobs […].
Fonte: GIUSEPPE VIDETTI, la Repubblica 17/10/2010.

[Intervista ad Antonio Marras:] «[…] Mio padre aveva ad Alghero uno storico negozio di tessuti. […] Il mio primo viaggio l’ho fatto con lui per andare da Fiorucci. Sono rimasto folgorato. Quel magazzino mi sembrò una sorta di caverna di Alì Babà, c’erano centinaia di bracciali indiani, scialli africani, capi di abbigliamento raccolti in giro, che poi venivano trasformati da Elio in pezzi del mondo Fiorucci […]».
Fonte: Sofia Gnoli, il venerdì n.1175 24/9/2010.

Elio Fiorucci, guru della moda presa dalla strada e teorico dell’originalità individuale nel vestire, osserva che «chi da giovane ha ascoltato la musica dei Beatles non può dimenticarsene neppure se è nonno. La moda è la scrittura della nostra personalità e questo diventa ancora più vero con il passare del tempo. Del resto oggi, sempre di più, ci si veste secondo il gusto e non secondo l’età. Pensi a Benedetta Barzini, per me la donna più elegante d’Italia. Non è più una ragazzina, ma resta splendida e si veste come una quindicenne. E il bello è che le quindicenni l’ammirano e la prendono a esempio».
Fonte: EGLE SANTOLINI, La Stampa 22/3/2010, PAGINA 21.

Ma dietro al fiuto di Beraldo [Stefano, ad del gruppo Coin] c’è anche lo zampino di un maestro del made in Italy pop, Elio Fiorucci che, dove aver venduto il suo marchio ai giapponesi, ora ha ricominciato con una nuova etichetta, Love Therapy. Ebbene nelle retrovie di Coin Fiorucci disegna, consiglia, inventa, dà l’impronta del suo gusto estetico alla linee di produzione interne che vengono poi fabbricate con fornitori terzi a Hong Kong, Nuova Delhi, Dacca, in Turchia. E nelle quali la strategia del gruppo è anche quella di offrire spazio a nuovi talenti, giovani designer che trovano così un canale insperato nella grande distribuzione.
Fonte: Paola Pilati, L’espresso, 15/4/2010.

Secondo Elio Fiorucci a un uomo, per rifarsi il guardaroba, bastano 200 euro: 79 per un completo classico, il resto per jeans, camicia e giacca a vento da usare anche di sera.
Fonte: frammento 195476.

Nel capoluogo meneghino i temporary shop [negozi con un periodo di apertura limitato] aperti nel tempo sono stati: [tra gli altri] Baby Angel by Elio Fiorucci.
Fonte: frammento 189716.

2009
[Teen-ager e shopping]. Come stilista, e come padre, anche Elio Fiorucci conferma che dire no ad un figlio teenager non è facile: «Ci sembra che negare qualcosa equivalga a rovinargli la vita. Forse ci sentiamo in colpa perché li abbiamo messi in un mondo difficile». In più, secondo il designer, spesso la spesa leggera spinge i grandi ad acconsentire ad un capriccio: «Sapendo che con solo venti euro per una maglia puoi regalare a tuo figlio un´emozione, e che lui sarà felice di indossarla per tutta l´estate, sei più disposto a spendere». Per Fiorucci le più inguaribili consumatrici sono le ragazze: «Arrivano nei negozi in tre o quattro e si condizionano a vicenda. Quello che decide il gruppo è legge».
Fonte: Irene Maria Scalise, la Repubblica 11/07/2009.

[Intervista a Loredana Berté:] «[...] Leonardo [Pastore, morto di Aids nell’85] è stato il braccio destro di Elio Fiorucci e poi anche di Luciano Benetton. A New York dividevamo l’affitto di un appartamento di proprietà di Fiorucci, al 49mo piano di una torre altissima, tonda, tutta nera e tutta vetrate. […] In quel periodo facevo la madrina di Fiorucci [che gli presentò Andy Wharol]: il primo store che inaugurai fu quello sulla 43ma Strada, proprio grazie a Leonardo [...]».
Fonte: Maurizio Becker, Musica Leggera giugno 2009.

All’inaugurazione della 14° edizione di MiArt, Fiera internazione d’arte moderna e contemporanea, presenti: Elio Fiorucci […].
Fonte: Chi, 29 aprile 2009.

2008
Elio Fiorucci, stilista: «La gente ha pochi soldi in tasca e rinuncerà al maglione in cachemire che costa un botto. Ma il business dell’abbigliamento non è finito, più che altro è spostato verso il basso, verso il low cost. Perché l’abito è fonte di gratificazione e, anche in tempi di crisi, fare shopping resta un piacere a cui non si rinuncia».
Fonte: Laura Asnaghi, la Repubblica 28/11/2008.

2007
Eppure lì vicino [San Babila, Milano], durante gli anni Settanta, si era installato il negozio di Elio Fiorucci: all’angolo tra Galleria Passerella e Piazza San Babila stessa. Un punto di vendita che apre nel 1967, dopo il ritorno da Londra di Fiorucci folgorato dalla boutique di Biba. Negli anni che poi sono stati definiti di piombo, i colori di Fiorucci danno un tono al luogo. Il suo negozio, inizialmente senza insegna, imperniato intorno alla scala azzurra disegnata da Achille Castiglioni, con le vetrine prive di quinte, che annullano la separazione tra il dentro e il fuori, come ha ricordato di recente Gianluca Lo Vetro, conviveva con le tute paramilitari e i vestiti borghesi dei sanbabilini (cappotti color cammello chiaro e guanti neri), e il verde dell’eskimo dei compagni. L’abito, in quel decennio, fa il monaco. Tutti i Settanta trascorrono così, con fughe e inseguimenti, passaggi rapidi e incursioni, mentre nella Fiorucci Land passano montoni afgani, espadrillas, maglie peruviane e sahariane. […] Sino alla fine dei Settanta […]. [Poi] Anche Fiorucci arretra. Nel 1984 ha raggiunto il suo apice con l’arrivo di Kaith Haring: novello Michelangelo, il newyorkese affresca le pareti della Cappella Sistina di Galleria Passerella. Il fioruccismo stempera se stesso nel mass style, e la piazza resta a guardare.
Fonte: La Stampa 20/11/2007, pag.7 MARCO BELPOLITI.

2006
Loredana Bertè ha disegnato una linea di pagliaccetti intimi che Elio Fiorucci, dopo averli visti, ha intenzione di produrre.
Fonte: Dagospia, 29/10/2006.

2004
Milano è la capitale della moda. […] Elio Fiorucci sbarca sul mercato americano e londinese.
Fonte: L’Indipendente, 26/09/2004.

1998
Laura Tonatto, creatrice di profumi su misura per [tra gli altri] Elio Fiorucci.
Fonte: Antonella Amapane, La Stampa 22/12/98.