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 2010  novembre 14 Domenica calendario

«BARBIE DA CSI? TUTTA INVIDIA ANCHE DA PARTE DELLE DONNE»

«Ci risiamo. Ogni volta è la stessa storia. Sembra di sentirli i commenti sulla bellona tutta trucco e parrucco... Ma vogliamo chiamare le cose con il loro nome? Trattasi di invidia, nient’ altro che invidia. E poi un’ altra cosa: ero all’ interrogatorio e al sopralluogo di Michele Misseri, e allora?». Se polemica dev’ essere che sia. Roberta Bruzzone, la criminologa consulente di Michele Misseri, non ci sta a diventare «il caso Bruzzone». «C’ erano tre magistrati davanti a me, ma le pare che se non avessi potuto partecipare me lo avrebbero consentito?». La questione è semplice. Emilia Velletri e Vito Russo, gli avvocati di Sabrina Misseri (accusata dal padre di aver ucciso Sarah) hanno scritto nella loro memoria difensiva e hanno ripetuto in aula davanti ai giudici del Riesame che la dottoressa Bruzzone era «soggetto non legittimato a partecipare agli atti d’ indagine», una presenza «assolutamente anomala». E hanno chiesto per questo (senza però ottenerlo) di annullare o non utilizzare tutto ciò che è stato detto o fatto in sua presenza. In particolare l’ ultimo interrogatorio in carcere (quello in cui Michele Misseri ha accusato sua figlia Sabrina di aver ucciso la cuginetta Sarah Scazzi). È «viziato», dicono, «dalla presenza della consulente che tra l’ altro formula domande, spesso suggestive, o addirittura risponde contemporaneamente all’ indagato, correggendolo o rispondendo per lui». Aggiunge del suo anche Cinzia Gimelli, psicologa e consulente di Sabrina, che nella sua relazione parla di «pesanti condizionamenti negativi "costruiti" dalla dottoressa Bruzzone». Veleni, battute, considerazioni sulla professionalità. La criminologa di Misseri, 37 anni, conosce il copione a memoria: «Che certe battute sul mio aspetto fisico o sul mio lavoro le facciano gli uomini me lo aspetto, ma quando sono le donne... Mi è stato chiesto di usare la mia competenza per fare emergere alcuni elementi, quando ho notato le incongruenze ho fatto ragionare Misseri, niente di più. Sono tutti esperti, col senno del poi... Mi accusano di dire di Misseri cose diverse da quello che dissi all’ inizio. Tanto per cominciare soltanto gli stupidi non cambiano mai idea e poi in questa storia tutti quanti abbiamo detto qualche cazzata. La differenza è che io lo riconosco». La «Barbie di Csi», come la chiamano in tivù, racconta che la passione per la criminologia, le tecniche di sopralluogo, il repertamento medico legale, le indagini informatiche e Dio solo sa cos’ altro, hanno origini lontane. Tutto cominciò quando aveva cinque anni: «C’ è stata una situazione durante la quale è emersa una cosa non vera e una persona a me molto cara ne ha pagato le conseguenze. Da quel momento ho giurato che avrei vissuto e lavorato per la ricerca della verità. Ed è quello che sto facendo». Soprattutto dal Duemila in avanti, da quando Roberta Bruzzone è diventata «il Bulldozer», quella che «se te la trovi davanti sul campo ti fai male veramente», come dice lei. Laureata a Torino in psicologia, una sfilza di specializzazioni negli Stati Uniti, tre anni di collaborazione all’ Fbi come ricercatrice internazionale, presidente dell’ Accademia internazionale di scienze forensi, consulente per le vittime di stalking e pedofilia: «A un certo punto deve pur contare quello che uno fa nella vita...». E al diavolo le battute sulla biondona «tutta trucco e parrucco».
G. Fas.