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 2010  novembre 14 Domenica calendario

Così si risparmia con la Borsa a portata di clic - Per investire in Borsa sen­za l’aiuto di un esperto è neces­sario conoscerne le regole in maniera approfondita e verifi­care giorno dopo giorno l’an­damento del proprio «giardi­netto » di titoli, ma pensare che il trading on line sia una strada riservata solamente ai più esperti sarebbe sbagliato

Così si risparmia con la Borsa a portata di clic - Per investire in Borsa sen­za l’aiuto di un esperto è neces­sario conoscerne le regole in maniera approfondita e verifi­care giorno dopo giorno l’an­damento del proprio «giardi­netto » di titoli, ma pensare che il trading on line sia una strada riservata solamente ai più esperti sarebbe sbagliato. Al contrario operare tramite il web, proprio perché consen­te di risparmiare sulle commissio­ni, potrebbe fare diventare più in­teressante pun­tare su strumen­ti­a bassissimo ri­schio come i Btp (e in genere i Ti­toli di Stato italia­ni), oppure gli Etf specializzati. Il «tol» offre inol­tre la certezza, a famiglie e i picco­li risparmiatori, di avere a dispo­si­zione uno stru­mento per inve­stire senza esse­re costretti a en­trare in filiale e, ancora più im­portante, assicu­ra la massima tempestività. Una variabile quest’ultima fondamentale, soprattutto quando si punta sulle azioni. Chi si affida al trading on line può infatti opera­re sui diversi mercati: dal «Mta» di Piazza Affari (dove so­no trattate le azioni dei grup­pi quotati italia­ni) al «Mot», de­dicato ai titoli di Stato (Bot, Btp, Btpi, Cct, Ctz) e alle obbligazio­ni emesse da enti locali, ban­che o altre società. Nondime­no si può avere accesso dal pc di casa alle Borse estere o a strumenti più evoluti come de­rivati e warrant, oppure sotto­scrivere fondi e Etf, i fondi pas­sivi che replicano l’indice cui sono agganciati o le materie prime. Compreso l’oro, che è da sempre il bene rifugio per eccellenza. Altra variabile da tenere in considerazione è poi il costo del Deposito titoli, obbligato­rio per chi desidera effettuare investimenti in azioni, obbli­gazioni e strumenti finanziari quotati in Borsa. Il Deposito ti­toli è soggetto a un’imposta di bollo pari a 34,20 euro all’an­no, cui si sommano le commis­sioni di norma richieste dalle banche. Esistono però istituti di credito online, come Ing Di­rect, che non applicano alcu­na commissione aggiuntiva, assicurando la gratuità delle operazioni di apertura e chiu­sura del rapporto, così come la custodia e l’amministrazio­ne dei titoli. Altri gruppi chie­dono invece di fare fronte a parte delle spese. Il Deposito titoli può, inve­ce, essere evitato nel caso in cui il risparmiatore scelga di sottoscrivere unicamente fon­di di investimento; a patto pe­rò di accettare di porre le pro­prie quote nel «Certificato cu­mulativo » custodito presso la banca depositaria della Sgr. Gli istituti di credito mettono poi quasi sempre a disposizio­ne dei trader degli strumenti pensati per ridurre il rischio di commettere errori: come i no­tiziari specializzati nel mondo della finanza, i dati di Borsa in tempo reale e i servizi di anali­si. A partire dall’analisi tecni­ca, che studia l’andamento grafico dei mercati finanziari, di una singola azione o di un’obbligazione, per preve­derne l’andamento futuro. I migliori servizi di trading online offrono poi un servizio gratuito di alert via sms ed email, che consente di essere avvisati quando un titolo che si ha in portafoglio o che si sta tenendo sotto controllo rag­giunge il prezzo specificato. É poi bene verificare che la ban­ca consenta al cliente di visua­lizzare la lista dei propri titoli preferiti 24 ore su 24 e con le quotazioni sempre aggiorna­te. Per quanto riguarda Ing Di­­rect, per esempio, sul sito è presente una sezione «anali­si », all’interno del menu «news e mercati», con indica­zioni sui segnali di acquisto o di vendita dei principali titoli appartenenti agli indici italia­ni. Quanto, infine, all’aspetto fiscale, i guadagni di Borsa (il cosiddetto «capital gain») so­no soggetti ad un’imposta pa­ri al 12,50%, che può essere pa­gata dagli investitori attraver­so due differenti modalità: il «regime amministrato» o quel­lo «dichiarativo». Nel caso del regime amministrato, l’inve­stitore delega alla banca il cal­colo dell’imposta sostitutiva sulle plusvalenze realizzate. Su ogni singola operazione che determini un guadagno, la banca provvede dunque a trattenere l’imposta dovuta e a pagarla all’erario o a com­p­ensarla nel caso in cui il clien­te abbia precedentemente ac­cusato delle minusvalenze (valide sino a un massimo di quattro periodi di imposta suc­cessivi). Il correntista non ha di conseguenza alcun obbligo in sede di dichiarazione dei redditi. Al contrario chi sce­glie il regime dichiarativo de­ve invece inserire, nella pro­pria denuncia dei redditi, le plusvalenze e minusvalenze registrate nel corso dell’anno. Il singolo risparmiatore deve quindi registrare tutte le com­pravendite effettuate e assol­vere l’obbligo fiscale in manie­ra autonoma.