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 2010  novembre 13 Sabato calendario

Il notaio “migliore” è diventato un fantasma - Nel novembre 2009, superata brillantemente la prova orale, Gabriele Gili, 29 anni, torinese, con una supervotazione finale - 265 su 300- risultava primo nella graduatoria del concorso per notai

Il notaio “migliore” è diventato un fantasma - Nel novembre 2009, superata brillantemente la prova orale, Gabriele Gili, 29 anni, torinese, con una supervotazione finale - 265 su 300- risultava primo nella graduatoria del concorso per notai. Traccia «mortis causa» copiata da Internet, prove annullate dal ministro Alfano, inchiesta della magistratura, scandalo. «Sono schifato per quello che è successo quest’anno a Roma», commenta Gabriele. «Spero che tutti i 15 membri della Commissione - magistrati, professori universitari, notai - paghino per aver gettato fango sul concorso e danneggiato i molti candidati che, sono sicuro, hanno studiato tantissimo facendo con le loro famiglie grandi sacrifici per affrontare un percorso che è una vera prova di sopravvivenza». Discredito con relativi effetti collaterali. Racconta il miglior neonotaio d’Italia: «Da giorni mi sento dire: “Ecco, come hai fatto a diventare notaio!”. Solo battute? Certo, però bruciano. Temo che, per colpa di quei 15 signori che non hanno fatto il loro dovere, si sia incrinata la fiducia di molti italiani per la professione notarile». Il concorso dello scandalo, una delle pagine più sconfortanti in questo autunno italiano, non è il solo motivo di amarezza per il brillante giovane torinese che, per sua ammissione, è poco interessato a certe «inutili polemiche» Nord-Sud subito nate dopo quel che è successo alla Fiera di Roma. Profilo del vincitore del concorso per notai che con altri 308 colleghi non riesce a fare il notaio. Liceo classico all’Alfieri, laurea in Giurisprudenza, tifo moderato per il Toro («Al calcio preferisco il canottaggio»), Gabriele, secondogenito del notaio Guido Gili, scomparso 1 anno e mezzo fa, appartiene a quel 17,5% («Non mi sembra una percentuale da lobby!») di notai per stirpe familiare. Notaio era anche suo nonno Giuseppe («Purtroppo non l’ho conosciuto») ed è notaio suo fratello maggiore, Gustavo. «So di essere un privilegiato, però, non credo che ci sia nulla di male a voler continuare la professione di famiglia», ribatte Gabriele. «Saremmo una casta? Non vedo molto spirito di corpo! Come in tutte le professioni ci sono anche farabutti. L’importante - casta o non casta - è che si faccia pulizia». Grazie al sostegno anche economico della sua famiglia, Gabriele Gili, nel 2005 va a Roma dove segue per 1 anno il corso preparatorio alla scuola Anselmi («La stessa dove quest’anno era stata data la famosa traccia per un’esercitazione agli allievi di un “supercorso” che ai miei tempi non esisteva»); e, per un altro anno, frequenta a Napoli la scuola Genghini. «Devo molta riconoscenza a queste scuole», sostiene Gabriele Gili. Nell’aprile 2007, Gabriele è tra i 2900 su ben 7 mila candidati che passa la preselezione informatica («Quest’anno l’hanno abolita. Un errore: ho visto candidati senza la minima idea di cosa fosse il concorso notarile»)e, nell’ottobre 2007, fa le 3 prove scritte. Lungaggini nelle correzioni, tensioni, incertezza. Due anni dopo, in aprile, non sapendo ancora il risultato, Gabriele partecipa al nuovo bando e rifà i 3 scritti. Solo il 9 luglio 2009 («Giorno indimenticabile; papà, purtroppo, era già morto») apprende d’essere stato ammesso agli orali, 3° in graduatoria. A novembre lo sprint finale. «Un calvario anche per chi ha una famiglia alle spalle!». Ma non era ancora finita. «Da quel momento tutti noi che abbiamo vinto il concorso siamo “Niente”: il ministero della Giustizia non firma la nostra graduatoria perché alcuni candidati respinti hanno fatto ricorso al Tar del Lazio». Senza nomina e senza il famoso Sigillo notarile con lo stemma della Repubblica i 309 sono infatti dei fantasmi. «Ci siamo rivolti a tutti. Invano». Tu cosa fai? «Ogni giorno vado in studio. Mio fratello mi dà una paghetta», dice amareggiato Gabriele. «Per non pascolare ho superato anche il concorso di avvocato. Perdere 1 anno di lavoro è drammatico; immaginatevi per chi ha dei figli! Finiremo a dover ricorrere al Tar; chiederemo i danni. Sono contro l’abolizione dell’Ordine ma, in questa situazione, quale giovane tenterà più di diventare notaio?».‘