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 2010  settembre 01 Mercoledì calendario

Intervista a Enrico Mentana - «Sparo un Tg pesante contro le corazzate» - Buongiorno Enrico Mentana

Intervista a Enrico Mentana - «Sparo un Tg pesante contro le corazzate» - Buongiorno Enrico Mentana. L’altra sera, alla sua prima conduzione del TgLa7, l’ha seguita un mi­lione e mezzo di spettato­ri... «Abbiamo fatto un ottimo risultato, quello che speravo e forse anche di più. Siamo molto contenti di questo esor­dio ma sarebbe­come giudica­re una partita dal primo minu­to di gioco. Anche se hai già fatto un bel gol...». Cappuccetto rosso ha sconfitto il lupo in bocca al quale tutti la spingevano... «Dopo il duecentesimo in bocca al lupo mi è venuta spontanea quell’immagine. In realtà pur senza esser lu­po, negli anni un po’ di pelo mi è cresciuto». Un altro paragone di gior­nata potrebbe essere Men­tana come Ibrahimovic: dove va vince... «Da interista rispondo: ab­biamo vinto senza di lui e an­che contro di lui. Mi piace­rebbe essere paragonato a un calciatore che fa giocare bene la squadra e che si alle­na tutti i giorni». Quando un direttore di giornale appena arrivato aumenta le copie si dice che si è portato i suoi letto­ri. Per un direttore di tg va­le lo stesso? «Sicuramente non c’è un travaso così meccanico co­me avviene nella carta stam­pata e com’è avvenuto per Feltri e, sull’altra sponda, per Travaglio. Ma avendo gestito un tg per 12 anni è comprensi­bile che io sia conosciuto co­me un buon artigiano di tg». Contribuirà anche una dif­fusa voglia d’informazio­ne? «Certamente. Direi che c’è molta voglia di essere al cor­rente di ciò che sta succeden­do davvero». L’informazione dei tg si è infrivolita? «Questa domanda compor­ta un giudizio sul lavoro dei direttori di Tg1 e Tg5 che non mi spetta. So che per Minzoli­ni le soft news danno polpa al tg e molti quotidiani le annun­ciano spesso in prima pagi­na. In questo momento ho scelto di fare un tg centrato sulle hard news». A questo punto Mentana chiede di stare in linea per­ché deve collegarsi con una radio privata per un interven­to in «centosecondi». Parla del caso di Daniele France­schi, l’italiano morto in un carcere francese. Alla fine sa­luta i radioascoltatori e torna all’intervista. Gli altri tg le stanno facili­tando il compito? «Anche l’altro ieri i due principali tg hanno totalizza­to il 48 per cento di share. Non siamo di fronte alla crisi delle cosiddette corazzate dell’informazione. Bisogna fare sempre un tg competiti­vo, concorrenziale e con i bio­ritmi alti. Se gli altri perderan­no qualche punto faranno crescere la nostra voglia di tentare l’impresa. Credo ci sia tanta gente che ha voglia di essere informata e di cono­scere anche il sapore aspro della politica. E di sapere quando questo sapore aspro viene da Berlusconi, quando da Fini, da Di Pietro o da Ber­sani... ». Cosa significa che il TgLa7 sarà concorrenziale? «Che non sarà alternativo. Fino a qualche tempo fa il tg di La7 era fatto per spariglia­re le testate istituzionali. Ora non sarà più corsaro, ma ge­neralista e fatto per concorre­re con gli altri,forse un po’ pa­ludati ». La7 rifugio terzista? «Al terzismo non ho mai creduto. Non mi sembra inte­ressante dare un colpo al cer­chio e uno alla botte o sceglie­re l’equidistanza. M’interes­sa stare fuori dalle parti, rac­contare i fatti senza fare il ti­fo. Essere spassionati non si­gnifica essere freddi». Che effetto le ha fatto tor­nare in video a dare le noti­zie? «Non ho fatto neanche un minuto di prova. Quando im­pari ad andare in bicicletta, anche se non la usi a lungo, una volta sul sellino cominci a pedalare». I titoli e i servizi più lunghi sono una scelta? «Voglio raccontare i fatti, non fare un tg povero o sche­matico ». Si è ritagliato un ruolo da esegeta delle notizie: le commenta, le spiega... «Un tg che vuole essere pre­zioso e curato deve dare noti­zie che siano comprensibili e spiegabili. Chi non conosce la frustrazione di ascoltare un servizio senza riuscire a ca­pire bene cos’è accaduto?». Farà campagna acquisti? Qualcuno si è offerto... «Niente campagna acqui­sti. Sono arrivato scommet­tendo sulla redazione che già c’è e sulla chiarezza della li­nea di navigazione». Che cosa pensa della Rai che vuol convincere Vespa a condurre Sanremo? «Vespa è legato alla Rai da un contratto non giornalisti­co. Quindi teoricamente può fare tutto quello che vuole». In qualche tg il direttore sembra non essere più pa­drone della sua redazio­ne. Minzolini è stato conte­st­ato dalla Busi e dalla Fer­rario, la Berlinguer da Beha... «La casistica è vasta e con­troversa. Un direttore deve fa­re il direttore. Non dev’essere il capo di un’assemblea.Quel­lo che fa un grande direttore è la capacità decisionale. An­che il giornalismo, come il si­stema politico, è sempre più personalizzato».