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 2010  agosto 31 Martedì calendario

STORIA D’ITALIA IN 150 DATE

20 febbraio 1958
Un bel casino!
Ci sarebbe da ricamare a lungo sulla parola «casino» che oggi per noi conserva un unico senso: chiassoso disordine, somma confusione. Possono essere «un casino» i rapporti in famiglia, una guerra, un complicato inghippo burocratico o bancario, una coda di macchine, una spiaggia affollata. Nei secoli passati «casino» è stato anche altro, casino di caccia, di lettura, di nobili, di spiriti, di gioco. Tuttavia, nel 1948, quando la senatrice socialista Lina Merlin presenta alla Camera un disegno di legge per l’abolizione dei casini, la parola ha un solo significato per gli italiani: postribolo, bordello, casa di tolleranza. Un coro sarcastico, furibondo, sghignazzante si leva da mezza Italia: vogliono chiudere i casini! L’argomento fondamentale della Merlin è che lo Stato ricava soldi dalle prestazioni delle prostitute ospitate in quei luoghi ed è quindi uno Stato lenone. In quasi tutti gli altri Paesi europei leggi simili sono state approvate da tempo e l’Italia non deve più tollerare una tale vergogna. Obiezione: ma anche sul gioco, sul fumo, sull’alcool, lo Stato incassa le sue percentuali. Contro-obiezione: ma qui ci sono di mezzo almeno tremila schiave del sesso schedate, non si può speculare ancora sulle loro vite di abiezione e disperazione. Va detto che non tutti i casini sono uguali, c’è una categoria infima dove si fanno sconti a soldati e sottufficiali, una categoria media per impiegati e professionisti e una categoria di lusso dove si danno convegno, ridendo e scherzando con le inquiline, illustri professori, industrialotti, raffinati filosofi, editori. È uno stile di vita che gli italiani considerano del tutto normale. C’è anche il fatto delle visite mediche obbligatorie alle ragazze, che con la legge Merlin sarebbero abolite, con gravi conseguenze sulla salute del popolo.
La senatrice non si lascia scoraggiare, anche se, di legislatura in legislatura, la sua proposta viene sistematicamente fatta slittare a quella successiva. E alla fine vince lei. Dieci anni dopo, con il voto contrario di monarchici e missini, il progetto diventa legge. Le circa ottocento case chiuse si aprono, si trasformano in normali appartamenti e le ex si riversano sui marciapiedi. Pochissime approvano il cambiamento, molte sono spaventate, smarrite, riprendono la loro attività, vanno a far casini sotto i portici, nei bar, intorno alle stazioni. La Merlin non ha risolto il problema della prostituzione, né poteva. È una legge esclusivamente di dignità nazionale. E comunque con le migrazioni dal terzo mondo, e i pedofili, i minori, i gay, le escort, i trans, i bi, i tri… Insomma, un bel casino!