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 2010  agosto 28 Sabato calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CUTOLO

Raffaele"

Giò Marrazzo, Giuseppe, napoletano, è stato uno dei più grandi giornalisti d’inchiesta del suo tempo. Ha scritto di mafia di servizi segreti di camorra di trame oscure, gli hanno bruciato la macchina cinque volte, ”la mafia lo voleva morto”, ha confermato Giovanni Brusca. Morto per un tumore, invece, poco dopo aver pubblicato il libro sulla Vita segreta di Don Raffele Cutolo.
(Andrea Di Robilant, ”La Stampa” 5/4/2005)

Don Raffaele Cutolo picchiò il vicedirettore di Poggioreale
(Pietrangelo Buttafuoco, Il Foglio 29/12/2000 a pagina 2)

Raffaele Cutolo, che di nomignolo faceva ’o professore e solleticava persino la fantasia e l’ironia del poeta De Andrè che - in una famosa canzone - lo faceva identificare così da un agente di custodia: ”...ca ’o maxiprocesso, co’ cappotto ’e cammello, eravate ’o cchiù bello...”
(Fiorenza Sarzanini,’Corriere della Sera” 24/11/2004)

Nel settembre del 2001, su ordinanza di Carlo Bianchetti, giudice per le indagini preliminari del tribunale di Brescia, Franco Berardi, assieme ad altri, venne arrestato nel quadro dell’’Operazione Vesuvio”. La Direzione distrettuale antimafia riteneva che le 38 persone indagate facessero parte di un’associazione camorristica operante nel Bresciano, intorno al lago di Garda. Secondo gli inquirenti, sul finire degli anni Settanta, un gruppo di malavitosi giurò nelle mani di Raffaele Cutolo, capo della Nuova camorra organizzata, durante una ”cerimonia” in una villetta di Soiano del Lago.
(Sebastiano Vernazza, ”La Gazzetta dello Sport” 4/1/2004)

Che personaggio, Juary. Un giorno di tanto tempo fa consegnò una medaglia d’oro a don Raffaele Cutolo, boss della camorra, perché così gli disse di fare don Antonio Sibilia, all’epoca padre padrone dell’Avellino.
(Sebastiano Vernazza, ”Corriere della Sera” 22/2/2005)

Quella volta che Ciriaco De Mita, ricevendo Indro Montanelli (che lo additava a simbolo del malaffare), lo salutò così: «Piacere, Raffaele Cutolo...».
Federico Geremicca, La Stampa 5/3/2005, pag. 13.

A Napoli, fine anni settanta, non era quella - "prendersi tutto" - la voglia di Raffaele Cutolo? Giusto il «professore» della Nuova Camorra Organizzata (Nco) combina l´idea nella testa dei ragazzi della Magliana. Che ha pensato quel Cutolo lì? Ha raccolto dal marciapiede disperati senza futuro, depressi senza utilità e gli ha dato orgoglio e un´identità in quel deserto di munnezza e case, case e munnezza della periferia sgarrupata che, da Napoli, va a Salerno; dal mare, al Vesuvio. Da quelle parti, un "guaglione" dice «sono cumpariello della Nco» e gli altri lo rispettano. ’O guaglione ha diritto a uno stipendio mensile, a una fetta della torta divisa in parti uguali con gli altri, piccoli o grandi che siano; e l´avvocato migliore se le cose si mettono male e, se si mettono malissimo, la famiglia è «a posto» perché la Nco non dimentica nessuno, morto o in galera che sia.
(La Repubblica 02/06/2005, pag.1-16 Giuseppe D’Avanzo)

Davanti alle telecamere si trovò benissimo invece Raffaele Cutolo; ci fu anche chi riconobbe un qualche fascino intellettuale al capo della camorra, più volte intervistato in carcere e ispiratore di una canzone amaramente sarcastica di Fabrizio De André.
(Corriere della Sera 14/09/2006, pag.23 Aldo Cazzullo)

A Napoli comandavano i Gava, non Raffaele Cutolo. Quando ad Antonio Gava le Brigate rosse rapirono un assessore, Ciro Cirillo, Gava ordinò a Cutolo, che era in carcere, di mobilitare i suoi per liberarlo. Gli pagò una mazzetta ma riebbe il suo assessore vivo.
(Panorama 16/11/2006, pag.78 Lino Jannuzzi)

I Sarno hanno attraversato la storia della camorra napoletana: negli Anni 70 con Raffaele Cutolo, poi da soli.
(Guido Ruotolo, La Stampa 14/5/2008)

Pasqualina Alaia, di anni 78. Madre di Immacolata Iacone, che nel 1983 sposò nel carcere dell’Asinara il boss Raffaele Cutolo, e di Giovanni Iacone, che nel 1996 ammazzò sua moglie ma meno di un anno fa, grazie all’indulto, uscì di galera. Costui, stufo della mamma che di continuo gli ripeteva «trovati un lavoro», l’altra sera afferrò un martello di ferro e con quello le sfondò la testa.
Martedì 20 maggio in una casa di Ottaviano (Napoli).
Il foglio 26/5/2008

[Intervisto ad Antonio Mancini] Quindi è vero che voi individuaste la prigione di Moro?
«Verissimo. Ce lo chiese Raffaele Cutolo di darci da fare, e trovammo la casa».
Enrico Gregori, Il Messaggero 24/6/2008, pagina 2

Il figlio Roberto è stato ucciso nella Brianza.
Mario Portanova, Diario, 11 dicembre 2008

Teresa Casoria negli anni Ottanta fu la prima donna a sostenere l’accusa contro Raffaele Cutolo, e il capo della Nco protestò per dover rispondere alle domande di una donna.
Fulvio Bufi, Corriere della Sera, 21/1/2009

Fino alla più recente Nuova camorra organizzata di don Raffaele Cutolo; una barbarie di ritorno, direbbe il napoletano Vico, frutto perverso di una modernità selvatica che degrada uomini e città, privandoli di ogni residuo legame di valori e timor di Dio, dello stato, della legge e del giudizio altrui. Un nome antico per una barbarie nuova. Per la nuova camorra non ci sono santi che tengano. Nemmeno san Gennaro.
Marcello Veneziani, Sud

[Intervista a Saviano] «Certo che ho guadagnato dei soldi – conti nua inarrestabile – ma se così non fosse avrei già dovuto smettere di scrivere le cose che scri vo perché non avrei i mezzi per difendermi dal le querele che mi fioccano addosso da parte dei malavitosi, Raffaele Cutolo in testa, tutte vinte peraltro, per fortuna».
Isabella Bossi Fedrigotti, Corriere della sera 26/06/2009

[Intervista ad Angelo Rizzoli] "Fui insultato dal ministro degli Interni, Virginio Rognoni, perché avevamo svelato che lo Stato era sceso a patti col camorrista Raffaele Cutolo per ottenere la liberazione del dc Ciro Cirillo, rapito dalle Brigate rosse".
Stefano Lorenzetto, il Giornale, 21/2/2010

Un cenno significativo merita il terremoto dell´autunno 1980, che propiziò la fondazione di una specialità camorristica, definita da una studiosa, Ada Becchi, «politica ed economia della catastrofe»: l´affluire di rilevanti flussi di denaro pubblico, originato dal sisma, coincise con il predominio, al vertice della onorata società, di Raffaele Cutolo, detto «’o pazzo» ovvero «’o professore» (e questa coppia di soprannomi designa una temeraria sottigliezza di mente, da arzigogolo criminale).
Nello Ajello, la Repubblica 3/4/2010