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 2010  agosto 04 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CUSANI

Sergio"

Visco ha rischiato di dare un dispiacere al Pci anche durante i giorni tempestosi dei processi di Mani pulite. Nel corso del processo contro Sergio Cusani, venne presa in esame la sospetta decisione del Pci di avversare in un primo momento il provvedimento del 20 ottobre 1989, a firma del socialista Rino Formica, che introduceva una maxi riduzione del carico fiscale per le plusvalenze dei beni patrimoniali conferiti allཿEnimont. In un secondo momento, il Pci propose un provvedimento con diversa impostazione, ma che produceva effetti simili.
Il Foglio, 12/11/1996

Una riduzione di pena di tre anni libererebbe circa 15.000 detenuti, la cifra del sovraffollamento. Questo propongono Sergio Cusani e l’ex terrorista Sergio Segio, che in due hanno scontato 25 anni di galera (5 il primo, 20 il secondo): «Una misura da affiancare ad iniziative utili al reinserimento e recupero dei detenuti», spiegano rilanciando il «piano Marshall per le carceri che lanciammo nell’occasione persa del Giubileo».
Fonte Giovanni Bianconi, ìCorriere della Seraî 15/11/2002

[Intervista a Umberto Cicconi] Attorno a Craxi c’era una corte di adulatori.
"Una bella compagnia di giullari. Ma la voleva lui. Attorno agli uomini potenti c’è sempre gente mediocre e compiacente. Quando la sera tornava in albergo lo aspettavano Paolo e Giovanna Portoghesi, Carlo e Marina Ripa di Meana, Giuseppe Marino, l’antiquario, Giampaolo Sodano e sua moglie Fabrizia Cusani, sorella di Sergio. Tutti lì a fare a gara nel compiacerlo".
Fonte Claudio Sabelli Fioretti, "Corriere della Sera Magazine" 19/5/2005, pag. 60.

Veicolo dell’acquisto di Case fu una società costituita nello Stato americano del Delaware: la Fiat acquisition corporation. E Sergio Cusani, l’ex finanziere legato a Raul Gardini e ai Ferruzzi, che intervenne per conto della Fiom-Cgil all’assemblea degli azionisti Fiat nel maggio 2003, sottolineò che lo Stato americano offre garanzie particolari di riservatezza, rimarcando anche l’andamento anomalo del titolo e chiedendo informazioni su un eventuale ruolo svolto dalla Buc di Lugano, controllata dal gruppo torinese.
Fonte Andrea Malan - Fabio Tamburini, Il Sole 24 ore, 03/07/2005

Intervista a Luca Barbareschi: Né mi incantava il gruppo di Sergio Cusani, i katanga che dicevano, con la erre moscia, "andiamo a catenave i fasci" e poi si precipitavano a Celerina e Sankt Moritz per fare una sciatina.
Fonte Corriere della Sera 24/09/2005, pag.43 Barbara Palombelli

Pierfrancesco Pacini Battaglia «è stato al centro dei più famosi processi di Mani Pulite, protagonista con Sergio Cusani, tra gli imputati, e Antonio Di Pietro, che era dalla parte dell’accusa»
Fonte ("Corriere della Sera" 5/11/2005)

[Sergio Cragnotti] Varca il cancello del carcere di Opera in un pomeriggio novembrino del ’93 per definizione brumoso, in loden blu, sciarpa gialla e valigetta in cuoio. Quel carcere, che solo a pensarlo atterriva Gardini. Lui ne esce illeso e anche più leggero, dopo aver vuotato il sacco. Tre giorni, una bazzecola rispetto ai quattro anni dell’amico Cusani.
Fonte Giancarlo Dotto L’espresso, 13/08/2003

Sergio Cusani, entrato a San Vittore come carcerato, adesso aiuto per i detenuti. Fiorani non ha voglia di rispondere.
Fonte Corriere della Sera 15/12/2005, pag.5 Maurizio Giannattasio, Gianni Santucci

[Intervista a Enza Sampò] Sa che Platinette l’ha eretta a feticcio. E che - dicono - Sergio Cusani in carcere ha ricamato a mezzopunto una t-shirt con la sua faccia?
«Adoro Plati. Se la storia di Cusani fosse vera, mi farebbe piacere. E ci farei una puntata di "Unomattina"».
Fonte Francesco Specchia Libero, 31/10/2004

Per quella storia [Montedison] andò in galera solo una persona: il finanziere Sergio Cusani, consulente all’epoca di Gardini. Finì che Francesco Greco divenne amico sia dell’uno che dell’altro. Con il tempo il legame con Rossi, fatto anche di vacanze estive alla Maddalena dove entrambi hanno casa, si è raffreddato [...] "Siamo diversi, tutto qui" ha spiegato il magistrato tempo fa a un amico. Quello con Cusani, invece, è rimasto.
Il Foglio, "17/5/1997".

«L’offerta pubblica di vendita di azioni Piaggio non piace alla Fiom. In una lettera indirizzata ai ministri economici della Consob, sottoscritta da Sergio Cusani per la Banca della Solidarietà, oltre che da Adusbef e Federconsumatori, i metalmeccanici della Cgil accusano Roberto Colaninno - presidente e maggiore azionista, tramite la Immsi, dell’azienda di Pontedera - di voler quotare la società per offrire alle banche che ne hanno finanziato l’acquisizione una ricca via di fuga e permettere ai manager che la gestiscono l’esercizio delle stock option. Secondo Cusani, che assiste la Fiom nella vertenza, la Piaggio avrebbe bisogno, invece, di finanza straordinaria a sostegno dei suoi piani di sviluppo in Nord America, India e Indonesia
Fonte G.O., Il Sole-24 Ore 9/6/2006, pagina 35.

A chi scrive è capitato d’incontrare Jean Bodoni al terzo piano della Bil, la Banque Internationale a Luxembourg, dove erano aperti i conti di Bettino Craxi, Sergio Cusani, Mauro Giallombardo...
Fonte Diario, 09/03/2007, Gianni Barbacetto

[All’assemblea Telecom] parla Sergio Cusani per chiedere lumi sui rapporti di business tra Telecom e Pirelli, sollevare critiche sul bilancio e proporre di ridurre i dividendi a favore degli investimenti. Poi ha lasciato la parola al fratello gemello, Dario.
Federico De Rosa, Corriere della Sera, 17/4/2007

Sergio Cusani è stato contattato dai vertici del manifesto, che hanno intenzione di sottoporgli i libri contabili. Il contatto, tre giorni fa: ancora nessun accordo firmato, ma è certo che l’ex finanziere dovrà presto capire quali siano le reali condizioni economiche del quotidiano comunista, i cui conti sono ormai da anni, spiacevole gioco di parole, in rosso. C’è qualcosa di curioso, e di non scontato, nel fatto che un quotidiano come il manifesto affidi le proprie sorti proprio all’uomo che, trent’anni fa, era considerato un genio della Borsa, cresciuto alla scuola di Serafino Ferruzzi, poi passato al servizio di Raul Gardini, infine divenuto famoso alle cronache giudiziarie per aver gestito la maxi tangente Enimont ai partiti.
Ma ormai Cusani - che di tutti i protagonisti della vicenda Enimont (banchieri, manager di Stato, industriali e politici è quello che ha scontato la pena più pesante: 5 anni e 6 mesi, di cui quattro trascorsi in carcere- ha cambiato vita, è passato ufficialmente dall’altra parte; si occupa dei problemi dei detenuti e collabora con i sindacalisti della Fiom-Cgil, per i quali svolge pure un’attività di monitoraggio delle aziende in crisi. Infatti. «Anche il manifesto è in crisi- spiegano nella redazione di via Tomacelli- e speriamo che l’abilità di Cusani nel capire le possibili strategie di un’azienda, ci indichi quale sia la strada da percorrere per uscire dalle nostre difficoltà».
Fonte, R.R., Corriere della Sera, 6/12/2007

Nel quotidiano di via Tomacelli (ma da gennaio traslocano nella nuova sede di via Bargoni, in zona Porta Portese) si cambia registro. E si introduce il concetto, finora poco amato, di azienda. L’annuncio è stato dato ieri ai lettori in un lungo e sofferto articolo di prima pagina, che è stato il frutto dell’assemblea di martedì tra i giorna-listi, la direzione, e Sergio Cusani. L’ex finanziere è stato infatti contattato dai vertici del manifesto perché stili un piano di risanmento dei conti economici, da anni oramai in rosso.
Il manifesto ha affidato le proprie sorti, quindi, all’uomo che trent’anni fa era considerato un genio della Borsa, che poi ha lavorato per Raul Gardini e che infine è divenuto famoso nelle cronache giudiziarie per aver gestito la maxi tangente Enimont ai partiti. Oggi Cusani però ha cambiato vita: si occupa di problemi dei detenuti e collabora con i sindacalisti della Fiom-Cgil, per i quali svolge attività di monitoraggio delle aziende in crisi. E martedì ha illustrato il suo progetto di risanamento ai redattori del manifesto.
In sintesi, Manifesto spa, titolare delle testata, ha adesso sulle sue spalle il debito di 12 milioni di euro a fronte di un patrimonio di 20 milioni di euro. Secondo il piano di Cusani la Spa concederebbe per durata pluridecennale la testata alla cooperativa Manifesto Cearl ricevendo un canone annuo. Così la Cearl sarebbe libera di agire come impresa competitiva non più oberata dai debiti. [] Un’assemblea che si è conclusa con il voto per acclamazione della proposta di Cusani. Il quale spiega soddi-sfatto: «Il progetto si deve e si può fare. La trasformazione in azienda e l’abbandono di un’organizzazione non competitiva? I giornalisti l’hanno capita. Come? Ho spiegato che anche loro dovevano fare uno sforzo, adesso, rispetto alle proprie ideologie. Così come i loro lettori avevano fatto tanti sforzi finora».
Angela Frenda, Corriere della Sera, 13/12/2007

La Slc-Cgil (Sindacato lavoratori della comunicazione) ha fatto esaminare i bilanci Rai degli ultimi cinque anni (2002-2006) da un gruppo di esperti coordinati dal consulente finanziario Sergio Cusani. Ed è giunta a una conclusione che è allarmante. No, la Rai non può continuare così, perché di questo passo l’azienda presieduta da Claudio Petruccioli è destinata al declino. [...] Checosa succederà se le dinamiche di spesa dei prossimi tre anni continueranno ad aumentare con il ritmo del biennio 2006-2007? Le cose si metterebbero male, avverte il gruppo di esperti guidato da Cusani. I conti chiuderebbero in rosso, accumulando a fine percorso (2010) una perdita di quasi 200 milioni e una posizione finanziaria negativa per 500 milioni di euro. E a quel punto la svolta sarebbe obbligatoria.
Fonte Corriere Economia 12 maggio 2008, GIUSEPPE SARCINA

Il mattino Gardini lesse Repubblica (che riportava alcune anticipazioni de Il Mondo che lo riguardavano) e non resse più, si uccise. La reazione di Di Pietro, a caldo, fu questa: «Nessuno potrà più aprire bocca, non si potrà più dire che gli imputati si ammazzano perché li teniamo in carcere sperando che parlino». Aveva ragione: qualcuno si ammazzava prima ancora di finirci. Quel giorno stesso, Di Pietro mandò ad arrestare parenti e amici di Raul Gardini, tra i quali Carlo Sama e Sergio Cusani.
Fonte Filippo Facci, il Giornale 24/11/2008

Cusani, Armanini, il generale della Guardia di finanza Cerciello (difeso a spada tratta da Taormina) sono tutti «l’unico condannato di Mani Pulite». «Ebbene ci sono 1200-1300 persone che sono gli "unici condannati di Mani pulite". Sì, bisognerebbe rileggere tutte le carte e poi scrivere la verità dimenticata di Mani pulite. Anzi, quando andrò in pensione lo farò».
Fonte Antonio Di Pietro con Gianni Barbacetto, ཿIl guastafeste࿝, Ponte alle Grazie, Milano 2008

Non sappiamo se oggi sia ancora attivo il lato malavitoso dell’IOR dove sono transitati, tra l’altro, i tesori della mafia (secondo Massimo Ciancimino), la maxitangente Enimont gestita da Carlo Sama, Sergio Cusani e Luigi Bisignani, e innumerevoli altre operazioni finanziarie per conto di fantomatiche fondazioni. Fonte Massimo Teodori, Il Sole 24 Ore-Domenica, 7 giugno 2009

Luglio 1993. Detenuto nel carcere di San Vittore, Sergio Cusani, lཿarchitetto della tangente Enimont aveva paura dཿessere ucciso. Guardingo lo confidò ai magistrati, ecco «mi ammazzano». E Antonio Di Pietro, Francesco Greco, insomma quelli del Pool non capirono. Non colsero lo strazio di un uomo abbandonato ai suoi segreti. Si
tennero la confidenza senza comprendere, soprattutto, che proprio quei segreti avrebbero superato integri ogni inchiesta, andando a costituire la pietra tombale delle loro velleità investigative. Così è stato. Della maxi tangente Enimont si è conosciuto poco, pochissimo.
Fonte Gianluigi Nuzzi, Libero 27/8/2009

A Napoli l’armatore di origine greca Alessandro Tomasos, numero uno della TTL Lines, ha comprato per 13 milioni di euro Villa Cusani, storica residenza di Sergio Cusani.
Fonte Maurizio Maggi e Stefano Vergine, L’espresso, 22 ottobre 2009, pag. 50

Incaricati dalla Montedison dellཿoperazione, il consulente Sergio Cusani e lཿamministratore delegato Carlo Sama si rivolgono a Luigi Bisignani (giornalista Ansa iscritto alla P2 di Licio Gelli), che lཿ11 ottobre 1990 apre allo Ior il conto ཿLouis Augustus Jonas Foundation࿝, apparentemente destinato ad «aiuto bimbi poveri». Dopo tre mesi de Bonis si presenta in banca con 5 miliardi di titoli di Stato da mettere allཿincasso: 2,7 miliardi sul deposito ཿJonas Foundation࿝, 2,2 sul conto ཿCardinale Francis Spellman࿝. Dal conto Spellman tempo pochi minuti viene disposto un bonifico di 2,5 miliardi su un conto della Trade Development Bank di Ginevra, via Banca di Lugano (è la prima tranche della maxitangente). [...] Serafini. Lཿ8 maggio 1991 Cusani, Sama e Bisignani aprono allo Ior il conto ཿFondo san Serafino࿝ (dal nome del fondatore del Gruppo Ferruzzi), dove vengono depositati 36 miliardi di lire in Cct. Senza al alcun potere di firma de Bonis dispone un bonifico di 9,8 miliardi per la Società di Banca Svizzera (Sbs) su un deposito riconducibile a Mauro Giallombardo, uomo di fiducia dei conti segreti del Psi e di Bettino Craxi (seconda tranche della maxitangente). Sul deposito transiteranno ricavi di titoli verso banche svizzere per altri 44,8 miliardi. Altri 23 miliardi saranno depositati nel conto ཿJonas Foundation࿝, 12,4 ritirati da Bisignani tra lཿottobre 1991 e il giugno 1993. Nellཿestate 1991 il matrimonio, in Vaticano, tra Carlo Sama e Alessandra Ferruzzi, figlia di Serafino, celebrato da de Bonis.
Fonte Frammento 194232, Gianluigi Nuzzi. Vaticano S.p.A., Chiarelettere, 2009, 280 pagine, 15 euro

Sergio Cusani, l’unico a farsi quattro anni e passa di galera nella Tangentopoli milanese, ora impegnato in Germania ad allestire mostre dopo un percorso di riscatto esemplare: «La lettura è amara. C’è stata una stagione in cui si pensava di poter cambiare costume e cultura in Italia. Ma si è lavorato solo sulla sovrastruttura».
Fonte Goffredo Buccini, Corriere della Sera 06/05/2010