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 2010  luglio 24 Sabato calendario

DOPO LA BATOSTA STREGA LA RCS CERCA UN CAPO

La notizia che Rosaria Carpinelli potrebbe ritornare in Rcs e diventare il nuovo amministratore delegato di Rcs Libri è stata prontamente smentita al Riformista dalla stessa interessata: «La definirei un’elaborazione condita con molta fantasia. Qualunque commento sarebbe fuori luogo». Anche le varie direzioni editoriali del gruppo cascano dalle nuvole: nessuno sa niente e la voce girata in questi giorni prende di sorpresa anche pezzi grossi ai piani alti della Rcs. Come spesso succede, però, chi sta dentro spesso ne sa meno di chi sta fuori. La voce, per il momento priva di fondamento, ha però riaperto il balletto dei nomi e le ipotesi su chi alla fine approderà sulla poltrona di amministratore delegato della casa editrice milanese.
In via Mecenate stanno cercando di riprendersi dopo la batosta del premio Strega, perso per quattro voti dall’esordiente Silvia Avallone contro il candidato della Mondandori Antonio Pennacchi. Pare che tra i voti mancati ci fossero proprio dei nomi di autori Rizzoli (Silvia Ballestra e Emanuele Trevi in primis), confusione che è andata a sommarsi all’altro pasticcio dell’autocandidatura di Rosa Matteucci, autrice Bompiani, in corso solitaria per entrare nella cinquina, che ha portando un danno di immagine, di poca compattezza del gruppo e ha certo contribuito a una emorragia di voti.
Sono mesi che Rcs ha dato mandato alla società di cacciatori di teste Egon Zehnder di trovare un amministratore delegato per Rcs Libri, posto lasciato vacante ad aprile da Giulio Lattanzi, passato alla direzione generale dei quotidiani, mentre Teresa Cremisi era rientrata da Parigi come vice presidente della Rcs Libri. La zarina dell’editoria a Milano avrebbe dovuto ricoprire incarichi di gestione analoghi a quelli di Lattanzi, mentre sta molto tempo ancora a Parigi, dove ha mantenuto le cariche di presidente e direttore generale di Flammarion. Ecco quindi la necessità di una figura forte in Italia per collegare tutte le case editrici e dare unità e consistenza al gruppo.
Egon Zender ha valutato molti candidati, principalmente figure provenienti dal mondo della finanza, banche e professionisti di ambito economico ma nessuno di quelli contattati è stato ritenuto ideoneo e altri che invece piacevano a Rcs non hanno accettato. Spunta così la voce su Rosaria Carpinelli, figura storica che ha lasciato un ottimo ricordo in Rcs e ha mantenuto ottimi rapporti e consulenze per alcune collane e per autori cult come Oriana Fallaci.
La Carpinelli è stata la storica editor di Biagi, colonna portante della grande Rizzoli degli anni d’oro, e lasciò di stucco il mondo delle patrie lettere quando mollò una delle poltrone più importanti dell’editoria italiana per andare a dirigere la piccola casa editrice Fandango, costola libraria della casa di produzione cinematografica di Domenico Procacci. Gavetta come redattore della Bompiani, poi il passaggio in Frassinelli e la direzione editoriale di Sperling & Kupfer, per balzare poi con lo stesso incarico in Rizzoli e finire responsabile dell’interva divisione libri della Rcs Libri. Se sia stata la voglia di cambiare, la sfida di tornare a contatto con gli autori e la fattura dei libri o qualche contrasto interno alla Rcs a farle lasciare la preziosa e ambita poltrona, è cosa mai chiarita. In Fandango era arrivata con quattro moschettieri, Alessandro Baricco, Carlo Lucarelli, Edoardo Nesi e Sandro Veronesi, autori e anche soci della casa editrice. Il progetto, come era pensato all’epoca, non è decollato e l’estate di due anni fa Rosaria Carpinelli ha ristupito di nuovo il mondo editoriale lasciando la Fandango e mettendosi in proprio.
Ha fondando una sua personale agenzia letteraria, molto particolare, perché rappresenta solo quattro autori: Paolo Sorrentino, Gianrico Carofiglio, Melania Mazzucco e Filippo Timi. Per lasciare questo suo piccolo paradiso con autori da centinaia di migliaia di copie, in Rcs dovrebbero allettarla con qualcosa di molto sostanzioso. Chissà se sarà proprio la Carpinelli il coniglio bianco a uscire dal cilindro di Paolo Mieli, presidente scornato dalla disfatta dello Strega, che ci aveva messo la faccia senza riuscire a portare a casa il risultato.