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 2010  luglio 24 Sabato calendario

PAZZIE ITALIANE «QUEI DENARI CHE SI BUTTANO»

Secondo un vecchio adagio giornalistico, per dare bene le notizie, soprattutto quelle politiche, bisogna per prima cosa capire da dove vengono i soldi e dove vanno, poiché l’ essenza della politica è la destinazione delle risorse di bilancio (basta pensare ai dibattiti infuocati sulla manovra di Tremonti che si svolgono in questi giorni). Il «Corriere» fin dalla sua nascita, nel 1876, dimostrò di aver imparato bene la lezione, dedicando alla finanza pubblica una notevole quantità di articoli, favorito dal fatto che proprio in quegli anni, con l’ uscita di scena della Destra Storica e l’ addio di Quintino Sella al ministero del Tesoro, si passò a una gestione che non metteva più il pareggio di bilancio tra le sue priorità. Il giornale fu sempre molto deciso nel sostenere da un lato una politica fiscale meno onerosa e meno ingiusta nei confronti sia dei poveri che delle categorie produttive, ma dall’ altro nel chiedere una riduzione della spesa pubblica. Tipico (e molto gustoso) è il fondo di prima pagina del 10-11 giugno 1887 («I denari che si buttano via») in cui si fa l’ esame voce per voce del bilancio della Pubblica istruzione (38 milioni e mezzo dell’ epoca). «Senza essere avari è lecito ritenere che un Paese il quale tassa anche il grano dà segno di una leggiera tendenza di pazzia quando accorda 5.000 lire l’ anno alla pubblicazione delle scoperte archeologiche di Creta e ne vuole spendere 10.000 per le opere di Galileo stampate già, in quello che hanno di veramente utile per noi, in cento edizioni... A ogni piè sospinto si trovano sussidi e assegni straordinari, spese d’ ufficio, riparazioni di locali, tutti gli indizi di un’ amministrazione che ha le mani bucate e spende alla grande perché non suda il danaro che spreca».
Paolo Rastelli