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 2010  luglio 24 Sabato calendario

Greta Garbo (Greta Lovisa Gustafsson), 18 settembre 1905, Stoccolma, 15 aprile 1990, New York • Nata in una casa di Blekinge Street, al numero 32, periferia di Stoccolma

Greta Garbo (Greta Lovisa Gustafsson), 18 settembre 1905, Stoccolma, 15 aprile 1990, New York • Nata in una casa di Blekinge Street, al numero 32, periferia di Stoccolma. Quarto piano, quattro stanze compresa la cucina senza acqua calda. Figlia di Karl Alfred Gustafsson e Anna Lovisa Karlsson, origini contadine. Un fratello e una sorella più grandi: Sven e Alva. Famiglia povera: il padre si adatta a fare qualunque lavoro, dal commesso allo spazzino. La madre fa le pulizie in una fabbrica o in casa di vicini e sa cucire molto bene • A sette anni frequenta la scuola elementare Katarina. Ma a 14 anni abbandona gli studi: il padre ha grave malattia renale, lei lo accudisce. Il 1 giugno 1920 Alfred Gustafsson muore • Greta va a lavorare in un negozio di barbiere vicino casa: deve lavare forbici e rasoi e insaponare le facce dei clienti. Stipendio: 4 corone la settimana (circa 1 dollaro di allora) • Va poi a lavorare come commessa nel grandi magazzini PUB, dove notano la sua bellezza, la fanno posare per il catalogo e le fanno girare qualche filmetto per reclamizzare abiti e cappelli. A Greta piace molto così cerca altri lavoretti come attrice. Si licenzia, ma a parte un film scadente in cui interpreta una bellezza al bagno, non trova altro • Si mette a studiare per entrare all’Accademia Regia di Stoccolma, dove la prendono. Qui le chiedono di fare un film per Mauritz Stiller, il più geniale e famoso regista svedese, che cerca attrici per una nuova pellicola • Greta va al provino con un’altra attrice. Dopo due ore di attesa Stiller entra nella stanza e dice a Greta: «E ora, signorina, si stenda e si senta male». Il provino va male, ma Stiller scrive nel suo diario: «Ho notato subito come sia facile dominarla fissandola direttamente negli occhi» • Stiller la prende comunque e le insegna tutto: da allora diventano inseparabili • «Non concedere mai interviste. Renditi preziosa, comportati come se avessi un segreto da nascondere. Non rivelarti mai a fondo» (Stiller a Greta) • Stiller decide anche di cambiarle il cognome: chiede aiuto ad Arthur Norden, uno storico, che suggerisce Gabor, come il re d’Ungheria del XVII secolo Gabor Bethlen. Stiller ne prova le varianti e arriva a Garbo. Altri dicono che si sia ispirato alla parola garbon, nella tradizione scandinava folletto misterioso, o alla parola italiana garbo, o ancora a un pittore fiorentino, Raffaellino del Garbo, della fine del 1400. Ne Stiller ne la Garbo hanno mai rivelato l’origine del nome. Comunque Greta cambia nome all’anagrafe nel dicembre del 1923 • Nel novembre del 1924 arriva in Europa Louis B. Mayer, vicepresidente della Metro Goldwyn Mayer (Mgm), uno degli uomini più potenti di Hollywood. Incontra Stiller e vede il suo film: gli propone di trasferirsi ad Hollywood. Lui vuole che anche la Garbo lo segua. Organizza una cena con l’attrice per fargliela conoscere. Mayer nota che la giovane ha il seno piatto, i fianchi larghi, le caviglie grosse. Si rivolge all’interprete e dice: «Raccomandi a Miss Garbo di perdere peso. In America non piacciono le donne grasse» • Greta Garbo e Mauritz Stiller si imbarcano a Göteborg sulla nave Drottningholm il 29 giugno del 1925 e arrivano a New York dopo 9 giorni, il 7 luglio • Restano in attesa di essere chiamati per due mesi, poi un giorno il fotografo tedesco Arnold Genthe la fotografa. «voglio fotografare i tuoi occhi e quello che c’è dietro la tua straordinaria fronte» le dice. E sul suo diario scriverà poi: «Il suo volto aveva un’insolita mobilità e la mia macchina aveva fissato una serie di pose e di espressioni diverse, così diverse che a stento si poteva credere che fosse la stessa ragazza» • Quelle foto, o forse l’intervento di un amico di Stiller, smuovono la situazione e Greta e Stiller vengono convocati finalmente a Hollywood. Ma anche lì restano in attesa di lavorare • Finalmente Greta viene scelta per interpretare il ruolo della protagonista nel film Il torrente, poi ingaggiata per La tentatrice • «Quando vedrete La tentatrice, perdonatemi. Tutto è sgradevole in questo film e per la seconda volta la mia parte è quella di una vamp, una seducente, distruttiva e senza scrupoli, un ruolo che detesto» (Greta in una lettera agli amici in Svezia) • Intanto a Stoccolma muore la sorella Alva • Per il suo terzo film la Mgm le affianca John Gilbert. Gilbert è una star, guadagna 10 mila dollari a settimana, riceve talmente tante lettere dalle ammiratrici che gliele devono recapitare con un camion. Ha una grande villa con piscina e campo da tennis, gli piace divertirsi, bere, fare ricche feste e cene. Due divorzi alle spalle, occhi scuri e brillanti e un sorriso perfetto • Con Gilbert Greta flirta subito: il primo giorno di riprese devono girare una scena d’amore. Il regista sussurra: «Pronti per il primissimo piano». Poi «Meraviglioso, stop». Ma il bacio continua. «Stop, stop, è andato benissimo». I due continuano a baciarsi. «Accidenti, ma quei due fanno sul serio» dice ad alta voce un macchinista • «Un giorno è infantile, semplice, ingenua. Il giorno dopo è una donna misteriosa, vecchia di mille anni, acuta e sconcertante, che sa tutto. La Garbo ha la personalità più complessa che io abbia conosciuto» (John Gilbert) • L’amore tra la Garbo e Gilbert dura tre anni, dal 1927 al 1930. Lui le chiede più volte di sposarlo, e per due volte quasi ci riesce: la prima Gilbert ha organizzato un doppio matrimonio: il suo e quello del regista King Vidor con Eleanor Boardman. Ma la Garbo non si presenta alla cerimonia. La seconda volta Gilbert riesce a portare la Garbo, in auto, nel Nuovo Messico, a Santa Ana, dove ha fissato l’appuntamento davanti all’ufficiale di stato civile. Ma durante il viaggio si fermano al ristorante di un hotel per il pranzo. Greta si chiude nella toilette e scappa via uscendo dal finestrino, prende un treno e se ne torna sola a Hollywood. Teme che Stiller li stia inseguendo e li scopra, spiegherà poi • Nel novembre del 1928 Maurice Stiller muore. caduto in disgrazia e tornato in patria • «Se mi sento osservata mi sembra di essere una sciocca donna che fa le smorfie davanti all’obbiettivo e viene distrutta ogni illusione, si rompe l’incantesimo della scena che io sto vivendo» (Greta Garbo, che non concedeva a nessuno di assistere alle riprese e pretendeva che il regista stesse sempre dietro la macchina da presa, a volte anche dietro un telone) • «Lei non dice niente e lascia che il mondo scriva la sua storia» (Billy Wilder) • Un amore per la regina Cristina, con cui ha molte affinità: detesta il matrimonio, non le piacciono gli abiti elaborati e sontuosi, preferisce vestire abiti maschili, è bisessuale. La interpreta in un film • Nelle scene d’amore è sempre lei a prendere l’iniziativa • «La Garbo parla» (slogan con cui viene lanciato il primo film con sonoro interpretato dalla Garbo, Anna Christie, nel 1930) • «La Garbo è una solitaria. una grande artista, ma la sua grandezza e la sua tragedia stanno proprio qui: apparire viva solo quando recita, quando si immedesima in un personaggio, mentre sembra che la vita intorno a lei, le persone siano solo ombre che in fondo la annoiano» (Marie Dressler) • «Greta Garbo aveva una voce profonda, grave, con qualcosa di lontano, di nostalgico, ed era questa intonazione che mi sforzavo di imitare. Era una voce morbida e velata, evocatrice». (Tina Lattanzi, doppiatrice della Garbo) • Finita la storia con Gilbert la Garbo si trasferisce in una villa stile spagnolo in Chevy Chase Drive, a due piani, il secondo riservato agli ospiti, ma Greta lo chiude a chiave perché non riceve mai nessuno. Nessuno conosce il suo indirizzo • Appena i fans e i giornalisti scoprono dove vive, cambia casa • Infine nel 1939 acquista una casa in Maberry Road a Santa Monica e ne arreda solo tre stanze, le altre le lascia vuote • Quando lavora spesso si alza alle 5, fa un tuffo in piscina poi si prepara per essere agli Studio alle 9. Se non lavora passa intere giornate a letto, si alza solo per nuotare, fare ginnastica o prendere il sole. Ama la pioggia, rara in California: così ogni tanto apre le pompe a pioggia per innaffiare e passeggia sotto gli spruzzi finché non è fradicia • Nel suo guardaroba: pantoloni, camicie, giacche da uomo, cravatte. Odia i tacchi alti e compra scarpe da uomo tipo oxford: «Proprio quello che fa per noi scapoli» dice • Nel 1937 ha una storia con Leopold Stokowski, per 24 anni direttore dell’Orchestra Filarmonica di Filadelfia. Tutto finisce quando la Garbo scopre che lui dà il loro matrimonio per certo, lo ha già scritto agli amici e si è lasciato sfuggire qualche indiscrezione interessata con la stampa • «La Garbo di solito parlava poco, ascoltava gli altri. A volte sembrava triste, altre allegra, ma c’era sempre qualcosa di lontano nel suo sguardo, come se stesse inseguendo una segreta nostalgia, un pensiero che non poteva essere decifrato, rivelato» (Katharine Hepburn) • «Se io morissi un sabato sera, durante un weekend, nessuno se ne accorgerebbe perché sono sola. Lo verreste a sapere solo il lunedì quando la mattina arriva la cameriera» (Greta Garbo) • Verso la fine degli anni Trenta la Garbo ha una storia con Gayelord Hauser, "dottore in scienza naturali", un naturalista che cura i divi con i metodi naturali. Lo lascia quando scopre che Hauser ha telegrafato agli amici che sposerà la Garbo e ha già promesso l’esclusiva del resoconto a un amico giornalista dell’International News Service • Nel 1931 la Garbo conosce Mercedes de Acosta, lesbica, con cui intreccia una relazione omosessuale. Mercedes porta avanti anche una relazione con Marlene Dietrich, che dura però solo un anno, mentre la storia con la Garbo va avanti per una decina d’anni, anche se a intermittenza e si interrompe definitivamente quando Mercedes pubblica una sua autobiografia in cui parla della Garbo • Greta Garbo viaggia in incognito con lo pseudonimo di Harriet Brown, si fa portare i pasti in cabina, viaggia con due valigie, tanti pantaloni e nessun abito da sera. Quando prende l’aereo prenota due posti di prima classe per evitare che qualcuno le si sieda accanto • «Credo che la Garbo sia talmente schiva che non andrà neppure al proprio funerale» (Billy Wilder) • Nel 1942 gira l’ultimo film, Non tradirmi con me, un flop che la convince a lasciare il cinema: «Non reciterò più» dice a Cukor, regista del film. E così fa, a 36 anni • Sembra che in realtà la Garbo volesse tornare a recitare finita la guerra, ma il conflitto durò più a lungo del previsto e quando terminò altre attrici si erano imposte sullo schermo • Avara. Racconta Federico Zeri, storico e critico d’arte, amico della Garbo: «Quando andava a cena da lei il menu era sempre lo stesso: uova in gelatina, brodo, a volte roastbeef, crème caramel, portati da una piccola trattoria della Prima Avenue» • George Schlee, marito di Valentina Schlee, stilista. Greta li conosce nel 1942, e diventa subito loro amica. Si vocifera che abbiano una storia a tre, sicuramente lei amoreggia con George, passano insieme le vacanze, lui è autoritario. La stampa lo definisce «l’impresario, interprete, segretario, guardia del corpo, e probabilmente lavandaio e guardarobiere di Greta Garbo». Altre volte «Mister Garbo». Lei va a vivere nello stesso palazzo dove George abita con la moglie, a New York: loro al nono piano, lei al quinto • George muore di attacco cardiaco il 3 settembre del 1964, mentre è a Parigi con Greta. La Garbo ci mette due anni a riprendesi • «Non ho mai davvero incontrato la persona giusta, che mi dicesse che cosa dovevo fare a cui anche io potessi dire che cosa fare, in un rapporto di fiducia reciproca, di parità» (Greta Garbo) • Regole imposte dalla Garbo al suo gruppo di amici: non dovevano chiamarla Greta, ma G.G. Chi non era intimo poteva rivolgersi a lei con un Miss G. o Miss Brown; soprattutto nessuno doveva mai parlare di lei con altri • Soffriva di insonnia, andava a letto molto presto, tra le otto e mezza e le nove di sera, e si alzava alle sei-sette di mattina • Nel 1946 la Garbo inizia una relazione con Cecil Beaton, famoso fotografo, omosessuale. «Greta esercita su di me un’attrazione sessuale ambigua. metà ragazzo, metà donna. stata lei a insegnarmi a fare l’amore, mi sono reso conto di quanto tempo ho perduto sinora. Però sento che vengo usato da lei per il mio corpo. Greta mi ha detto che verrà da me quando ne avrà voglia, ma che George Schlee avrà sempre la precedenza» (Cecil Beaton) • «Non mi sento di legarmi definitivamente a una persona. una responsabilità troppo seria. E poi sai quanto io sia difficile e nevrotica. impossibile andare d’accordo con me» (Greta a Cecil Beaton) • Greta, che amava intrecciare gli incontri con i suoi amanti: andava a trovare Mercedes con Beaton, si presentava a casa di Beaton con Schlee, ecc • Alcuni sostengono che sia stato Beaton a voler far credere di essere stato a letto con Greta. Lei avrebbe commentato: «che stupidaggine. Beaton è un finocchio, non è capace di fare niente» • Tra gli amori che le si attribuiscono, dopo la morte di Schlee, quello con la baronessa Cecile de Rothschild, sua grande amica • «Greta non diceva niente di importante, spesso se ne stava zitta, ma era talmente affascinante, possedeva un tale magnetismo che non aveva bisogno di parlare. Guardandola ci si dimenticava che non aveva letto un libro, che non guardava nemmeno i giornali, che non sapeva niente di niente. Beveva molta vodka e allora diventava allegra e faceva risate meravigliose» (la contessa Donina Cicogna) • Era attratta soprattutto «dalle donne. Forse ha amato sia le une che gli altri. Gli uomini le sono stati più che altro utili per la carriera e per amministrare le sue sostanze. Con Cecila de Rotschild credo che ci sia stata una lunga storia» (la contessa Donina Cicogna) • Le piaceva fare il bagno nuda e anche passeggiare nuda per i boschi • Louise Brooks, attrice degli anni Venti, confidando agli amici di aver passato una notte d’amore con la Garbo la descrisse così: «una lesbica completamente mascolina e un’amante affascinante e tenera» • «Non mi sposerò mai. Non sopporto l’idea di un uomo chiamato Mister Garbo» (Greta Garbo) • Il flirt con Erich Maria Remarque (che però era impotente), che racconta: «Più tardi salimmo di sopra, lei entrò nella camera da letto, la luce dello spogliatoio dietro di lei scivolava dolcemente sulle sue spalle nude e levigate, disegnava i suoi incantevoli lineamenti: il viso, le mani. Un tremore impercettibile percorreva il suo corpo. Poi la sua voce... l’assenza di ogni altra forma di sentimentalismo o di melodramma, e tuttavia pieno di ardore...» • «Non è strano? Io non sono più giovane, ho avuto una lunga vita. E in tutta la mia vita non ho mai ricevuto una lettera d’amore» (Greta Garbo) • Muore a 84 anni, al New York Medical Center, a Manhattan