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 2010  luglio 24 Sabato calendario

Le donne del Novecento: Eleonora Duse - Io Donna (puntata n. 13) -Coppia 1 «La superdonna del superuomo» (Michele Smargiassi)Coppia 2 D’Annunzio sulla Duse: «La racchia»

Le donne del Novecento: Eleonora Duse – Io Donna (puntata n. 13) -

Coppia 1 «La superdonna del superuomo» (Michele Smargiassi)

Coppia 2 D’Annunzio sulla Duse: «La racchia». La Duse su D’Annunzio: «Nano ripugnante».

Coppia 3 La Duse di cinque anni più vecchia.

Lei La Duse alta un metro e 58, girovita 62, gambe lunghe che D’Annunzio apprezzava (per D’Annunzio alle donne mancavano sempre sette centimetri di gambe).

Lui D’Annunzio nel settembre 1894, epoca dell’incontro con la Duse: stempiato, pizzetto, baffi all’insù, denti guasti, alto uno e 65, Mefistofele dal mento sfuggente. Isadora Duncan: «Quando parla all’amata diventa il ritratto di Apollo».

Lei La Duse s’era messa con D’Annunzio, ma continuava a vedere Arrigo Boito.

Boito Arrigo Boito, all’inizio, non trovava qualcosa di abbastanza fragile da regalare alla Duse.

Lei «All’infuori dei baci, nulla è dicibile tra di noi. Non mi rimane dunque che ripigliare in groppa me stessa» (la Duse lascia Arrigo Boito, lettera in tre colori diversi, ciascun inchiostro alludendo a un’emozione)

Lui «Voglio possederti come la morte possiede... Disperderti alla rosa dei venti, discioglierti nel Gran Tutto» (D’Annunzio)

Lei «Nessuna di quelle che ti amano ha veduto nell’anima mia ciò che io traverso loro ho veduto nella tua. Ecco perché le sopporto e indulgo con loro» (la Duse).

Lui «Le sofferenze che le procuro aumentano la sua bellezza morale» (D’Annunzio).

Lei «Ditegli che gli perdono. Gli perdono la sua durezza, la sua crudeltà, i suoi modi. Gli perdono di avermi sfruttata, rovinata, umiliata. Gli perdono tutto perché ho amato» (la Duse su D’Annunzio in tempo di morte)

Lui «È morta quella che non meritai».

Tebaldo Per umiliare Tebaldo Cecchi, padre di sua figlia Enrichetta, marito e collega, tirò fuori il seno in scena.

Flavio Andò Flavio Andò, altro attore e amante: «Bello. Per il resto, un cretino».

Genitori Genitori attori, e guitti. A quattro anni, per farle fare Cosetta de I miserabili la picchiano sulle gambe.

Media Niente gioielli, niente cerone («fiamma tinta, fiamma spenta»), niente ritratti, niente interviste («di notte lavoro, di giorno riposo»), niente prove con i colleghi («costruisco il mio personaggio col pensiero»), nessuna rivelazione sulla sua vita privata («a che pro mostrare i fili della marionetta?»), niente specchi né in casa né in albergo, adopera nella vita gli abiti di scena, i vestiti le cascano però sempre o di qua o di là, «cappelli di traverso, mantelli larghi, veli lenti, bluse male abbottonate, gonne male agganciate, un guanto su e uno giù» (Ugo Ojetti), benché alla fine spenda parecchio, per esempio i mantelli viola prugna con maniche a pipistrello e tuniche in crespo bianco ricamate d’argento disegnati da Mariano Fortuny o della Maison Worth, un mantello di scena da duemila lire nel 1904 (duemila lire = settemila euro), ecc. Abbandono della scena nel 1909 (menopausa), ritorno a 62 anni, teatro Balbo di Torino, viso stanco, capelli bianchi, rughe («Se mi vogliono così…, se no ritornerò nel silenzio»).

Casa In casa solo satin bianco, dalle linee morbide.

Tecnica La tecnica della Duse, che «non mi consente semplicemente di recitare le parti, ma che mi costringe, del tutto contro la mia volontà, a soffrire insieme agli esseri che rappresento».

Wolkoff Wolkoff, ex amante, che si faceva trovare addormentato davanti alla sua porta.

Nero D’Annunzio pretese che sotto portasse rasi neri lunghi fini al ginocchio, fatti cucire apposta da lui.

Tournée Girava da una città all’altra con ventisette bauli.

Copioni «Cupa dentro» oppure «Triste in sé» (annotazioni della Duse sui copioni teatrali).

Azzurro Un giorno pretese «un mantello… color del lago di Pallanza alle 4 del pomeriggio». Il costumista si portò effettivamente sul lago di Pallanza e manipolò fino a raggiungere il punto d’azzuro richiesto.

Fuoco «È necessario! Il fuoco! Il fuoco! Subito!» (la Duse tenta di incendiare la casa di D’Annunzio dopo aver trovato sul letto le forcine della nuova amante di lui Alessandra Carlotti Di Rudinì).

Arte «Quelli che pretendono di capire l’arte, non capiscono nulla».

Lui «L’infedeltà fugace dà all’amore una novità inebriante» (D’Annunzio).