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 2010  luglio 14 Mercoledì calendario

MAREA NERA, TEST SUL NUOVO TAPPO

Servono almeno altre 24 ore per capire se il nuovo supertappo riuscirà a fermare l’emorragia di greggio che da 84 giorni fuoriesce dalle condutture di profondità della piattaforma Deepwater Horizon.
 questa la scadenza fissata ieri da Thad Allen, ex numero uno della Guardia costiera americana, e attuale comandante delle operazioni di recupero nel Golfo del Messico. Già da 24 ore gli ingegneri di BP, il colosso britannico a cui fa capo la piattaforma esplosa lo scorso 20 aprile provocando la morte di undici operai, hanno iniziato a chiudere le tre valvole che consentono al greggio di fuoriuscire. Rimane da capire se il nuovo tappo da 75 tonnellate è in grado di contenere la spinta del petrolio. Gli esperti vogliono inoltre valutare se la conduttura di profondità sia danneggiata in qualche altro punto prima di procedere con la fase successiva. Se la pressione dovesse essere tenuta sotto controllo per almeno sei ore consecutive dalla chiusura della prima valvola, le possibilità che l’operazione si concluda con successo sarebbero molto maggiori, spiega Allen nel corso di una conferenza stampa nel quartier generale di Bp, a Houston. Se la pressione è bassa, i test dureranno sei ore, se è alta 48 ore. L’installazione del nuovo tappo giunta dopo tre giorni di lavori nelle profondità marine è stata accolta con un certo sollievo dalle popolazioni che abitano le coste del Golfo, dal Texas alla Florida. Tuttavia anche in caso di esito positivo, il problema è ben lontano dall’essere risolto. E di questo ne sono consapevoli i cittadini che ogni giorni devono fare i conti con le perdite accusate nelle rispettive attività prima fra tutti la pesca. Ad 84 giorni dall’inizio del disastro si sono riversati dai 350 ai 600 milioni di litri di greggio in mare con ricadute devastanti sulla fauna marina. Oltre ai danni e all’emergenza a cui deve far fronte, il governo americano, così come quello britannico, vedranno decurtata la quota di introiti derivanti dal pagamento delle tasse da parte di Bp, che ogni anno contribuisce a riempire gli scrigni dei due Stati con molti miliardi di dollari. La Casa Bianca, inoltre, ha chiesto alle società coinvolte nel disastro un contributo di 99 milioni di dollari. Dal momento che il colosso petrolifero dovrà sostenere costi elevatissimi per porre rimedio al danno della Deepwater, il suo volume di profitti sarà compresso verso il basso e così anche l’imponibile sarà ridotto di molto causando a Usa e Gb una riduzione di introiti di almeno dieci miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.