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 2010  luglio 11 Domenica calendario

VERGATE AI BULLI L’INGHILTERRA SALE IN CATTEDRA

Finalmente una bella notizia. Il nuovo governo inglese sta per lanciare una riforma contro quello che ha definito ”la dittatura degli studenti” nelle scuole, cioè: il ripristino ai docenti del diritto di picchiare i ragazzi.
Sono completamente d’accordo con questa proposta perché, fra l’altro, io sono un prodotto doc del sistema scolastico privato inglese degli anni ”60 e ”70, un ambiente privo completamente di ragazze, dove si dormiva al collegio e non solo i maestri ma anche gli studenti più grandi frustavano tutti quanti ogni santo dì. E so che funziona. Funziona benissimo.
Vi chiedo: ed io come sono messo dopo aver vissuto una tale esperienza dai 12 ai 17 anni? Mi ha rovinato la vita per caso? Mi ha creato danni psicologici permanenti? Non credo. Anzi. Ha creato l’uomo Farrell.
Va beh, non sono premier, questo è vero, e non ho mai giocato per la nazionale, e non ho scritto (finora) un romanzo cult che rimane in stampa. Però campo, più o meno. Da giornalista. Lavoro noioso, lo so, ma meglio di tanti altri. Sì, ci mancherebbe altro, bevo troppo (Sangiovese) e fumo come due turchi (Camel gialle). Sì, cerco di evitare la maggioranza della gente non perché sono da ricover, ma perché mi scoccia, esistenzialmente. Sì, conosco tantissima gente ma non ho più neanche un vero amico. Sì, sono un depresso che nella mancanza di fede pensa che la vita malgrado la sua bellezza strepitosa sia futile. Sì, i miei rapporti col sesso femminile sono sempre stati e sono ancora pessimi. No, non sono gay (per quanto mi risulta) ma le donne per me sono come le zanzare. Ma quando studio i compagni clienti attorno a me nel mio quartiere generale, l’osteria di nome Petit Arquebuse, nel centro-storico di Forlì qui nella rossa Romagna, concludo: beh, malgrado tutto, sono messo molto ma molto meglio io di loro. Almeno, ad esempio, non sono mai stato un comunista o un ”ex” comunista come loro. E almeno non sto lì a toccarmi i testicoli in continuazione come fanno loro ogni volta che hanno davanti una femmina. E almeno non cerco di intortare ogni femmina che ha la sfortuna di trovarsi la sera al Petit.
Sicuramente, questi comunisti ”ex” ecc. sono tutti prodotti tipici delle scuole italiane dove picchiare uno studente è un reato. Perciò consiglio questo: per evitare il comunismo ed i suoi derivati (fra cui uomini che si toccano i testicoli in continuazione nei locali pubblici davanti a donne) bisogna picchiare gli studenti. In ogni caso, diciamolo, un po’ di disciplina ci vuole nelle scuole. In Inghilterra regna l’anarchia. Armi, cellulari, droghe, alcool, materiale pornografico, dispositivi elettronici... in aula al giorno di oggi c’è di tutto. Annunciando la riforma la scorsa settimana il ministro dell’istruzione inglese, Nick Gibb, ha parlato di «rimettere in equilibrio la bilancia del potere tra gli studenti e i professori, invitati a utilizzare le maniere forti, quando queste sono necessarie per ristabilire l’ordine all’interno della classe».
Bravo Gibb. Bravissimo. Il ministro ha anche annunciato – che bello – l’obbligo di portare le divise in tutte le scuole primarie e secondarie dal prossimo anno. Io, dai 12 ai 17 anni, ero uno studente al The King’s School Canterbury, la scuola privata del Duomo di Canterbury (il Vaticano inglese), fondata nel 597 da Sant’Agostino.
Era un’esperienza meravigliosa. La divisa proveniva dell’Ottocento, cioè: giacche nere e pantaloni nero-grigio gessati, camicie bianche col collo duro a ali, cravatte (varie secondo la bravura del scolaro), e per i ”school monitors”, cioè i ragazzi capi, toghe viole.
Alla fine sono diventato anche io un ”school monitor” col diritto di portare quella toga viola e anche multare e frustare un altro studente volendo (non l’ho mai fatto). Ogni mattina nell’aula magna davanti alla scuola intera processavo con gli altri ”school monitors” (eravamo solo 10 in tutto) dietro al preside per l’assemblea giornaliera. Però, non ero per niente un angelo. Anzi.
Ero bravo a studiare e bravo nello sport ma ero un ribelle. La forza fisica, però, utilizzata nei miei confronti da parte dei docenti, mi ha fatto tornare sulla strada giusta. Me la ricorderò per sempre quella volta che sono stato frustato da un maestro ex rugbista al livello nazionale, di nome Maurice Trapp. Una domenica pomeriggio ci ha portato a raccogliere delle mele nel podere di un amico. Poi se ne è andato via con l’amico (per bere un po’ di birra suppongo) lasciandoci soli. E anche la macchina dell’amico con le chiavi dentro. Avevo 15 anni. Sono salito a bordo con un amico e l’ho messa in moto e via! Dopo 20 metri, però, non sapendo come guidare, ho beccato un albero di mele. Bang! Danni notevoli. Come sanzione Mister Trapp mi ha dato ”six of the best”, come si diceva da noi, cioè sei colpi ”dei migliori” al sedere. Mi ha fatto un male cane ma mi ha fatto solo bene.