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 2010  luglio 11 Domenica calendario

L’EUROPA BRUCIA 154 MILIONI AL GIORNO PER LE BUSTARELLE


Ogni giorno l’Europa brucia 154 milioni di euro sul fuoco della corruzione. Oltre che vecchio, a quanto pare, il nostro continente è anche parecchio disonesto.
Si stima che nella sola Ue ogni anno se ne vadano in fumo tra bustarelle, appalti truffaldini e finanziamenti deviati qualcosa come 56 miliardi di euro, sublimati in opere fantasma, prestazioni non erogate piuttosto che servizi mai attivati. Stando a una relazione sulla materia stilata dagli europarlamentari David Sassoli e Roberta Angelilli, il sistema fa evaporare il 5% dell’intera ricchezza mondiale. Un danno ingentissimo, specie nell’era della crisi.
L’Italia occupa una posizione di assoluto rispetto nella classifica degli euro-ladroni: l’associazione non governativa Transparency International ha valutato su una scala da uno a dieci (come si fa con le pagelle a scuola) il grado di onestà di ogni singola nazione del globo.
Il Belpaese s’è beccato un poco lusinghiero 4,3, regredendo rispetto al già pallidissimo 4,8 dell’anno precedente. Come per i vini e la moda, ci troviamo a primeggiare anche in materia di bustarelle: siamo la nazione che da tangentopoli in giù s’è regalata scandali e scandaletti d’ogni sorta in fatto di regalie, tipo ”affittopoli” e ”parentopoli”, fino a toccare il fondo (mai dire mai però) con ”vallettopoli”, ossia dalle palanche alle belle figliuole quali merce di scambio per farsi aprire le porte giuste.
Come detto il problema riguarda anche i nostri compagni di continente, tutti ben lontani (salvo alcune nordiche eccezioni) dai livelli d’eccellenza e trasparenza di altre realtà. Senza scomodare la Nuova Zelanda, leader della classifica con un inarrivabile 9.4, in giro per il mappamondo ci sono esempi di rettitudine che molti governi europei dovrebbero prendere a modello. Il 7.7 del Giappone e il 7.5 degli Usa non sorprendono più di tanto, mentre colpisce il 6.7 del Cile che arriva davanti a Israele (6.1) nella fetta di classifica al di sopra della sufficienza. Nel Vecchio continente si salvano in pochi: benissimo la Danimarca (9.3, fino al 2008 era primatista mondiale) e altre nazioni nordiche dalla Svezia (9.2) fino all’Olanda (8.9) e la Germania che col suo 8 spaccato chiude il ristretto gruppo delle eccellenze. Sotto l’Italia ci sono fra gli altri Grecia e Bulgaria (3.8 a parimerito), Moldova (3.3) e la Russia fra le peggiori in assoluto con 2.2. Meglio di noi, ma lontane dalla sufficienza la Slovacchia (4.5) e Repubblica Ceca (4.9); Polonia (5); e Ungheria con 5.1, mentre il Portogallo arriva a un passo dalla sufficienza (5.8). Nella cerchia dei ”grandi” la Spagna non va oltre il 6.1 e la Francia si attesta a 6.9. Meglio il Regno Unito: i sudditi di sua Maestà si guadagnano un 7.7.
Gli esperti spiegano che nei sistemi entro i quali gravitano interessi consistenti, non solo la corruzione è (mediamente) più diffusa, ma si concretizza su cifre astronomiche, proprio come quelle registrate in Europa.
Il terreno più fertile per le bustarelle rimane comunque quello dei paesi più poveri o attraversati da conflitti, dove in mancanza di istituzioni forti e magistrature attente, il fenomeno si fa dilagante. Maglia nera a livello mondiale è non a caso la Somalia (1.1), preceduta di pochissimo dal Sudan (1.5) dilaniato dai conflitti del Darfur. Enormi problemi anche in Iraq (1.5) nonostante i tentativi di ricostruzione. All’Italia non resta che scegliere un modello positivo e tentare di imitarlo. Suggeriamo di procedere per gradi iniziando dal Botswana, che s’è beccato un bel 5.6.