Giampaolo Visetti, la Repubblica 14/7/2010, 14 luglio 2010
IL CONTRO RATING DI PECHINO SPIAZZA I GRANDI - PECHINO
Impegnata ad imporre la sua influenza sui mercati finanziari, la Cina lancia la sfida ad Usa ed Europa anche nella competizione con le agenzie di rating. Per la prima volta la «Dagong International Credit Rating Corporation», creata dallo Stato cinese nel 1994 e oggi controllata da capitali privati, ha valutato la capacità di ripagare i debiti da parte dei 50 Paesi più sviluppati del mondo. Fino ad oggi la Dagong si era limitata a controllare il rischio delle imprese. Ha scelto di rompere il monopolio occidentale di Moody´s, Standard&Poors e Fitch, alla luce della bufera che travolge le stime delle agenzie storiche e dopo le critiche espresse dal presidente Hu Jintao al G20 di Toronto. La Cina, che con quasi 2500 miliardi di dollari è il più grande proprietario di debiti pubblici stranieri, ha sollecitato la creazione di un sistema più accurato e imparziale.
Ufficialmente Dagong non dipende dal governo cinese. Presentando il primo rapporto, il presidente Guan Jianzhong si è però scagliato contro le classificazioni occidentali, accusandole di «fornire informazioni sbagliate» e di «sostenere di fatto crisi globale e debiti europei». Il contro-rating made in Asia ha riservato molte sorprese. La Cina ha ottenuto una classificazione migliore di Usa e Germania, mentre Canada, Olanda, Gran Bretagna, Francia, Italia, Giappone, Russia e Spagna figurano ben al di sotto di altre 11 nazioni, tra cui Australia, Singapore, Norvegia, Danimarca, Svizzera e Nuova Zelanda. Premiate anche le grandi economie emergenti, segnate dalla stabilità. I rating favorevoli contengono il costo del denaro per chi emette i titoli.
La Cina, preso atto della loro incertezza, teme di perdere i propri investimenti. Rompere il monopolio atlantico delle valutazioni sposta così verso il Pacifico il nuovo potere della finanza.