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 2010  luglio 14 Mercoledì calendario

ENERGIA PULITA, L´ITALIA RECUPERA NELL´EOLICO AL TERZO POSTO IN EUROPA - ROMA

Le energie rinnovabili, e in particolare il vento, dominano la scena energetica mondiale per i nuovi impianti. Negli ultimi due anni, in Europa, le nuove installazioni basate sulle rinnovabili hanno superato quelle da fonti convenzionali nel settore elettrico aggiudicandosi, nel 2009, oltre il 60 per cento del totale (era il 14% nel 1995). Sempre nel 2009 l´eolico figura al primo posto nella costruzione di nuovi impianti nel vecchio continente con una quota del 39 per cento.
Sono le cifre fornite da Paolo Frankl, responsabile energie rinnovabili dell´Agenzia internazionale per l´energia, nel rapporto «Le fonti rinnovabili 2010» curato dall´Enea. Nell´ultimo decennio, a livello internazionale, l´energia pulita è arrivata a coprire il 12,4% dell´offerta di energia primaria e il 17,9% di quella elettrica. Tra il 1990 e il 2007 gli impianti basati sul sole e sul vento sono cresciuti a un tasso annuo del 9,8 e del 25% a fronte di un aumento complessivo della capacità di produzione energetica dell´1,9% annuo.
In questo quadro l´Italia sconta una partenza ritardata a causa di una lunga stagione di incertezza politica, ma in pochi anni ha recuperato parecchie posizioni. Nell´eolico ci collochiamo al terzo posto in Europa sia per nuova potenza installata (1.113 megawatt) che per potenza complessiva degli impianti (4.850 megawatt). Una buona crescita, ma ancora lontana dalla velocità dei paesi che guidano la corsa: nel 2009 gli Usa hanno installato 10 gigawatt (10 mila megawatt) di potenza eolica e la Cina li ha battuti arrivando a 12 gigawatt.
Per quanto riguarda il sole, le perfomance italiane sono più contraddittorie. Nel campo del fotovoltaico il 2009 ha segnato uno sprint straordinario che ha portato, in 12 mesi, a costruire impianti per una potenza (574 megawatt) superiore a quella installata fino al 31 dicembre 2008 (458 megawatt). Invece il solare termico ha un andamento fiacco: restiamo schiacciati al quattordicesimo posto tra i paesi della Ue con 23,4 chilowatt ogni mille abitanti contro i 362 chilowatt dell´Austria. E per quanto riguarda il solare termodinamico la spinta impressa quando Carlo Rubbia era presidente dell´Enea si è andata affievolendo.
Nel complesso il mercato mondiale ha fatto la sua scelta: dal 2008 gli investimenti nelle rinnovabili superano quelli in fonti convenzionali. E l´Italia? Grazie all´efficienza energetica e alle rinnovabili le emissioni di C02 potrebbero essere dimezzate al 2040. E ieri il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia ha assicurato che i certificati verdi verranno mantenuti salvaguardando gli investimenti. Ma dal direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli è arrivato un colpo di freno: «Il raggiungimento degli obiettivi europei, cioè il 17% di energia da rinnovabili al 2020, costerà al settore elettrico 9 miliardi di euro e aumenterà il costo dell´elettricità di 25 euro al megawattora».