PAOLA COPPOLA, la Repubblica 14/7/2010, 14 luglio 2010
IMPAREREMO A GUIDARE CON IL SIMULATORE PER AUTO
Ci sono i pedoni e il traffico, i rumori della città e il rombo dei motori. Strade di campagna con la nebbia fitta. Situazioni di pericolo in cui cavarsela con un piede sul freno e le mani ferme sul volante. Testa lucida e cintura di sicurezza allacciata. Come dentro un´auto vera, le infrazioni si "pagano" coi punti della patente, ma qui è tutto virtuale.
Solo il conducente è reale, seduto dentro un simulatore per "addestrarsi" a guidare. Somiglia a un videogioco, ai giovani piace, è uno degli strumenti hi-tech della scuola guida di nuova generazione, che punta a diffondere la cultura della sicurezza tra i neopatentati, puntando su prevenzione, nuove tecnologie e tanta pratica. Già sperimentati nelle autoscuole di alcune città, tra cui Roma, Verona, Genova, Bergamo, tra qualche anno i simulatori arriveranno in tutto il territorio nazionale: venerdì sarà presentata l´iniziativa "Ready2go", il network di autoscuole a marchio Aci, dotate di questo strumento per formare i conducenti alla guida responsabile e alla mobilità sicura.
Il 30% degli incidenti stradali è provocato da neopatentati, e tra le cause c´è l´uso del cellulare, di alcol e stupefacenti. «Sono incidenti dovuti a una preparazione alla guida non adeguata - chiarisce Enrico Gelpi, presidente dell´Automobile club d´Italia. «Oltre alla preparazione teorica, la didattica punta a una maggiore conoscenza del veicolo e delle situazioni di rischio».
Il simulatore - che si usa affiancati da un istruttore e ripropone le distanze reali all´interno di un´autovettura - permette di correggersi, e stima un punteggio che tiene conto del rispetto del codice della strada. Nella capitale lo stanno provando da alcuni mesi: «Si impara a guidare in maniera cosciente riproduce l´effetto profondità, allena a comportarsi correttamente in curva», dice Pasquale De Vita, presidente di Aci Roma.
Non è l´unica novità: nella scuola guida di ultima generazione entrano "nuove ore" di teoria. La formazione tradizionale, nel "metodo Aci" viene integrata con moduli di educazione e sicurezza stradale e lezioni di "guida sicura" in una strada a scorrimento veloce come con poca visibilità, "guida difensiva" per prevenire gli incidenti guardando il comportamento degli altri, e di "guida ecocompatibile" per ridurre consumi e inquinamento acustico. Nell´addestramento reale poi si simulano situazioni di panne o la frenata Abs (d´emergenza). C´è anche un social network dedicato dove chi prende la patente può incontrare dei coetanei. Il senso di questa community lo chiarisce Ascanio Rozera, segretario generale Aci: «I giovani devono apprendere la cultura della sicurezza e diventarne promotori oltre che dissuasori rispetto ai comportamenti scorretti».