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 2010  luglio 15 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CORNACCHIONE

ANTONIO"

«Cornacchione non è una presenza casuale, sappiamo i contenuti del suo intervento. Farò da ammortizzatore e sarò pronto a reagire.» (Pippo Baudo a Sanremo) La Repubblica 27/02/2007 Silvia Fumarola.

Cornacchione porta Prodi al Festival in uno sketch da Bagaglino, prendendolo letteralmente per i fondelli, ovvero afferrando per i genitali la maschera più somigliante al primo ministro che sia mai stata vista. Cosa non si fa per l´Auditel. La Repubblica 28/02/2007 Giuseppe Videtti.

Antonio Cornacchione: «Festival troppo veltroniano Qui amore fa rima con Stalin e Kgb». La Repubblica 28/02/2007

Cornacchione si è presentato in versione direttore d´orchestra aggredendo i musicisti, che stonavano l´inno di Forza Italia: «Andate tutti per conto proprio, come il governo Prodi! Tutti comunisti nell´orchestra. Chi ha scelto le canzoni del festival di Sanremo? Veltroni! E infatti amore fa rima con Stalin, Lenin e Kgb. Questo non è Sanremo, è il festival dell´Unità». Poi ha urlato a Pippo Baudo: «Tu hai tradito Silvio, sei diventato filo veltroniano». Implacabile sulla sconfitta al Senato: «Andreotti è amico del Vaticano e ha votato contro Prodi perché gli ha tassato le pere cotte. Ma i numeri non ce li hanno neanche stavolta perché i senatori a vita non lo votano: Rita Levi Montalcini è andata dal parrucchiere e non è ancora tornata, Scalfaro ha la tosse, Pininfarina sta lavando la macchina e De Gregorio costa tanto perché mangia troppo». Anche il ministro Bersani ha avuto i suoi problemi: «Vuole mettere a posto l´Italia. Ma fatti gli affari tuoi. Sai perché Silvio è durato cinque anni? Perché si è fatto gli affari suoi». Poi rivolto a Prodi: «Romano, non hai i numeri, al massimo hai il numero del telefonino di Follini. E voi tutti qui non arriverete a sabato, vi tocca fare il Pippo bis!». «In democrazia si può anche ridere» dice Baudo. A quel punto, il colpo finale: dalla scalinata scende un comico con la maschera del presidente del Consiglio. Roberto Valentino, fa uno spettacolo di imitazioni di politici "Rivisti e scorretti", in cui imita Prodi, Berlusconi, Bossi, (ma anche Totò e i cantanti Vasco Rossi e Biagio Antonacci). Cornacchione «filo Cdl» ha chiesto al finto Prodi di suggellare un patto di coalizione, con una simbolica stretta di parti basse.
La Repubblica 28/02/2007 Silvia Fumarola.

Arriva anche il finto Prodi nell´intervento un po´ caotico di Antonio Cornacchione, che parte bene ma poi si perde nella dimensione festivaliera. Notevole la doppia visione al momento della tirata del comico sul ministro Bersani: nell´esatto momento, il vero Bersani era in primo piano su Raitre a Ballarò impegnato in una lunga concione. La Repubblica 28/02/2007 Antonio Dipollina.

Il Festival ti stupisce così: entra Antonio Cornacchione nelle vesti del militante di centrodestra incavolato per la brutta piega del Paese, la satira politica si fa esplicita, a volte pesantuccia, sicuramente caricaturale, con la stretta agli zebedei di un finto Prodi, insomma un flash dal Bagaglino. Al direttore Fabrizio Del Noce, fedelissimo del Cavaliere, non resta che abbozzare. Riso amaro in prima fila. Corriere della Sera - 28/02/2007 ALDO GRASSO

Milva parte subito con una piccola polemica: «Sono un po’ arrabbiata con Cornacchione per la presa in giro del nostro Presidente Prodi». L’ambiente comincia a scaldarsi. Arriva Baudo che ammette: «L’intervento di Cornacchione è stato troppo lungo»". Corriere della Sera - 28/02/2007 Maria Volpe

Cornacchione show ”Riconteremo i dati Auditel di Fabio Fazio. Se ne occupa Calderoli”. «Questo è un Festival veltroniano, pensato dal comitato centrale del partito comunista, con canzoni dove amore fa rima con Stalin», esordisce severo Antonio Cornacchione, comico di complemento al Festival, noto alle cronache per la gag del «povero Silvio», la macchietta del berlusconiano rancoroso e vittimista. Ora, è pur vero che oggi è il D-Day del governo; e possiamo pure accettare, obtorto collo, che qualsiasi frescaccia sparata dal palco dell’Ariston abbia, in quanto sparata dal palco dell’Ariston, una valenza superiore a quella che correntemente si riconosce alle frescacce. Ma sconcerta che numerose persone adulte, alcune con titoli di studio, abbiano identificato in Cornacchione una mina vagante, capace di offendere le istituzioni. Semmai, il buon gusto.
Cornacchione, però, è furbo: arriva in sala stampa e - anziché rispondere a domande (quali, poi?) - recita il proprio personaggio, distribuendo patenti di comunismo a tutti, compreso Baudo, e intimidendo i giornalisti con assertivi «stia attento a cosa scrive, l’ho già segnata nella lista nera». La Stampa 28 Febbraio 2007. GABRIELE FERRARIS