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 2010  luglio 14 Mercoledì calendario

COM’ TRISTE ESSERE FARFALLA

Da quando ha scoperto la magia delle farfalle e ha cominciato a scrivere un libro su questi insetti («i loro colori ci fanno dimenticare che lo siano»), Peter Laufer porta sul revers della giacca o il taschino della camicia una spilla a forma di farfalla.
« d’argento e di un blu iridescente. Apparteneva a mia zia», racconta Laufer, californiano e corrispondente di guerra per il «Washington Post» e autore di saggi politici come «Mission Rejected», storia di soldati americani tornati dall’Iraq e contrari alla guerra. In questo insolito reportage, «La battaglia delle farfalle», in cerca di sollievo dagli orrori della guerra, ricostruisce il mondo pericoloso in cui vivono queste creature, «le più fragili del pianeta». A minacciarle c’è il fanatismo dei collezionisti, l’ingordigia di contrabbandieri, il business di allevatori che ne hanno fatto un business e l’impoverimento degli habitat.
La sua è un’indagine su ossessioni e violenze: com’è nata?
«Esistono le muse e loro mi hanno ispirato. Ero in una libreria a Washington per leggere brani del mio libro sull’Iraq. Sull’onda dell’emozione, quando mi chiesero quale sarebbe stato il mio prossimo, senza esitare risposi: le farfalle. Non so perché. La tv mandò in onda l’evento e qualcuno mi invitò a visitare una riserva in Nicaragua. Ci andai e per due anni sono state al centro delle mie indagini».
Che cosa ha scoperto in questa ricognizione? vero che gli allevatori ne incentivano il commercio come per un bene di consumo qualsiasi?
«Purtroppo sì. L’ultima moda americana è la liberazione di farfalle per ogni tipo di evento: feste di laurea, anniversari, addii al celibato, ma ancor di più per matrimoni e funerali. Vanessa del cardo e Monarca sono le più usate. Hanno ali grandi, un’apertura fino a 8-9 centimetri, e colori sgargianti. Liberarne centinaia ha un effetto mozzafiato. E poi c’è la magia della metamorfosi da bruco a farfalla: simbolo di trasformazione e transizione. Una metafora della vita».
In che modo sono conservate e trasportate per far sì che si liberino nell’aria nel medesimo istante?
«Quando escono dalla crisalide, vengono congelate e chiuse in bustine trasparenti per far sì che le loro ali non si danneggino. Le bustine sono sistemate in scatole raffreddate con ghiaccio e le farfalle restano lì come addormentate. Una volta messe nel contenitore da cui saranno liberate, sono esposte al calore che le risveglia e le fa volare. Perché il decollo sia ad effetto cromatico, c’è chi usa scatole a fisarmonica: le farfalle sono sistemate tra fogli di carta che, aperti di colpo, fanno loro spiccare il volo verso il cielo tutte assieme».
Chi sono buoni e cattivi del mondo delle farfalle? vero che si vendono al mercato nero? E che certi collezionisti sono disposti a tutto?
«Accanto agli appassionati consapevoli ci sono i furfanti: bande di bracconieri, dediti al contrabbando internazionale, che cacciano certi esemplari fino all’estinzione per aumentarne il prezzo. Racconto la storia di un contrabbandiere, Yoshi Kojima. Al termine di lunghe indagini fu arrestato, pagò 40 mila dollari di multa e fece 21 mesi di carcere. Ammise di aver venduto negli Usa esemplari della farfalla più grande del mondo e in via di estinzione, la Ornithoptera alexandreae: 8 mila dollari la coppia. Per fortuna ci sono anche i puristi che si accontentano di ammirarle e fotografarle. Gli allevatori? Non mi accanirei contro di loro, come fanno i puristi».
C’è differenza tra chi congela le farfalle per business e chi le colleziona per chiuderle in una teca?
«Non credo. So che le farfalle hanno comunque una vita breve rispetto a noi: da un paio di settimane per quelle che vivono nei climi temperati, a meno che non diventino cibo per gli uccelli, fino a 4 o 5 mesi per altre. Che cosa cambia se la loro vita viene accorciata in modo che un collezionista possa ammirarne la bellezza intatta per anni? Fino a che punto l’uso degli animali da parte dell’uomo non diventa abuso? Nel libro che sto scrivendo ora affronto questo dilemma».
Lei confessa che ora «vede farfalle ovunque». E’ diventato un esperto?
«Non le riconosco a colpo, tranne alcune. Semmai sono un esperto della mia metamorfosi da inviato d’assalto a reporter così fortunato da rallentare il ritmo. Sono le farfalle che mi hanno ispirato il movimento delle notizie lente, lo ”Slow News Movement”. Il motto è: le notizie di ieri, domani».
Tra le 18 mila farfalle catalogate, ce n’è una che ha eletto a preferita?
«Non c’è farfalla che non mi piaccia e alcune mi incuriosiscono per la loro stranezza. Per esempio quelle rumorose, come le Hymadrias, che producono uno scricchiolio. Il primo a notarle fu Charles Darwin, che interpretò il rumore come un richiamo per l’accoppiamento. Altri sostengono che sia un modo per tenere lontano i predatori. Ma tra quelle che prediligo ci sono le farfalle azzurre e le marroni con macchie bianche che popolano i sentieri del Monte Tamalpais in California. Mi fanno compagnia quando cammino».