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 2010  luglio 14 Mercoledì calendario

PER PREPARARSI A KABUL I MARINES SI ADDESTRANO TRA I CEFFI DI LOS ANGELES

«Se a Kabul vi aspettate il peggio, si vede che non siete mai stati a Los Angeles. Smidollati». Con questa premessa settanta marines in partenza per l’Afghanistan sono stati spediti a farsi un giro nei quartieri malfamati della metropoli californiana. I soldati, in abiti civili, hanno affiancato per una settimana gli agenti del Los Angeles Police Department. I ”cops” (sbirri), molti dei quali con i capelli grigi, hanno mostrato loro inseguimenti di spacciatori, arresti di prostitute, perfino le indagini dopo un omicidio.
Gli hanno insegnato a prendere contatto con una popolazione arrabbiata e diffidente, come lo sono gli afgani sotto l’occupazione americana. Dopodiché i marines dovranno trasmettere le tecniche apprese alla polizia afgana: in cambio sperano di ottenere informazioni utili a catturare i talebani. Funzionerà? Il programma d’addestramento è frutto di una collaborazione fra la gigantesca base di Camp Pendetlon e le autorità cittadine, anche se il tutto sembra un po’ sbrigativo e autopromozionale. La California non è proprio l’Afghanistan. Lo spacciatore di crac incontrato dai marines a Los Angeles, al cui arresto hanno assistito nei panni dei ”turisti”, non sarà mai più pericoloso di un talebano armato di kalashnikov o di cinturone esplosivo. Non tutti però la pensano così. La scrittrice Gretchen Peters, interpellata dall’Associated Press, ha paragonato i talebani a una specie di cosca mafiosa. «Bisogna pensare a loro come a dei Sopranos con il turbante», ha detto citando la serie televisiva su una "famiglia" italoamericana del New Jersey. In Afghanistan la situazione resta incandescente. Ieri tre soldati britannici sono morti e altri
quattro sono rimasti feriti in un clamoroso attacco a tradimento da parte di un collega afghano. L’episodio è avvenuto nella provincia di Helmand. Il militare afghano è poi fuggito facendo perdere le sue tracce. A questo punto gli Stati Uniti, per favorire la riconciliazione, stanno valutando la strada di una ”amnistia”. Il presidente Hamid Karzai ha chiesto infatti il depennamento dalle liste nere di Stati Uniti e Onu di una decina di ”colonnelli” talebani. A una settimana dalla Conferenza internazionale, che si riunirà il prossimo 20 luglio a Kabul, non è chiaro se la mossa si rivelerà vincente.
La stragrande maggioranza delle sigle appartenenti alla guerriglia ha finora rifiutato la mano tesa di Karzai, che per l’ennesima volta si gioca la credibilità politica. Gli americani però vogliono stringere i tempi. Il generale David Petraeus, nuovo comandante delle truppe Usa e delle forze della coalizione in Afghanistan, ha confermato ieri al ministro della Difesa spagnolo, Carmen Chacon, che il trasferimento di responsabilità al governo afghano inizierà nel luglio del prossimo anno. L’aeroporto della capitale sarà una delle prime gestioni che verranno trasferite alle autorità afghane, ha detto Petraeus.