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 2010  luglio 14 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BOSSI, UMBERTO" (FRAMMENTO DIVISO IN DUE SCHEDE. LA PRECEDENTE È LA NUMERO 209615)

N.B.: la ricerca è stata fatta cercando la voce "Bossi" in testo

•2010

Che resta quindi al milanese? Lavorare. Ed è indubbio che i milanesi, a parte le ore che passano in macchina, siano gente che lavora. Un tempo sostenevo, solo parzialmente smentito poi dai fatti, che Roma e Lazio non avrebbero mai vinto un campionato. Chi glielo fa fare, diciamo la verità, a un calciatore che vive a Roma di andare ad allenarsi (è il motivo per cui il primo Bossi quando arrivò a Roma con i suoi leghisti voleva rinchiudersi in una foresteria)? Qui se uno non va a Milanello o a Interello crepa di noia.
Massimo Fini, il Fatto Quotidiano 14/7/2010;

L´asse Bossi-Tremonti e Expo è scettico da sempre. Se fosse per il Tesoro non si farebbe proprio. «Non vedo perché tanti cinesini dovrebbero venire a vedere l´Expo di Milano», ha sfottuto Tremonti, il quale, con coerenza, nella finanziaria ha tagliato all´evento tutto il tagliabile. Bossi ha dato ai suoi un solo, saggio consiglio: «Non firmate niente, perché poi la Corte dei Conti chiede i soldi a voi».
CURZIO MALTESE, la Repubblica 5/7/2010

l´incredibile vicenda Brancher, il pidiellino amico promosso ministro all´Attuazione del federalismo all´insaputa di Bossi (che lo credeva insediato all´Agricoltura) e due giorni dopo degradato a titolare del Decentramento da un Senatùr furioso sul palco di Pontida. RODOLFO SALA, la Repubblica 2/7/2010

Un discorso analogo vale per il leader della Lega, Bossi. Anche lui pare condannato a durare in eterno. Continua a sembrarlo anche in questi giorni, mentre emergono le prime crepe nel suo partito. Pure nella Lega è comparso il cancro correntizio. Per di più Bossi tentenna. Adesso pure lui vuole cambiare la manovra finanziaria. Provo molta ammirazione per l’Umberto. Ha superato una prova fisica durissima. Ed è fatale che voglia restare al potere. Ma neppure Bossi è indispensabile. Sento dire di continuo che l’Italia è un paese per vecchi. In settembre il Cavaliere avrà 74 anni. E credo sia il premier più anziano in Europa. Anche il leader leghista non è più un ragazzo: in settembre compirà 69 anni, e inoltre va avanti stringendo i denti. […]Berlusconi e Bossi sono ormai al di sotto delle terribili esigenze di questa fase politica. Hanno fatto il loro tempo. Anche per loro è arrivato il momento di cedere il passo ad altri.
Giampaolo Pansa, Libero 1/7/2010

BRANCHER è grande ammiratore di Bossi, che definisce «un alleato sempre chiaro e leale». stato lui a rendere possibile l’asse tra Berlusconi e la Lega, convincendo il Cavaliere a ritirare le querele contro Bossi e La Padania che per anni lo avevano chiamato «il mafioso di Arcore». […]Bossi a Pontida: «C’è un solo ministro per il Federalismo, e sono io!», la denominazione viene cambiato in ministro per il Decentramento e la Sussidiarietà.[..] La decisione di ricorrere al legittimo impedimento da parte del neo-ministro è talmente clamorosa e inattesa da provocare, non solo lo scandalo generale (Bossi: «Non è stata una mossa da furbi»), ma persino una nota del presidente della Repubblica (SCHEDA SU ALDO BRANCHER. FRAMMENTO NUMERO 216059).

Bossi che aspira ormai a diventare il "primo azionista" di Piazza Cordusio (ALBERTO STATERA, la Repubblica Affari & Finanza 22/3/2010)

Il patto di sangue tra il leader padano e Berlusconi è apparentemente inscalfibile e certo più sincero dell’interesse strategico nutrito nei confronti del presidente della Camera, eppure Bossi ha più volte voluto manifestare anche in privato simpatia per Fini (’fa bene il suo lavoro” e ”credo abbia imparato molto da Tatarella”). […] Il Foglio 19/03/2010

Paolo Cirino Pomicino: «Non dimentico il cappio sventolato da un leghista in Parlamento: in quel momento loro incassavano il famoso contributo illecito per cui Bossi è stato condannato nello stesso processo in cui sono stato condannato io. Eppure noi eravamo i ladri, loro il nuovo».MICHELE BRAMBILLA, La Stampa 20/3/2010, pagina 7

[…] Tanto che Umberto Bossi ha il vezzo di scherzare così con il direttore responsabile Leonardo Boriani: «Che combini te e le tue ragazze?». Paola Sacchi, Panorama 25/03/2010

[…] Ora, se vuole continuare l’espansione, Bossi deve strappare pezzi di elettorato a Berlusconi e costringerlo ad ammettere che il Nord è in larga misura leghista. O almeno condizionato in misura determinante dal partito bossiano. Stefano Folli, Il Sole-24 Ore 19/3/2010;

Berlusconi a parte, il più ricco del governo è Gianni Letta (1,3 milioni), mentre tra i leader politici è Di Pietro con 193 mila euro. Seguono Bossi (156 mila) e Bersani (150 mila). Alberto D’Argenio, la Repubblica 16/3/2010

Poi Umberto Bossi con 156.405, che sale di 22 mila euro rispetto all’anno prima. Francesca Angeli, il Giornale 16/3/2010

la «Fondazione insubrica Amici di Carlo Cattaneo», presieduta da Bossi. ALESSANDRA LONGO, la Repubblica 16/3/2010

ABRAHAMOWICZ Floriano: ”La secessione? Sì certo, era una bella idea. Devo dire che io preferivo il Bossi delle piazze, non quello istituzionale. Perché certe cose le puoi dire solo in piazza”.(Parrini, scheda 201843)

Al suo desco, almeno metà di tutti, ma proprio tutti i governi, persino Umberto Bossi e Maria commentò come si era comportato bene anche se certo, non tutti possono essere dei lord, e si capisce. Denise Pardo, L’espresso 18/3/2010

Giorgio Vido, ex deputato della Lega, oggi leader della Liga Veneta alleata col centrosinistra, ha nello studio un collage realizzato da Umberto Bossi nel 1994, pochi giorni prima che la Lega sfiduciasse Berlusconi. Soggetto: il funerale del Cav. C’è una vignetta ritagliata da un quotidiano, un verso latino («Nunc est bibendum») e la frase: «Il piccolo tiranno è morto». Fonte: Filippo Tosatto, la Repubblica 8/2/2010

Umberto Bossi (nativo di Cassano Magnago), RODOLFO SALA CASSANO, la Repubblica 7/2/2010

Pierguido Vanalli : «Problemi non direi. Certo, mi prendono in giro in parecchi. Umberto Bossi, per esempio, mi riprende spesso. Pensare che io l’ho anche nominato cittadino onorario di Pontida.» Marco Sarti, Il Riformista 31/1/2010

PRECEDENZE Gianni Letta ha inviato a tutti i ministri un documento del cerimoniale di Stato che indica «l’ordine protocollare di precedenza», cioè l’ordine in cui si assegnano le poltrone ai ministri nelle cerimonie ufficiali: 1˚ Franco Frattini (Esteri), 2˚ Roberto Maroni (Interno), 3˚ Angelino Alfano (Giustizia), 4˚ Ignazio La Russa (Difesa), 5˚ Giulio Tremonti (Economia), 6˚ Claudio Scajola (Sviluppo economico), 7˚ Luca Zaia (Politiche agricole), 8˚ Stefania Prestigiacomo (Ambiente), 9° Altero Matteoli (Infrastrutture), 10° Maurizio Sacconi (Lavoro), 11° Mariastella Gelmini (Istruzione), 12° Sandro Bondi (Beni culturali), 13° Ferruccio Fazio (Salute), 14° Elio Vito (Rapporti Parlamento), 15° Umberto Bossi (Riforme), Alessandro Trocino, Corriere della Sera 16/01/2010

Cambiare? E secondo Rino Gattuso come si cambia?
«Ad essere sincero io condivido molte delle cose che dice Bossi». Lei? Uno del Sud? «Mi ritrovo in molte delle sue posizioni. Ormai è un luogo comune identificare la Lega con gli interessi del Nord, lo prova il fatto che Bossi prende tanti voti anche al Sud». Scusi, ma lei vota Lega? «Non voto Lega ma, ad esempio, apprezzo l’idea del federalismo fiscale. Ognuno deve governare da solo, in questo modo viene responsabilizzato molto di più. Certo, non si può pensare di fare tutto dall’oggi al domani, ci vuole tempo, ma la strada è quella». Alberto Costa. Corriere della Sera 5/1/2010

Va da sé che la parte del leone la facciano le lettere e i messaggi e le suppliche dei vari politici. Infinite le personalità internazionali - dalla Thatcher a Boutros Ghali - e numerosi gli scambi epistolari con Marco Pannella, Armando Cossutta, Emma Bonino, una lettera di Mario Segni, altre più datate di Loris Fortuna, in sostanza tutti i segretari dei partiti di allora. Compare anche una lunga lettera di Umberto Bossi all’allora presidente del Consiglio Giuliano Amato (25 giugno 1992, Mani pulite furoreggiava) in cui il senatur commenta le linee programmatiche del governo. Molti i bigliettini di cordiale scambio con Giorgio Napolitano: sia che fossero scritti da semplice parlamentare del Pci (ala migliorista, già accusata di intelligenza col nemico socialista) sia da presidente della Camera quale fu dal 1992 al 1994. Questo bigliettino è dell’11 marzo 1988: «Caro Bettino, Ci terremmo, e ci terrei, al tuo intervento. Potrebbe essere una buona occasione di dialogo e convergenza. Posso contarci?». Altri messaggi volanti: «Parlerà ora Capanna, e poi io, e riprenderò il tema di una possibile missione europea, su cui Andreotti non ha detto nulla». Quando invece Napolitano gl’inviò la seguente, ed è interessante, era il 4 agosto 1992 e in teoria Craxi si era già avviato a divenire un appestato politico: «Desidero informarla di averla chiamata a far parte della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali». Notare che Napolitano è passato al «Lei». Anche Francesco Rutelli, da radicale, è piuttosto assiduo. Nel luglio 1991 scrive a Craxi per lamentarsi che una sua lettera non è stata pubblicata dall’Avanti!: «Non è stata pubblicata domenica, né martedì né mercoledì. Oggi abbiamo addirittura appreso che il direttore Villetti se l’è persa!». Terribile. Sarà per questo che nell’autunno 1993, durante la campagna elettorale per le amministrative di Roma (ballottaggio Fini-Rutelli), l’ex radicale e neo progressista dichiarerà a tutti i giornali, di Craxi, che «sognava di vederlo consumare il rancio in carcere».
Filippo facci, Libero, 3/1/2010

BRANCHER è grande ammiratore di Bossi, che definisce «un alleato sempre chiaro e leale». stato lui a rendere possibile l’asse tra Berlusconi e la Lega, convincendo il Cavaliere a ritirare le querele contro Bossi e La Padania che per anni lo avevano chiamato «il mafioso di Arcore». […]Bossi a Pontida: «C’è un solo ministro per il Federalismo, e sono io!», la denominazione viene cambiato in ministro per il Decentramento e la Sussidiarietà.[..] La decisione di ricorrere al legittimo impedimento da parte del neo-ministro è talmente clamorosa e inattesa da provocare, non solo lo scandalo generale (Bossi: «Non è stata una mossa da furbi»), ma persino una nota del presidente della Repubblica (SCHEDA SU ALDO BRANCHER. FRAMMENTO NUMERO 216059. SENZA DATA PRECISA, PERIODO GIUGNO 2010).

•2009
Silvio Berlusconi era l’invitato d’eccezione alla festa di compleanno di Anna Maria Quattrini, l’antiquaria dei vip. Presenti anche Roberto Cota, capogruppo leghista alla Camera, il leader della Lega Nord Umberto Bossi, il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia e il vicesindaco di Roma Mauro Cutrufo.
CHI, n. 9 , 03/03/2009, p. 137
Nominato senatore e vita (1991) (Andreotti, ndr) nel 1992 l’improvviso voltafaccia di Umberto Bossi gli fece mancare i voti per diventare presidente della Repubblica. Catalogo dei viventi 2009

All’interno della sua (di calderoli) casa di Cisano Bergamasco (Bg) ci sono i suoi ricordi. Una foto ritrae Umberto Bossi, «il mio capo, l’uomo che mi ha cambiato la vita, al quale non potrei mai dire di no». In un’altra, con dedica, c’è Silvio Berlusconi: «E’ un amico». In un’altra ancora, l’incontro con Papa Benedetto XVI. Francesco Giorgianni, CHI, n. 8 , 24/02/2009, pp. 42-45

Donna Assunta Almirante ritiene che Fini sia eccessivamente educato: "Di fronte a gente come Bossi, che l’educazione non sa dove stia di casa, bisognerebbe essere meno educati". In particolare, confessa che le vengono i "brividi" quando ascolta Bossi: "Come è possibile che un ministro parli e si comporti come lui? Io Bossi lo afferrerei per la giacchetta e gli darei due cazzotti". Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” 20/11/2003, pagina 92.

(Tremonti) Oggi è a cena con Berlusconi e Bossi, di cosa parlerete? «Avendo una qualche esperienza in ordine a questo tipo di incontri ed essendo Natale le posso assicurare che parleremo di tutto, ma non di politica. Per la verità parleremo di una cosa che per noi è importante anche in politica: l’amicizia». Nicola Porro, il Giornale 19/12/2009

Nel gennaio del ”92 l’incontro con Bossi: (Cota) «Andai ad aspettarlo all’ingres­so della città per portarlo al comizio. Arrivò, sulla sua Citroen rossa, da so­lo. Quando poi mi affidò la Lega in Piemonte, mi chiamava tutte le notti per darmi suggerimenti. Qualche volta alle 5 del mattino. Mi riaddor­mentavo e mi svegliavo di soprassal­to, pensando di aver sognato o te­mendo di aver dimenticato tutto. Co­sì presi l’abitudine di dormire con notes e penna sul comodino. Io sono avvocato e una notte Bossi mi spie­gò come vincere un processo impor­tante, appellandomi all’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di pensiero».
Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 19/12/2009

Un anno, nel raccogliere l´acqua santa sul Monviso, Bossi era inciampato e stava per infilare il piede in una pozza; quindi l´ampolloforo, corsi i primi chilometri con il prezioso liquido, s´era fermato a far bisboccia; poi forse, a Venezia, l´ampolla s´era rotta, ma ce n´era un´altra.
Filippo Ceccarelli, la Repubblica 9/12/2009

Anche se a Venezia il suo principale, Umberto Bossi, aveva annunciato pubblicamente che con la bandiera degli italiani ci si sarebbe pulito il culo.
Fabrizio Gatti, L’Espresso, 10 dicembre 2009

Ma le parole di Bossi, che ha ricordato come Berlusconi sia un leader a sovranità limitata perché senza i voti della Lega andrebbe a casa”.
Salvatore Merlo, Il foglio 3/12/2009

Aldo Cazzullo: «L’altro giorno, un altissimo esponente del Pdl mi ha raccontato un aneddoto. Quando Umberto Bossi viveva di espedienti faceva, tra le altre cose, anche il fotografo dilettante. Al matrimonio della sorella Angela, lui le disse: ”Guarda, lascia perdere di assumere un fotografo. Ti faccio io le foto e mi dai metà dei soldi”. Fatto sta che la sorella di Bossi è l’unica sposa d’Italia a non possedere una foto del proprio matrimonio». Altro che il Nord al potere. Per Aldo Cazzullo la Lega di Alberto da Giussano è «un partito de noantri». Tipico esempio di un Paese, che l’inviato del Corriere della Sera ha immortalato nel suo libro «L’Italia de Noantri – Come siamo diventati tutti meridionali» (Mondadori), unificato dall’egemonia di Roma e del Sud. Che non risparmia nessuno, tantomeno il partito verde che inveisce ogni giorno contro ”Roma ladrona”. « Per carità, io rispetto Bossi. un uomo pieno di carisma, sembra un generale ferito ma vittorioso e ha la tempra del fondatore. Ma è chiaro che a Pontida non contano lo statuto o il merito, come sarebbe in un partito di ispirazione anglosassone, quanto piuttosto l’amicizia e la fedeltà al capo, cioè, a ben vedere, il più mediterraneo dei criteri».
Costanza Rizzacasa, ItaliaOggi28/11/2009

Lui (Berlusconi) che a Bossi perdonerebbe tutto, anche le frasi peggiori sugli immigrati, deve invece cercare la quadra sul diritto di cittadinanza per gli extracomunitari.
Marcello Sorgi, La stampa 27/11/2009

Se la valanga continua a scivolare verso il Pirellone ciellino, forse si materializza il sogno di Umberto Bossi: il nuovo grattacielo voluto da Formigoni, più bello e soprattutto più alto del Pirellone, finalmente alla Lega. Alberto Statera, la Repubblica 22/11/2009

Milano. Si riuniranno nuovamente domani. E non per misurare la loro forza, affinare le politiche di un esercito territoriale che è avanguardia del Carroccio, costruito sul famoso motto di Umberto Bossi, ”il popolo è come un albero, che senza radici è destinato a morire”.
Cristina Giudici, Il foglio 19/11/2009

All’epoca Maroni faceva coppia fissa con Umberto Bossi, un’altra testa calda. Racconterà poi il Senatùr: «Il sistema era questo. Bobo guidava l’auto. Mi scaricava con vernice e pennelli. Poi proseguiva e faceva inversione al casello successivo e tornava a prelevarmi. Quella sera arrivò una pattuglia. Io me ne accorsi con un attimo di ritardo e mentre fuggivo sentii urlare: ”Fermo o sparo”». La pattuglia sparò sul serio, almeno secondo Bossi. «Scavalcai la rete e mi nascosi. Sbucai dal nascondiglio solo mezz’ora dopo. Ero tutto imbrattato di vernice perché durante la fuga mi ero rovesciato il secchio addosso. Povero Bobo, come gli conciai i sedili della macchina».
Mattias Mainiero, Libero 16/11/2009

(Margherita Boniver) Ispirò anche Umberto Bossi, ma in modo molto più prosaico: ”Siamo armati... Boniver, bonazza... Armati sì, ma di manico!” levando su il braccio ad ombrello (indimenticabile).
Luca Telese, il Fatto Quotidiano 13/11/2009;

(Tabacci) Detesta Bossi per la primitività cispadana
Giancarlo Perna, il Giornale 10/11/2009

(Olmi) vero che fra le comparse dell’Albero degli zoccoli ha avuto un giovane Umberto Bossi?
«Me lo disse Baratti, ora non ricordo il nome, il funzionario che pagava i figuranti. Pare che durante le riprese Bossi abbia visto in paese un manifesto che annunciava una rievocazione storica della Lega lombarda e anni dopo vi si sia ispirato per fondare il suo partito. Solo che nel frattempo era sparita la Padania. Il Po è diventato una specie di sentiero sigillato fra argini in cemento, colture intensive e industrie inquinanti. Per ricostruire nel Mestiere delle armi il paesaggio padano del ”500 ho dovuto traslocare la troupe in Bulgaria».
Stefano Lorenzetto, First 11/2009

Il suo (di Fini) è un continuo di aperture alla società del Duemila in linea con l’ariosa mentalità occidentale. Gli immigrati, ancora negli anni Novanta, erano per lui un pugno in un occhio. Ricordate i manifesti che inalberavano le impronte digitali e la scritta: «L’orgoglio di essere italiani»? Acqua passata anche questa. Oggi è per il voto degli stranieri alle amministrative, per la cittadinanza breve degli adulti e per quella immediata dei nuovi nati nel Belpaese. Fa tutto da sé. Di quale sia l’atteggiamento prevalente nel suo ex partito se ne infischia. Idem, per come la pensino gli alleati berlusconiani, leghisti e ammennicoli vari. La loro opinione è stata comunque espressa da Bossi con l’immortale: «Chel lì è matt».
Giancarlo Perna, il Giornale 5/11/2009

Se Umberto Bossi fa la Padania, addio Stato veneto.
Vittorio Selmo: «Secondo me non vuol proprio farla. Mica può sputare nelpiatto romano dove anche lui mangia. stato due volte ministro delle Riforme e che cos’ha riformato? Nemmeno una proposta d’indipendenza è riuscito a presentare. Parlano tanto di federalismo fiscale, che Dio solo sa cos’è. Ma qui non si tratta di dare più potere alle regioni, bensì di avere noi il potere di decidere. Su tutto. Oggi invece non possiamo decidere su niente, dobbiamo prima passare dal governo centrale».
Stefano Lorenzetto, il Giornale, 1/11/09

Una guerra farebbe la felicità di Umberto Bossi, che un giorno disse: «Facciamoci invadere dalla Svizzera, quando arrivano ci arrendiamo subito così risolviamo tutti i nostri problemi».
Michele Brambilla, La stampa 3/11/2009

Quanto al governo Berlusconi, non hanno mai guadagnato la laurea 2 ministri, Umberto Bossi e Giorgia Meloni, insieme a un drappello di 9 sottosegretari. Michele Ainis, Il Sole-24 Ore 15/10/2009;

In concreto si tratta, come Napolitano ha auspicato più volte, di completare la riforma del Titolo V della Costituzione arrivando alla trasformazione del Senato in Camera delle Regioni, sul modello del Bundesrat tedesco. Questo è un punto che preme particolarmente alla Lega e l’impegno mostrato da Napolitano in questa direzione spiega perché Umberto Bossi eviti il più possibile di attaccarlo, anche quando questi inveisce contro le «bestemmie separatiste». Fin da un incontro con lui a Milano all’inizio del suo settennato, il presidente prospettò al leader leghista uno scambio di questo genere: pieno riconoscimento della Lega e delle sue istanze federaliste a condizione di una esplicita rinuncia al separatismo. Pur con qualche strappo, il patto non scritto fin qui ha sostanzialmente tenuto.
Paolo Passarini, La Stampa 14/10/09

Umberto Bossi siede ai tavolini del bar Giolitti, con la coppetta di gelato sotto al naso, la Trota, Rosi Mauro e Federico Bricolo attorno, la scorta che fa trincea. L’argomento è da terre del finimondo: «... una top model con due gambe così...».
Mattia Feltri, La stampa 8/10/2009

Così come sia Berlusconi sia il ministro leghista Umberto Bossi hanno più volte detto: "Gli immigrati hanno dei diritti, però a casa loro".
Fabrizio Gatti e Claudio Pappaianni, L’Espresso, 8 ottobre 2009

Umberto Bossi ha chiesto di tappezzare Como di cartelli con scritto «No al muro. Como non è Berlino». E Roberto Formigoni ha fatto al sindaco una telefonata di quelle che non si dimenticano.
Michele Brambilla, La stampa 29/09/2009

Furio Colombo, in «Salviamo il soldato Obama» addita Berlusconi e Bossi come alleati traditori che rischiano di lasciare Obama in grosse difficoltà sul fronte interno.
Luca Mastrantonio, Il Riformista, 24/09/09

Lo stesso Bossi, che si dice parli un linguaggio tanto semplice da arrivare dritto alla testa e al cuore del popolo, deve arrendersi e parlare nella lingua dello Stato unito dal Risorgimento. Anche quando parla colorito. Ad esempio. Domenica a Venezia ha detto: «Non rompeteci i coglioni, perché allora dimostriamo il nostro valore in battaglia. La nostra gente non si spaventa: se la battaglia è giusta, una battaglia per la libertà, non abbiamo nessuna paura. Neppure di finire in prigione».
Michele Brambilla, La Stampa, 17/09/09

In quest´operazione rientra anche la riscoperta dei dialetti locali, che Bossi vorrebbe introdurre nelle scuole.
Francesco Bei, la Repubblica, 05/09/09

Parole un po’ più eleganti di quelle pronunciate dal ministro per le Riforme, Umberto Bossi, quando nelle stesse ore ha attaccato il governo dell’isola: "Malta è grande come uno sputo, non ci stanno neanche i maltesi".
Fabrizio Gatti, L’Espresso, 10 settembre 2009

Umberto Bossi celebrerà il rito dell’ampolla, per concludersi a Venezia. Non manca la festa dell’Idv, alla 4ª edizione, dal 18 al 20 settembre a Vasto, poco lontano dai luoghi di Antonio Di Pietro. E anche Sinistra e Libertà avrà la sua festa nazionale, la prima, a Bacoli, vicino a Napoli. Rinuncia alla kermesse l’Udc, per austerity causa crisi, mentre ritorna dopo un anno di pausa la Festa dell’Udeur di Clemente Mastella, sempre a Telese, dal 3 settembre.
Maria Grazia Bruzzone, La stampa 24/8/2009

Anche la Lega dopo Bossi potrebbe sparire, ma almeno a sorreggerla ci sono un disegno, un’idea, per quanto contestabili.
Matteo Lazzaro, Corriere della sera 19/8/2009

Che il Cavaliere ridimensiona: «Bossi fa delle carezze ai suoi elettori. Dobbiamo considerare queste cose come dei messaggi d´amore ai suoi elettori», dice.
Umberto Rosso, la Repubblica 18/8/2009

Per fortuna, il 16 giugno a Pontida Umberto Bossi dà inizio alla secessione proclamando la Repubblica del Nord, con Mantova capitale. Bruno Gambarotta, La stampa 10/8/2009

La nuova strategia non convince Bossi. «Credo - attacca il Senatur - che portare le donne col burqa al voto sia un´illusione che costa moltissimo, e comincia a fare troppi morti». «Il premier è un´idealista», dice Bossi, che rassicura: «Farò quello che dice la maggioranza». Berlusconi, subito, rintuzza: «Sull´Afghanistan non si cambia linea».
Alberto Mattone, la Repubblica 29/7/2009

Dice Lombardo che «stavolta sta na­scendo una cosa seria». Che vuole «riequilibrare il peso schiacciante del­la Lega Nord». Ricorda che «Bossi di­fendendo gli interessi settentrionali fa il suo mestiere. Solo che è ora che nasca una forza che difenda fino in fondo gli interessi del Sud». […]Al Mezzogiorno ci penso io, replicò l’ir­ruento Giancarlo Ci­to. E dopo aver preso Taranto e tentato di sbarrare la marcia se­cessionista sul Po sa­lendo con un manipo­lo di arditi fino a Chioggia («sono ve­nuto a prendere Bossi a calci nel cu­lo ») si candidò alla conquista del ca­poluogo lombardo alle comunali del ”97 alla testa della sua Lega d’Azione Meridionale con uno slogan indimen­ticabile: «Voglio tarantizzare Milano. Voglio che questa città diventi come Taranto, la Svizzera del Sud». I milane­si (chissà mai perché...) non lo apprez­zarono.
Gian Antonio Stella, Corriere della sera 12/7/2009

A quale politico daresti un programma se avessi una rete tua?
Giovanni Minoli. «Ne vorrei due. Uno di politica per Bossi e uno di economia per Tremonti».
Bossi ti piace?
«Bossi è uno forte. Ho fatto dei Faccia a Faccia fantastici con lui. Parlava chiaro e diretto».Claudio Sabelli Fioretti, La stampa 13/7/2009

Renato Pozzetto, fino a poco tempo fa presidente della Lombardia Film Commission, da amico personale del Senatùr cosa ne pensa di questa Cinecittà Milanese?
«Voglio fare i complimenti a Umberto Bossi e ai suoi collaboratori, perché sembrava un sogno impossibile e invece è successo. Con gli studi significa aprire una concorrenza sul mercato e creare posti di lavoro. Non sarà una cattedrale nel deserto come successo altrove. A Milano male che vada le produzioni che riguardano le pubblicità funzionano sempre. Poi è chiaro che il cinema è un modo di comunicare e ai politici la comunicazione interessa sempre».
La stampa 13/7/2009

LEGA 2 «Bossi fu l’uomo nuovo del nativismo settentrionale, lo straniero camusiano che piacque ai cronisti e agli intellettuali perché nella politica degli anni Novanta, soffocata dentro un linguaggio esangue, tutto rituali e finzioni, Bossi sembrava autentico, simpatico e sanguigno, con le sue camicie incredibili, i colletti alati, le cravatte in opposizione ideologica. In Tv liquidava De Mita dicendogli in milanese ”attaccati al tram”, ed era un sollievo perché la battuta volgare era l’uscita collettiva dal soffocamento della cipria, l’illusione dell’ossigeno tra profumi stagnanti e irrespirabili, la catarsi. De Mita infatti incarnava, suo malgrado, l’arzigogolio del meridionale, l’imbonimento della politica, la sordità delle istituzioni, l’intellettuale della Magna Grecia. Ebbene, ”attaccati al tram” era l’invito che tutta l’Italia voleva rivolgere a quel mondo bloccato, ingessato nei suoi abiti di gessato istituzionale».
Francesco Merlo, Faq Italia Bompiani 2009

Umberto Bossi rispose qualche anno fa a Lucia Annunziata, che gli chiedeva cosa sarebbe successo del debito pubblico in caso di secessio­ne, con una grassa risata: «Il debito pubblico italiano? Il Nord è ricco: lo paghiamo noi!» Gian Antonio Stella, Corriere della sera 17/06/2009.

Ne è nata una scarpa sportiva («bio, si dice adesso») di color panna, fatta solo con pellami veneti, ça va sans dire, «vitelli allevati nel Padovano e conciati a Chiampo». Ha la rosa celtica verde, detta anche Sole delle Alpi, ricamata sui fianchi e il vessillo rosso col Leone di San Marco dorato cucito sulla linguetta. Il primo paio è stato consegnato a Umberto Bossi, il secondo a Roberto Calderoli, che ha ringraziato commosso su carta intestata del ministero, il terzo a Luca Zaia.
Stefano Lorenzetto, Il Giornale 10/5/2009

BEL PAESE A Pier Ferdinando Casini sembra di avere a che fare con dei ”baluba” (in milanese, persone rozze e incolte) quando è costretto a parlare con il comunista Oliviero Diliberto, e con i Verdi in generale; Calderoli, fra una vignetta denigratoria su Maometto e un’elezione di Miss Padania, trova anche il tempo per comporre allegorie: «per il federalismo fiscale abbiamo fatto un tandem: Bossi alla guida, io a pedalare come un matto e Tremonti davanti, a suonare la trombetta per far spostare la gente»
Antonio Caprarica, Papaveri e papere, Sperling e Kupfer 2009

ALESSANDRA MUSSOLINI Durezza. «Di duro Bossi c’ha solo il cervello».
Claudio Sabelli Fioretti intervista Alessandra Mussolini, Se ci fosse ancora lui, Aliberti editore, 2009, 123 pagine, 12 euro.

RAVERA Bruno Morbello (Alessandria) 17 giugno 1929. Politico. Ha fondato la Lega Nord con Umberto Bossi, affiancando il nuovo simbolo a quello della ”sua” Union ligure nel 1989. stato segretario del Carroccio in Liguria e oggi ne è presidente onorario. Alle politiche 2008 s’è visto «soffiare» il seggio in Senato da Roberto Castelli, che ha optato per la Liguria • «[...] l’ultimo dei padri fondatori rimasti nella Lega Nord. ”Umberto a parte, sì”. Correva l’anno? ”1989. Ci vedemmo in un bar di via Lunigiana, a Milano, e decidemmo di fondare la Lega”. Ravera aveva fondato l’Union ligure un paio d’anni prima. ”L’allora Alleanza Nord,trascinata dalla Lega Lombarda, funzionò e guadagnò due europarlamentari, Francesco Speroni e Luigi Moretti. Bossi mi telefonò in vista delle elezioni comunali. In Liguria, a Chiavari, decidemmo di correre con il nuovo simbolo, ma senza rinunciare all’Union ligure” [...] Nel’ 94 fu tra quelli che se ne andarono per protesta contro il patto con Silvio Berlusconi. ”Tornai nel ”97, perché in fondo io e Umberto siamo rimasti sempre amici. La Lega stava andando male, tornai per risollevarla”. Lo chiamavano l’’attacchino”. ”Tappezzavo le città di manifesti e volantini. Ma a quei tempi era dura per noi leghisti” [...]» (Paola Setti, ”Il Giornale” 14/5/2009). (PARRINI, 176729)

Marco Travaglio dice che Di Pietro non è il suo referente politico: «Non ho un partito mio. Dovrebbero risorgere Luigi Einaudi o Cavour. E quindi se un politico si avvicina al mio punto di vista, lo voto. Nel 1996 Bossi e i leghisti davano addosso a Berlusconi e li ho votati. Nelle ultime due tornate ho scelto Di Pietro».
Fonte: Giovanni Audifreddi, Vanity Fair 13/5/2009

Dopo il coccolone di Umberto Bossi, ha raccolto il testimone del celodurista.
TINTO BRASS. «Non me ne sono mai vantato. Così come non frequento i locali per scambisti qui in Italia, dove appena entro mi chiedono l’autografo. Ci vado solo all’estero, soprattutto a Parigi».
Stefano Lorenzetto, First maggio 2009

Il Pdl è alleato con la Lega Nord. Come le pare Bossi?
Mario Vargas Llosa, G: «A differenza di Fini, Bossi ha carisma. Ma per ovvi motivi non sarà mai un leader nazionale. La sua è una forza di rottura, pericolosa in uno Stato dalla storia breve come l’Italia. Però la prima vittima di Bossi è la sinistra. Perché la Lega ha un elettorato popolare».Aldo Cazzullo, Corriere della sera 20/3/2009

Invece attacchi quelli che non sopporti: i commenti cattivi della tua rubrica Mosca al naso li hai dedicati 4 volte a Silvio Berlusconi, 3 a Paola Binetti, 3 a Umberto Bossi e 3 a Costantino Vitagliano.
«Mi arrendo: sono reo di aver pensato tre volte per più di un quarto d’ora a Costantino Vitagliano».Giovanni Audifreddi, Vanity Fair 18/3/2009

Su Facebook il politico con più ammiratori è Silvio Berlusconi: solo nell’ultimo mese la pagina di suoi sostenitori si è arricchita di 25 mila fan (in tutto ne ha 109 mila; sono 89 mila invece gli iscritti al gruppo che vuole trovare un miliardo di persone a cui il premier non piace). Al secondo posto c’è Umberto Bossi con 49.818 tifosi. Al terzo posto c’è Renato Brunetta (41.402) poi, con 35.060 fan, Mariastella Gelmini. Il primo politico dell’opposizione è al quinto posto: Renato Soru, con 27. 546 sostenitori, un paio di migliaia in più rispetto a Veltroni (25.400). Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha 24.969 supporters, mentre Antonio Di Pietro, ottavo posto, 18.390. A seguire c’è il ministro alla Difesa Ignazio la Russa, 17.200 fans, mentre Luca Zaia è al decimo posto con 14.780 tifosi.
Corriere della Sera 3/3/2009, pagina 15

Superassenteista giustificato Umberto Bossi, che dopo l’ictus è andato a Strasburgo 21 volte (per le elezioni di giugno conta di ricandidarsi come capolista),
Emiliano Fittipaldi, L’Espresso, 12 febbraio 2009

Bossi e Berlusconi si sono appena scontrati sul tema, il primo a difendere i writer («i muri sono la storia del popolo») e il secondo che vuole un giro di vite contro «gli imbrattatori».
Luca Telese, Panorama 29/1/2009

Melania Rizzoli: «Sono una donna temprata al dolore e ne sono pure orgogliosa. Vivere il dolore è stato quasi un privilegio, perché oggi sono più forte e più consapevole. Quando mi sono ammalata, dopo un periodo di crisi e di depressione, ho scoperto che in realtà volevo ancora vivere, che avevo un istinto alla vita. C’è solo un modo per continuare a vivere: avere una vita a cui tornare. […] Di queste cose ne ho parlato a lungo anche con Umberto Bossi. […] Lui è tornato alla vita perché aveva una vita a cui tornare. Dopo quello scambio di esperienze reciproche, ho maturato una grande stima per il leader della Lega. Bossi è uno degli uomini politici che ammiro di più».Pierluigi Diaco, Novella 2000, n. 4, 22/01/2009, pp. 52-54

•2008
Più volte attaccata anche dal collega di governo Umberto Bossi, che preoccupato per il taglio del corpo insegnante tuonò: «Purtroppo mettono a fare i ministri gente che non ha mai fatto l’insegnante», lei rispose: «Non mi risulta che Bossi sia un costituzionalista insigne».Annuario Panorama 2008

Certo, la sera in cui Umberto Bossi si è presentato a palazzo Grazioli ad uno dei vertici del centrodestra accompagnato dal figlio Renzo, Silvio Berlusconi è stato festosissimo e si può capire perché: per il Cavaliere il partito personale è sempre stata una vocazione e tanto meglio se diventa un modello. Naturalmente Silvio chiese di tornare, invito che i due Bossi hanno raccolto. Sorride Bruno Tabacci, un battitore libero che si è formato nella Prima Repubblica: «Ma ve l’immaginate Andreotti, Moro o Fanfani che si presentano ad un vertice con Nenni o Berlinguer portandosi dietro uno dei loro figli? E il buon Amintore di figli ne aveva otto... La verità - ma molti l’hanno dimenticata - è che nella Dc i figli dei leader non potevano entrare in politica sino a quando la parabola politica dei genitori non si fosse conclusa. Una legge non scritta, ma ferrea».Fabio Martini, La Stampa 30/12/2008, pagina 5

Riccardo Bossi parla del rapporto ritrovato con il padre Umberto. Dopo alcune incomprensioni (per l’assenza del Senatùr al battesimo della nipotina Lavinia da un lato; per il desiderio di Riccardo di partecipare all’Isola dei famosi l’anno scorso dall’altro), a casa Bossi è scoppiata la pace. « un nonno fantastico, Lavinia è la sua gioia», spiega Riccardo, e rivela: «Mi sono scusato con lui per i miei errori».
Valerio Palmieri, Chi, 7 gennaio 2008

A volte, e questo uno come Umberto Bossi può testimoniarlo, i figlioli vengono usati. Per dire: due anni fa, il ventottenne Riccardo, primogenito del Senatur e della sua prima moglie Gigliola Guidali, espresse il desiderio di partecipare al reality-show «L’isola dei famosi » (contattato dalla Simo, lui s’era visto subito celebre naufrago ai Caraibi: antesignano di Luxuria e del bidello piangente Capponi).
I ranghi della Lega insorsero però indignati, i colonnelli della Padania (Maroni, Calderoli etc) si dissero allibiti, buona parte della politica italiana avviò, sulla notizia, un banchetto memorabile.
Quasi quanto quello – in effetti però più simile a un tormentone – che ormai da mesi coinvolge anche l’altro figlio di Bossi, il Renzo, detto Renzino, vent’anni, nato dalle seconde nozze del Senatur con Manuela Marrone. Il Renzino che fa? Non riesce a conquistare la maturità. Niente. Tre volte, l’ha ripetuta (grazie anche a un ricorso al Tar), e tre volte l’han bocciato.
Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 29/12/2008, pagina 13.

Strenne Regali di Natale nel segno dell’ironia. Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, presidente e vice dei senatori del Pdl, regalano dvd agli amici del governo. A Roberto Maroni (Interno) Il poliziotto super più, con Terence Hill. A Giulio Tremonti (Economia) una doppia scelta: L’avaro, o Harry Potter (il maghetto). A Mariastella Gelmini (Istruzione) Notte prima degli esami. A Mara Carfagna (Pari opportunità) Evita. Ad Altero Matteoli (Infrastrutture) Quel treno per Yuma. A Stefania Prestigiacomo (Ambiente) A piedi nudi nel parco. A Sandro Bondi (Cultura) Una notte al museo. Per il paladino dell’ippica Alessandro Zaia (Politiche agricole) Febbre da cavallo; per il nuclearista Roberto Scajola (Attività produttive) Il dottor Stranamore; e per Umberto Bossi (Riforme), ovviamente, Braveheart. Strenna di lama anche per Ignazio La Russa (Difesa): L’ultimo samurai. A Maurizio Sacconi (Welfare), che tribola con la sanità, Il medico della mutua; a Renato Brunetta (Pubblica amministrazione), che invece scova i fannulloni, Il malato immaginario; a Franco Frattini (Esteri), con l’augurio d’incontrare il Dalai Lama, Sette anni in Tibet. Ad Angelo Alfano (Giustizia) Accadde al penitenziario; ad Andrea Ronchi (Politiche comunitarie) Amici miei. E a Gianni Letta? Alta fedeltà.
Panorama, 18 dicembre 2008

Bossi aveva anche detto: «Ministro dell’Istruzione una che non ha mai fatto l’insegnante?». E lei ha risposto che Bossi era in confusione mentale. «Ci sono state le scuse da parte sua e da parte mia e la cosa si è chiusa lì. La volta prossima prima di credere a un’agenzia, chiamo il diretto interessato e verifico».
Claudio Sabelli Fioretti, La Stampa 1/12/2008

Chicco Crugnola, chef di Varese, ha creato in onore di Umberto Bossi, suo cliente affezionato, la pizza polenta, uno strato di polenta di farina gialla che viene stesa come una palla di pasta di pane, condita con pomodoro e mozzarella, e messa a cuocere nel forno a legna: «Erano anni che utilizzavo la polenta come ingrediente sulla pizza, spesso abbinata al gorgonzola, ma l’idea mi è venuta perché ho cercato di accostare due elementi distanti tra loro, anche nell’immaginario collettivo: la polenta è un vessillo del nord e la pizza che il simbolo del sud. Poi sapevo che a Umberto piacevano entrambe e allora ho provato l’azzardo di stendere la polenta al posto della pasta tradizionale».
Ambra Craighero Corriere della Sera 28/11/2008

Ancora sei mesi fa la Lega annunciava: «Più lontani da Roma, più vicini a te. Basta Roma!». E Bossi, sobriamente: «Con i fucili contro le canaglie romane».Concetto Vecchio, la Repubblica 10/11/2008

Umberto Bossi è andato più in là, barrendo al congresso della Lega di qualche anno fa: «Nei prossimi dieci anni vogliono portare in Padania tredici o quindici milioni di immigrati, per tenere nella colonia romano-congolese questa maledetta razza padana, razza pura, razza eletta».
Gian Antonio Stella, Corriere della Sera10/10/2008, pagina 57

Nonostante l’ictus di due anni fa, però, è in gran forma.
MOIRA ORFEI «Mi sono ripresa. Ogni tanto penso al povero Bossi: lui è proprio messo male. Mi trovavo a Crotone, nel letto da sola. Ero al telefono con mio marito e ho sentito una botta alla testa. Sono stata sei mesi tra un ospedale e l’altro. Ho avuto una grande forza di volontà. Ogni tanto ancora oggi mi gira la testa e mi vedo stesa a terra».Alessandra Menzani, Libero 30/9/2008

Sull’uscita di Bossi, che nel discorso ferragostano di Ponte di Legno, ha detto che vuol rimettere l’Ici (su cui vedi commento di Deaglio nella scheda successiva)
Roberto Giovannini, La Stampa 17/8/2008

La prova del fuoco, un esame questa volta politico, per lui c’è stata nel marzo 2005, quando il Senatùr lo volle accanto a sé affacciato dalla casa di Cattaneo a Lugano, per la sua prima uscita pubblica dopo la malattia. Guardò, quasi stupito, il padre quando gli chiese di prendere la parola. «Padania libera!» esclamò il ragazzo, mandando in visibilio il popolo in camicia verde. Tutti interpretarono quel gesto di Bossi come un’investitura del figlio a suo successore. Ma in realtà il Senatùr non ha mai detto con nettezza che dopo di lui verrà Renzo. Ha sempre giocato sull’allusione, da istrione della comunicazione qual è.
A Panorama, nel 2006, annunciò che dopo di lui sarebbero venuti i giovani, con conseguente trambusto fra i colonnelli cinquantenni allora ritenuti in pole position per la successione. Il leader del Carroccio non aveva ancora vinto la sua scommessa contro la malattia. Panorama 31 luglio 2008, PAOLA SACCHI

Il caso scoppia poco dopo pranzo, quando l’europarlamentare della Lega, Mario Borghezio, segnala che sulla home page del sito internet della compagnia aerea low cost Ryanair compare una pubblicità, afferma Borghezio, «offensiva per l’immagine» del leader del Carroccio, Umberto Bossi. Di che si tratta? Di un riquadro giallo con dentro la foto del ministro delle Riforme che fa il gesto del dito medio alzato (lo ha fatto di recente ascoltando in una pubblica manifestazione l’inno di Mameli) e la scritta: «Il ministro Bossi ai passeggeri italiani». Per spiegare perché Bossi manderebbe a quel paese i suoi concittadini, nel banner si legge: «Il governo supporta le alte tariffe di Alitalia, i frequenti scioperi di Alitalia, se ne frega dei passeggeri italiani». Il banner infine lampeggia e al posto di Bossi compare lo slogan: «Vola Ryanair a 10 euro».Enrico Marro, Corriere della Sera 26/7/2008

MANZATO FrancoLui però minimizza: ”Prima c’è Bossi, poi c’è il nostro imam, Gian Paolo Gobbo (sindaco di Treviso, segretario della Liga veneta) e poi c’è il buio”, scherza. Cristina Giudici, ”Il Foglio” 26/7/2008).

Ma ci sono inni che invece ritiene musicalmente apprezzabili?
Ennio Morricone: «Di sicuro il nostro inno non è una bella cosa rispetto alla Marsigliese, all´inno inglese, a quello tedesco. Questi sono un´altra cosa... Quello inglese in particolare lo trovo bellissimo. Una volta partecipai a un dibattito pubblico con un giornalista. Dissi le mie ragioni, che aveva un significato importantissimo, anche per me, mentre il giornalista sosteneva che era anche bello, poi ci fu la votazione, e ovviamente vinsi io. In realtà Bossi non capisce niente, quando dice schiava di Roma, si sa che è la vittoria che è schiava di Roma, e anche il suo voler adottare il "Va pensiero" è un´altra fesseria della sua ignoranza, perché "Va pensiero" è il canto di una sconfitta, è il canto dell´esodo. Anche l´inno americano è bello, e poi c´è quello russo, quasi tutti sono più belli del nostro. In realtà, ci sarebbe un inno stupendo che è l´Inno a Roma di Puccini, ma è un inno a Roma e quindi a Bossi piacerebbe ancora meno».
(g.cast.) La Repubblica 23 luglio 2008

Il personaggio italiano più famoso, volato fino a Cleveland per farselo impiantare, lontano da occhi indiscreti, è Silvio Berlusconi. Prima di lui ne ha avuto bisogno il presidente Ciampi. Mentre Umberto Bossi ne utilizza uno di varietà diversa, un defibrillatore. Ma non sono i soli. Ogni anno in Italia sono almeno 50 mila i pazienti che chiedono venga impiantato loro un pacemaker. La Repubblica 20 giugno 2008, CARLO BRAMBILLA

Si candida a diventare l’intellettuale che manca alla Lega?
Vittorio Sgarbi « il mio progetto. Sappia che Bossi inizialmente parlava di "Padana": sono stato io a dirgli che quello era un aggettivo, che la parola giusta è "Padanìa". Peccato che lui si sia perso l’accento».Vanity Fair 4 giugno 2008, Sara Faillaci

Il leghista con l’orecchino, [matteo salvini] quello che per l’elezione del Parlamento Padano si è presentato con la lista Comunisti padani, che venera tre persone al mondo: "Umberto Bossi, Franco Baresi e Fabrizio De Andrè" e non disdegna le serate al Leoncavallo. […]Il monello del Carroccio non se la prende. "Sono in pochi a conoscere le grandi doti umane di Bossi. E poi, io le venero". Quasi un mistero religioso.
Maurizio Giannattasio, Corriere della Sera 26/4/2008

E Bossi? Raffaele Lombardo«Un mito. Uno che ha sacrificato un pezzo di sé per la politica. Ammiro i leghisti. Sì, anche Calderoli. Hanno sempre portato a casa qualcosa per la loro terra».
ALDO CAZZULLO, Corriere della sera 23 marzo 2008

Bossi non è mai venuto?
MARIA ANGIOLILLO: «Una volta sola d’estate. E quando siamo andati in giardino qualcuno chiamava da sopra: "Bossi, Bossi che fai?”. ”Lasciatemi in pace sono qui con Maria". In quell’occasione portava un vestito blu».
Che impressione le fece?
«Mi colpì. Un uomo semplice, ma politicamente preparato. Altri amici? Mario D’Urso o tra i giornalisti (che conosco tutti, forse perché mi ricordano la professione di mio marito) Alfonso Dell’Erario, Massimo Franco e anche Antonio Di Bella che tra l’altro suona bene anche la chitarra, e poi Carlo Rossella, Giuliano Ferrara, Paolo Mieli, Giulio Anselmi, Mauro Mazza e naturalmente Ferruccio De Bortoli, mio grande amico».
La Stampa 10 febbraio 2008, Alain Elkann

Che rapporti hai con Umberto Bossi, il tuo ex mentore?
IRENE PIVETTI: «Nessuno. Mi espulse dalla Lega in modo violento. Ma non ci penso. Il rancore è faticoso e non ci spendo neanche una caloria».
Giancarlo Perna, Il Giornale 4 febbraio 2008

•2007
OLIVO Rossella : un debole per Bossi (’Grande fiuto politico, tutto quello che aveva previsto sull’invasione islamica si è avverato”) [...]» (Roberto Rizzo, ”Corriere della Sera” 3/12/2007).

Veltroni che rimette una querela a Bossi, dopo l´ictus. La Repubblica 07/12/2007, FILIPPO CECCARELLI

BRESCIANI Luciano Carbonara di Po (Mantova) 28 marzo 1940. Cardiologo • «[...] Medico di Umberto Bossi, quello che portò il leader leghista dall’ospedale di Varese in quello svizzero di Sion. [...]» (’Corriere della Sera” 20/11/2007).

D’altra parte, commenta Umberto Bossi, «con la fede non si scherza. Sono cose che possono lasciare il segno tra la gente, un segno che può essere negativo».Marisa Fumagalli, Corriere della Sera 10/11/2007

Pertini non è mai stato amico della Lega. Il suo portavoce, Antonio Ghirelli, diceva: "Bossi è pericoloso".Il Giornale 14/10/2007, Stefano Lorenzetto

«Adesso con quella cravatta lo strozzo». Umberto Bossi minaccia il leader Udc Pier Ferdinando Casini, che al «matrimonio interetnico» sfoggia una vistosa cravatta verde leghista, dono di Roberto Maroni. Non per altro, spiega: «Il verde gli sta male».
Marco Cremonesi, Corriere della Sera 24/9/2007

Credieuronord, l´istituto fondato da Bossi, che su 40 milioni di impieghi ne aveva 8 di sofferenze.
Luca Pagni, la Repubblica 14/7/2007

«Dopo di me, penso a Roberto Maroni. nato come politico nella Lega e lo stimo molto». Parole di Umberto Bossi, in una intervista a Gente. Di successioni annunciate in Lega ne ho viste e sentite parecchie. Tutte ovviamente precedute da quel «intanto ci sono io».Gianluigi Paragone, Libero 11/7/2007

Verso Bossi TOSI ha maturato un severo distacco critico: ”Oltre che un grande politico, è l’unico statista di statura internazionale che abbiamo avuto nel dopoguerra, insieme con Berlinguer e forse Moro. Un uomo di visione prospettica, capace di guardare al di là del tempo, di dire dieci anni fa le cose che accadono oggi”. (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 17/5/2007).

Nel 2001 Pino daniele definì Umberto Bossi "un uomo di merda": «Siamo ancora in causa. A volte riesco a frenarlo, ma non sempre».Andrea Scarpa, Vanity Fair numero 17 3 maggio 07.

L’11 marzo grave malore per Umberto Bossi: il leader della Lega, colpito da scompenso cardiaco che crea danni neurologici, viene trasportato all’ospedale di Varese. Inizia una lunga battaglia per riacquistare la salute, e in giugno Bossi torna a parlare dai microfoni di Radio Padania. Corriere della Sera Magazine 26/04/2007, Aldo Grasso

•2006
E Bossi? Jean-Marie Le Pen«Erratico. Cambia idea troppo spesso, è difficile lavorare con lui. Poi ora è anche malato. Preferisco Romagnoli della Fiamma Tricolore. Ma la mia passione è Alessandra Mussolini. Simpatica, grintosa, bella, verace. Peccato per il nonno, un ex socialista... Comunque, creda a me, che di donne me ne intendo: meglio, molto meglio Alessandra di Ségolène».
Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 19/11/2006, pagina 13.

Oggi, in Europa, i quattro antisemitismi sono vivi e vivaci. Per esempio, Umberto Bossi è un antisemita nazista. Anni fa, venne intervistato alla televisione padana da un giornalista piccolissimo, umilissimo e adorante, che lo contemplava come se fosse insieme Gesù, Buddha e Martin Heidegger. Quando il giornalista gli chiese quali fossero le cause delle sventure del mondo, Bossi rispose (come Hitler) che tutti i mali derivavano dai banchieri ebrei di New York, i quali cercavano di corrompere con le droghe e gli emigranti maghrebini il sano sangue del popolo lombardo. Quanto agli antisemiti di sinistra, sono talmente tanti che non oso nemmeno nominarli. Ricordo soltanto una giovane, non so se casariniana o carusiana o agnolettiana, che proclamava ad alta voce: "Quelli che non ha ucciso Hitler, li ammazzeremo noi".La Repubblica 28/08/2006, pag.1-18 Pietro Citati

Umberto Bossi (riportate proprio da Repubblica): «Non sono contrario (all’ amnistia). è giusto dare speranze a chi sta dietro le sbarre».Clemente Mastella, la Repubblica 6/6/2006

A Porta a porta la partita si giocò con tre squadre in campo: Berlusconi e Fini, D’Alema e Dini (allora presidente del Consiglio) e in mezzo Umberto Bossi, che correva da solo. Tra me e Bossi ci fu una estenuante trattativa sulla collocazione della sua poltrona: doveva essere sistemata lontana da quella del Polo perché la Lega aveva causato la crisi di governo, ma non troppo a sinistra perché aveva una posizione formalmente autonoma. Bossi si trascinava la poltrona al centro e io cercavo di spiegargli che non poteva sedere al mio posto. Alla fine trovammo un ragionevole compromesso: da allora per i tecnici di studio di Porta a porta quella resta la «posizione Bossi». Il capo della Lega fu il vero vincitore della serata: lo slogan «Roma Polo, Roma Ulivo» gli fruttò il 10 per cento dei voti. Nel 2001 Berlusconi rifiutò il confronto con Francesco Rutelli. Sorteggiammo chi dei due dovesse avere l’ultima puntata utile di Porta a portae vinse il Cavaliere. Rutelli propose una forte riforma fiscale in favore delle famiglie, Berlusconi firmò il «contratto con gli italiani ». Chiedemmo di andare in entrambe le occasioni in prima serata, ma il presidente della Rai, Roberto Zaccaria, si oppose. Ci fu un ottimo ascolto, ma niente di comparabile a quello del primo confronto di quest’anno tra Berlusconi e Prodi. E il secondo? «Auguri per il 3 aprile» mi disse a sorpresa l’influente personaggio.
Bruno Vespa, Panorama 06/04/2006

•2005
Romanticherie di una volta
Tremonti&Siniscalco+Bossi seduti a un tavolo da Picchioni, la formidabile pizzeria dai prezzi altissimi a via del Boschetto, una traversa di via Nazionale, il menu sulla lavagna reca il nome di una pizza alla verdure – è la prima partendo dall’alto – intitolata ”pizza Meomartini”. E’ esattamente come quando erano ragazzi, ma adesso hanno la loro chance. Attualmente la pizzeria Picchioni ha smesso la sua attività.
Il Foglio 23/09/2005, pag.II-III Marco Ferrante

Mariano Apicella rivela i gusti degli ospiti di Berlusconi: «Tremonti mi chiede sempre "Luna rossa", Bossi "Maruzzella". A Putin piace "Torna a Surriento" ma anche "O sole mio". Blair si diverte con "That’s amore"».l’Unità 12/1/2005, pag. 19.

Diamo atto a Bossi di aver evitato intrugli, quella sera del 1995, quando per una cena poi memorabile (vi si organizzò il famoso ribaltone), accolse D’Alema e Buttiglione «con scatole di sardine e burro».Il Corriere della Sera 08/12/2005, pag.15 Fabrizio Roncone

•2004
Buttiglione ha paragonato Bossi a Hitler (Filippo Ceccarelli, ”La Stampa” 24/7/2004)

Un giudice di Milano ha condannato Giorgio Bocca a risarcire con diecimila euro Umberto Bossi per un’intervista uscita quattro anni fa su "Panorama", in cui il giornalista sosteneva che il leader della Lega «non sa usare Internet non per merito ideologico, ma perché è un cretino».La Stampa 23/12/2004, pag. 8.

L’allora ministro Umberto Bossi parla addirittura di "campagna di tv e giornali contro la madre di Samuele, fatta da chi vuole distruggere la famiglia"Aldo Grasso, "Corriere della Sera" 20/7/2004.

•2003
Berlusconi ha anche raccontato delle barzellette (tra cui quella: «Sapete come Bossi fa l’amore con la moglie?... La "lega" al letto»). "la Repubblica" 19/12/2003, pagina 2.

Erminio Enzo Boso, Celibe, ha scoperto la Lega nel ’91, durante un comizio di Bossi a Brescia. «Le ho dato tutto me stesso: la Lega è una fidanzata che pretende». Dice di Bossi: «Lo amo. Lo ascolto. Lo rispetto. l’unico che ti può insegnare». il primo politico ad aver bestemmiato in un Consiglio provinciale (5 marzo 2002 a Trento) (Concetto Vecchio, ”diario” 31/1/2003).

Bossi l’ha mai sgridata?
BORGHEZIO_ «Bossi non sgrida. Espelle. Io sono del Sagittario ma l’ascendente Bilancia frena la mia naturale vocazione a esagerare». […]Riuscirebbe a dire una cosa cattiva di Bossi?
«Certo. Ci mette troppo tempo a conoscere le persone. Non ha il sesto senso e spesso si è preso delle belle fregature».Claudio Sabelli Fioretti Sette, 27/11/2003

In effetti, Cassano Magnago - paese natale di Umberto Bossi - è lontano appena un chilometro.
Brunella Giovara La Stampa, 10/10/2003

Il ministro Bossi semplifica: «La Lega è come sempre un baluardo contro l’Islam. Come i veneziani a Lepanto. I profughi iracheni? Non li vogliamo, restino a casa loro!».
Aldo Cazzullo La Stampa, 20/03/2003

i ministri Bossi e Maroni suonavano in due diversi complessi, chitarra il primo, tastiere il secondo), (Maurizio Stefanini, "Libero" 30/8/2003) da pag. 14

Pubblicato in prima pagina sulla "Padania" del 23 agosto il «Cruciperfido», cruciverba dei leghisti. Tra le definizioni, «difendono Saddam», due lettere la risposta (Ds); «si comportano come i Ds in Parlamento», quattro (cani) e «servono ai loro intrallazzai», sempre quattro (Coop). Il sessantaquattro orizzontale chiede per undici lettere «a braccetto con i sinistri» (clandestini); il quarantaquattro per tre di meno «lo vuole il Sud d’Italia» (spennare il Nord). Definizione positiva solo per il leader del Carroccio: per cinque lettere «così è Bossi» (leone). G.L.F., "Panorama" 4/9/2003 pagina 22.

Nuova idea della Compagnia De Calza, che da 24 anni organizza i festeggiamenti per il Carnevale di Venezia: mettere all’asta alcuni cimeli appartenuti a vip dello spettacolo, della politica e dello sport per racimolare fondi. Tra i lotti: la canottiera bianca che Umberto Bossi indossava al raduno leghista di Pontida del 1998 (850 euro), un paio di calzettoni usati di Alex Del Piero, una camicia di Maurizio Costanzo, un paio di stivali di Massimo Cacciari. "Panorama" 19/6/2003 pagina 25.

Il gesto dell’ombrello, col duplice significato di minaccia e di rivalsa, il preferito dagli italiani. Al Festival di Sanremo lo ha fatto quest’anno Luciana Littizzetto e, prima di lei, Anna Oxa e Aldo Busi. Sul campo di calcio: il portiere Pastine, Bergomi, Baresi, Mazzone, Capello e la signora Valeria Cecchi Gori. In politica il leader leghista Umberto Bossi è un pioniere (cominciò nel 1989) e un habitué. HannoFilippo Ceccarelli, "La Stampa" 10/3/2003, pagina 10.

•2002
Peppe Massimo, titolare di un bar a Ceppaloni (patria di Clemente Mastella), ha avuto l’idea di creare una serie di panini ispirati ai politici italiani («La cosa funziona più o meno così: perché non diamo un bel morso sulla capoccia del Cavaliere?»). In lista, il Berlusconi (doppio hamburger, mozzarella, prosciutto crudo e lattuga), il Mastella (pomodoro, lattuga, melanzane, provola), il Bossi (prosciutto crudo, provola, rucola), il Buttiglione (salsiccia, scamorza e funghi). Essenziale il Ciampi (prosciutto crudo e scamorza), più robusto il Bertinotti (wurstel, provola affumicata e melanzane). Presenti anche il Clinton (porchetta, hamburger, mozzarella e maionese), il Bush (wurstel, crauti e tabasco) e il Blair (tonno, mais, pomodoro, rucola e mozzarella). Giancristiano Desiderio, "Sette" 12/9/2002

E i politici che ti sono antipatici?
Antonio Ghirelli,«Umberto Bossi e Rosy Bindi. Bossi è pericoloso. Ha un grande talento politico e nessuna cultura politica. Rosy Bindi è intollerante e fondamentalista. Mi è molto simpatico Bertinotti per quella sua aria dandy che bilancia l’eccesso delle opinioni».
Claudio Sabelli Fioretti Sette, 4/04/2002

«D’Alema tiene Berlusconi per i cogl... e cerca di tenere anche me per le palle», spiega Umberto Bossi a una intervistatrice. Gian Antonio Stella Corriere della Sera, 24/12/2002

•2001
Gli eurodeputati più assenteisti sono Berlusconi, Bossi, Casini, Fini, Buttiglione, seguiti da alcuni esponenti del centro-sinistra (Mastella, Bertinotti, Rutelli, Boselli, Veltroni e Cossutta). Pietro Petrucci su L’Espressod el 15/3/2001 a pagina 58.
In cima alla classifica dei Parlamentari più assenteisti della legislatura appena conclusa c’è Umberto Bossi, presente solo allo 0.93 per cento delle sedute del Senato. M.Cal. su la Repubblica del 9/3/2001 a pagina 8.

•1998
«Bossi di federalismo non capisce nulla. Lo lasci dire a me, che gli sono stato vicino a lungo» (Gianfranco Miglio sulla ”Stampa” di martedì 4 agosto 1998).

I deputati che hanno collezionato il maggior numero di procedimenti sono Vittorio Sgarbi 51 e Umberto Bossi 38, anche il presidente del Consiglio D’Alema ne ha 2 in attesa di giudizio. Donatella Stasio, ”Il Sole-24 Ore” 20/10/1998

•1997
Sempre D’Alema e Buttiglione, invitati a casa di Umberto Bossi trovarono pancarré, due lattine di birra, una coca e due scatole di sardine. Gian Antonio Stella, Sette, 18/7/97

Redditi mensili netti di alcuni deputati: Umberto Bossi: 11.799.000; MF, 21/10/1997

•1996
Fra le amicizie di Haider in Europa quella con Umberto Bossi. Tito Sansa, Aldo Rizzo, Ferdinando Camon, Fernando Mezzetti, La Stampa, 14-15-16/10/1996;

•1995
Pizza. Altri maniaci della pizza: Bossi, Miglio (che a casa sua mi fece trovare pizzette napoletane in forma quadrata), ecc. Villaggio globale n. 31, Sette 09/02/1995

•1994
”Sono un barbaro” (Bossi). (da "Insultopoli" di Gianfranco Lotti, Sonzogno 1994).

SENZA ANNO:
"L’immigrazione selvaggia è l’iceberg che farà affondare questo sghangherato Titanic che è l’Italia di oggi" (Umberto Bossi sull’’Espresso” di venerdì 19 marzo).
"Il cavaliere non vincerà mai più" (Umberto Bossi sul ”Corriere della Sera” di sabato 17 aprile).
"Bossi è il vero alleato dei post comunisti. Se la sinistra governa in Italia, lo si deve soltanto a lui" (Silvio Berlusconi su liberal del 9 aprile).
"Preferisco uno che accarezza i soldi, anziché scambiare lo Stato con Dio" (Umberto Bossi sulla ”Stampa” di giovedì 6 maggio).
"Il primo dovere morale di un leghista è votare leghista" (Umberto Bossi sulla ”Stampa” di giovedì 13 maggio)
"Non sempre un uomo è quello che è sempre stato" (Umberto Bossi sulla ”Stampa” di mercoledì 19 maggio).
"Noi siamo in corsa per superare bene lo sprint dei ducento metri. Le europee sono il traguardo dei dieci metri. Contano i cento metri, le regionali. E i duecento metri, le politiche" (Umberto Bossi sul ”Corriere della Sera” di sabato 5 giugno).
"Oggi è chiaro che noi siamo un partito territoriale" (Umberto Bossi sulla ”Repubblica” di lunedì 14 giugno).
"Non sempre un uomo è quello che è sempre stato" (Umberto Bossi sulla ”Stampa” di mercoledì 19 maggio).
"Io non voglio fare il segretario di un partito qualunquista" (Umberto Bossi sulla ”Repubblica” di martedì 15 giugno).
"Non saremo noi a allearci, saranno gli altri a chiedercelo" (Umberto Bossi sulla ”Stampa” di domenica 4 luglio).
’Ci credono in crisi. Li obbligheremo a sputare sangue” (Umberto Bossi sul ”Corriere della Sera” di venerdì 13 agosto).
"Ormai c’è solo un’alternativa: Nord libero sì oppure Nord libero no, questione settentrionale padana oppure schiavitù. Non si può più far finta, non si può continuare ad essere schiavi e allo stesso tempo essere contenti di partecipare a tutti i giochetti" (Umberto Bossi sulla ”Stampa” di sabato 21 agosto).
"Se avessi un figlio tossicodipendente certe merde viventi andrei a liquidarle da solo" (Umberto Bossi sulla ”Stampa” di lunedì 13 settembre).
"Devo picchiare duro perché il tiranno è crudele. E noi dobbiamo essere ancora più crudeli" (Umberto Bossi sul ”Giorno” di domenica 26 settembre).