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 2010  luglio 14 Mercoledì calendario

CARTA PER VOCE ARANCIO


In tutto il mondo si producono 394 milioni di tonnellate di carta in un anno. Il 39% viene dall’Asia, il 29% dall’Europa occidentale, il 26% dal Nordamerica, il 5% dall’America del sud. In Europa, il maggior produttore di carta è la Germania (23,2%). L’Italia (al pari della Francia) rappresenta il 9,5% della produzione europea (dati Assocarta 2009).

In Italia le imprese che fanno la carta sono 139, hanno 180 stabilimenti e 21.800 dipendenti.

Negli ultimi anni c’è stata una contrazione della domanda e sono diminuite le quotazioni delle materie prime per la produzione di carta. Per esempio la cellulosa di eucalipto è passata da 780 dollari di fine 2007 a 840 di aprile-luglio 2008, per poi subire continui ribassi fino a 500 dollari di febbraio 2009. Stesso andamento per la carta da macero, che ha conosciuto una crescita di quotazioni nel periodo 2006-2008 per poi crollare nel 2009.

Le cartiere italiane nel 2009 hanno prodotto 8,4 milioni di tonnellate di carta, per un fatturato di poco superiore ai 6 miliardi di euro con una contrazione rispettivamente dell’11,2% e del 16% rispetto al 2008. Paolo Culicchi, presidente di Assocarta: «Nel confronto con il livello massimo di produzione e fatturato toccati nel 2007, le nostre imprese hanno perso ben oltre 1,7 milioni di tonnellate di produzione e 1,6 miliardi di euro di fatturato, riportando il settore alla fine degli Anni 90. Se poi consideriamo il cartario come primo anello della filiera produttiva editoria, carta, stampa e trasformazione, il fatturato, che nel 2007 aveva superato i 42,6 miliardi di euro, è sceso a poco più di 35,1 miliardi nel 2009, con una contrazione complessiva di 7,6 miliardi di euro e una contestuale perdita di 10 mila addetti, sempre per il biennio 2007-2009, che si triplica se consideriamo l’indotto».

Dati sulla carta in Italia: 759.000 tonnellate servono per stampare i quotidiani; 3.507.000 tonnellate vengono usate per libri, nei settori grafici e per gli articoli di cartoleria; 795.000 per usi sanitari e igienici; 3.684.000 tonnellate per fare cartone ondulato; 650.000 per fabbricare astucci e scatole pieghevoli; 1.203.000 per prodotti da imballaggio e incarto. Altri usi: 450.000 tonnellate (dati Assocarta).

Ogni italiano in un anno consuma 185,3 chili di carta e cartone.

In Europa si consuma il 26% della carta igienica prodotta. Ogni anno se ne usano 13 chili a testa, corrispondenti a 22 miliardi di rotoli (635 volte il viaggio dalla Terra alla Luna e ritorno).

Il fazzoletto di carta fu inventato nel 1924: si chiamava Kleenex e serviva per struccare il viso delle signore. Lo lanciò la Kimberly-Clark. L’uso di soffiarcisi il naso si affermò piano piano: solo nel 1983 comparvero i fazzoletti tascabili.

Come si fa la carta. I tronchi di legno vengono privati della corteccia e spappolati (pulping). La pasta che si ottiene viene sbiancata con cloro o biossido di cloro. Con questa pasta si possono fare balle di cellulosa (che saranno utilizzate come materia prima dalle cartiere), oppure si passa alla formazione dei fogli. Per fare i fogli la polpa viene stesa su una sorta di tavola e pressata per togliere tutta l’umidità. Infine il foglio viene asciugato da una grande macchina essiccatrice. La carta riciclata si produce alla stessa maniera, solo che il pulping si fa tritando non tronchi d’albero, ma balle di carta pressata proveniente dalla raccolta differenziata. La polpa viene filtrata per togliere impurità, gli inchiostri sono eliminati grazie ad alcuni solventi. Alla pasta così ottenuta si aggiunge un po’ di cellulosa vergine (proveniente dal legno) e poi si procede con la stesura, la pressatura e l’essiccamento.

La carta fu inventata in Cina intorno al 105 a.C. (si attribuisce al funzionario di corte Cai Lun). Inizialmente si usavano i bozzoli del baco da seta, poi sostituiti da steli di bambù, scorza di gelso e fibre di canapa. Questi materiali si mettevano a macerare con acqua, la poltiglia che ne risultava era setacciata e messa ad asciugare, infine schiacciata con un rullo. un procedimento così semplice che si può fare anche in casa.

AzzeroCO2 calcola che in Italia tra fatture e bollette si spediscono di 2,8 miliardi di fogli di carta. Evitando l’invio di questi materiali si risparmierebbero 14 milioni e mezzo di euro (e 12 mila tonnellate di CO2) per il solo acquisto di carta. Dal punto di vista del bilancio serra sarebbe come piantare 17.143 alberi. Poi ci sono gli atti prodotti dalla pubblica amministrazione centrale: 110 milioni di documenti che danno origine a 160 milioni di registrazioni e all’archiviazione di 147 milioni di documenti. Solo passando all’archiviazione elettronica si risparmierebbero almeno 2,2 milioni di chili di carta, 1.900 tonnellate anidride carbonica e 3 milioni di euro. Infine inviando per posta elettronica i cedolini degli stipendi ai dipendenti pubblici e privati si eviterebbe l’immissione in atmosfera di 1.000 tonnellate di gas serra e la spesa di 1 milione e 165 mila euro nell’acquisto di carta. In realtà chi riceve una bolletta via e-mail è costretto a stamparla, per conservarla come documentazione. Si tratta dunque semplicemente di uno spostamento dei costi, scaricati sul consumatore.

Altra proposta di AzzeroCO2: bloccare lo spreco di carta stampata inutilmente negli uffici privati. Per ogni dipendente il valore giornaliero di stampe inutili è passato da 3 a 8 pagine al giorno dal 2007 al 2009. Una disattenzione che a livello complessivo vale qualcosa come 116 milioni di pagine evitabili ogni anno, per un costo che si aggira sui 145 milioni di euro.

La maggior parte del legno usato per fare la carta proviene da legname di sfoltimento degli alberi e dai residui di altre industrie, come le segherie. In Europa, inoltre, si usa legno proveniente da foreste certificate (Fsc, Pefc), create appositamente per l’industria, dove gli alberi sono piantati in un processo continuo. Tra l’altro, la gestione delle foreste promossa dall’industria cartaria fa sì che per un albero tagliato ne vengano piantati tre (secondo dati Cepi e Fao le foreste europee aumentano di 8,7 metri cubi ogni secondo).

Tra il 1990 e il 2008 le cartiere europee hanno ridotto del 42% le emissioni di CO2 per tonnellata di carta prodotta. Teresa Presas, direttore generale di Cepi: «Anche la crescita del riciclo si è rilevata per il settore più veloce della produzione: dal 1991 ad oggi si registra un +56% nella produzione e un +123% nell’utilizzo di macero. Basti pensare che entro quest’anno, in Europa, saranno riciclati più di 2.000 Kg di carta ogni secondo».

Il 49% delle materie prime per l’industria cartaria in Italia è costuito da carta da macero, il 34% da fibra vergine, il 17% da additivi non fibrosi.

Per produrre una tonnellata di carta vengono utilizzati 31 metri cubi d’acqua (erano 100 alla fine degli anni Settanta). Nel 2007 il settore in Italia ha usato 312 milioni di metri cubi d’acqua, proveniente per il 90% dal riciclo: solo il 10% è costituito da acqua fresca.

Nel 2007 l’industria cartiera in Italia ha consumato 8,09 terawattora (TWh) di energia elettrica.

In Italia la differenziata di carta e cartone, nel 2009, è cresciuta del 5,2%. Sono stati raccolti oltre 3 milioni di tonnellate di carta e cartone (150mila in più del 2008) pari a 52,6 kg di media procapite (+2,7 kg rispetto al 2008). Nello stesso anno, 4 imballaggi di carta e cartone su 5 sono stati gettati nella raccolta differenziata e riciclati. Dal 1999 al 2009 la differenziata di carta e cartone è cresciuta da 250 mila a oltre 3 milioni di tonnellate. In valori assoluti, sono state avviate a riciclo 23,3 milioni di tonnellate di materiale. Grazie a questa crescita, si è evitata la costruzione di 196 nuove discariche (dati Comieco, luglio 2010).

Il nord Italia è traino nazionale nella raccolta differenziata di carta con un aumento di 76mila tonnellate rispetto al 2008 (+4,3%), ma è il sud a registrare l’unico incremento a due cifre (+11,8%) grazie a circa 60mila tonnellate in più raccolte. Il centro ha registrato invece un incremento di oltre 17mila tonnellate (+2,6% sul 2008). In Campania la raccolta di carta e cartone è aumentata del 20,3% e, in termini assoluti rispetto al 2008, si è registrato l’incremento quantitativo maggiore rispetto al 2009 (+30.707 tonnellate). In Lombardia la cui raccolta sfiora le 600.000 tonnellate (il 20% circa di quella nazionale), in crescita dello 0,9%. In Liguria 84.188 tonnellate raccolte e una crescita dell’11,3%, in Piemonte +8,8% e quasi 350.000 tonnellate. Toscana: 315.000 tonnellate raccolte e un incremento dell’1,7%. Nel Lazio il tasso di crescita è basso: +1,9%, la metà rispetto al 2008.

Nel mondo si vendono circa 3 miliardi di libri ogni anno. Il che comporta un disboscamento di 9.316.770,1 alberi, se si considera un libro lungo mediamente 250 pagine.

Un albero di pino produce 365 kg di polpa, che si trasformano in 80.500 fogli di carta.

Molti scrittori hanno aderito al progetto di Greenpeace, ”Scrittori per le foreste”. In pratica hanno chiesto alle case editrici di pubblicare i loro libri su carta «non proveniente da foreste primarie» (cioè aree boschive di alto valore ambientale, con concentrazione di biodiversità o caratterizzate da ecosistemi in via di estinzione). Tra gli autori: JK Rowling, Isabel Allende, Gunter Grass, Niccolò Ammaniti, Andrea De Carlo, Stefano Benni ecc.

L’esigenza di non sprecare la carta può sostenere le vendite di e-book e iPad, su cui leggere giornali e libri. Il blog di pubblicitari Silicon Alley ha calcolato che il New York Times spende 644 milioni di dollari l’anno solo per stampare su carta il giornale e consegnarlo a edicole e abbonati. Invece il Kindle di Amazon costa 359 dollari: inviando un lettore a ciascuno degli 830.000 lettori abbonati, il New York Times spenderebbe all’incirca 300 milioni di dollari: meno della metà delle spese di stampa e distribuzione.

In realtà questo passaggio implica alcuni punti oscuri, primo fra tutti quello delle inserzioni pubblicitarie. Il giornalista Vittorio Zambardino: «La pubblicità sui dispositivi di lettura in mobilità è ancora un mistero: non si sa quanti investitori sarebbero disposti a spenderci, non si sa quanto varrebbe, non si sa nemmeno come inserirla in modo valido nel design dei giornali che vi vengono visualizzati».

Non è neppure certo che risparmiando la carta si darebbe una mano all’ambiente. Per fare un foglio di carta A4 sono necessari 12,5 Wh: con la stessa energia si tiene acceso un computer per circa 6 minuti. Per fare un foglio di carta A4 si emettono 3,4 grammi di CO2. Con una ricerca su Google 3,5.

Uno studio dello Swedish Royal Institute of Technology ha calcolato che la lettura su carta può comportare il 20% in meno di emissione di CO2 rispetto alla lettura online. Una persona che legge un quotidiano di carta in Europa consuma l’equivalente di 28 Kg di CO2 all’anno, mentre un lettore online per la durata di 30 minuti al giorno ne consuma 35 Kg. Continua lo studio: per produrre 200 Kg di carta – utilizzo medio annuo di un cittadino italiano ed europeo – sono necessari 500 KWh di energia: quanta ne servirebbe per tenere in stand by l’insieme delle apparecchiature domestiche di una famiglia media per un anno intero.

Secondo stime Onu del 2005, i rifiuti elettronici prodotti annualmente nel mondo sono tra 20 e 50 milioni di tonnellate, pari al 5% di tutti i rifiuti solidi urbani e sono in continuo aumento. Si calcola invece che la fibra di cellulosa venga riciclata in media 6-7 volte.

Poi ci sono le abitudini e le resistenze dei lettori, che sembrano essere ancora molto amanti della carta. Secondo una ricerca dell’Ohio State University gli studenti che leggono testi sul computer trovano maggiori difficoltà di comprensione e considerano i contenuti meno interessanti e convincenti rispetto agli studenti che leggono lo stesso testo su carta. stato inoltre provato che leggere online diminuisce la velocità di lettura del 30%, così come calano (-50%) la comprensione e la memorizzazione.