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 2010  luglio 12 Lunedì calendario

CINA. WOLKSWAGEN PRIMA. LA VERA GARA SI GIOCA QUI

Il programma d i Volkswagen prevede di costruire dieci milioni di auto entro il 2018. Comprende i risultati in Cina, dove il gruppo tedesco ha immatricolato l’anno scorso 1,39 milioni di vetture ed è in testa alle vendite. Al secondo posto si trovano i coreani Hyundai-Kia con 810 mila pezzi. Il primo costruttore cinese, Chery, è solo in settima posizione, con 470 mila unità.
L’anno scorso sono state vendute nel Celeste Impero, in totale, poco più di 8 milioni di macchine, il quadruplo del 2004. La sola regione di Pechino rappresenta l’equivalente di una nazione europea (ad esempio la Spagna con un milione di unità). La Cina ormai è il riferimento di tutte le strategie industriali, con 23 marchi e 40 industrie locali che si contendono il mercato.
Martin Winterkorn, pres i d e n t e d e l gruppo Volkswagen, ha dichiarato che la Cina diventerà il loro primo mercato mondiale: «Raddoppieremo la nostra capacità in Cina, sino a produrre 3 milioni di veicoli all’anno, entro il 2014». Saranno investiti 6 miliardi di euro prima del 2012 e introdotti 20 nuovi modelli. Nel 2013 inizierà la costruzione in loco anche di auto elettriche, grazie all’inaugurazione dello stabilimento di Foshan, decimo impianto cinese di Volkswagen e settimo realizzato con la collaborazione del partner Faw. Con un investimento di 520 milioni, occuperà 170 ettari per una produzione di 300 mila pezzi all’anno, con 4 mila persone.
Nel primo trimestre del 2010 il gruppo tedesco ha ancora superato gli obiettivi, con le due joint ventures Shanghai-Vw e Faw-Vw. Ai clienti della Cina continentale e di Hong Kong sono state consegnate 460 mila macchine, il 60,9% in più dello stesso periodo dello scorso anno. Gli altri non stanno a guardare.
La ripresa di Gm
La General Motors nel primo semestre 2010 ha immatricolato in Cina più auto che in America: 1,2 milioni di vetture, +14,3% sul 2009. Ora contende a Volkswagen la leadership. Ha l’obiettivo di targare almeno 2 milioni di macchine.
Il gruppo Honda ha venduto l’anno scorso 565 mila auto e ha costruito una rete d’imprese per produrre parti e componenti. Alcune sono compartecipate, altre interamente controllate.
Toyota (600 mila pezzi nel 2009), con l’alleata Guangzhou, produrrà un modello ibrido dal 2011. E Nissan (520 mila auto nel 2009) ha appena presentato la Leaf, primo veicolo totalmente elettrico, per il mercato di massa. Il presidente Carlos Ghosn punta al primato mondiale nelle zero emissioni.
Il gruppo Psa ha appena presentato la Peugeot 408, berlina a tre volumi, variante della 308: conta di venderne 100 mila all’anno. E ha aperto una fabbrica nello Stato di Wuhan, per produrre 100 mila Citroën C5 all’anno.
La strada coreana
I coreani della Hyundai stanno introducendo la Verna, nata per soddisfare specificamente le esigenze dei clienti cinesi: verrà prodotta nell’impianto di Pechino. Mentre Kia ha portato la Carnival, minivan in joint venture con Dongfeng Yueda.
Mercedes ha invece siglato con la Byd un accordo per produrre localmente auto elettriche, con investimento iniziale di oltre 70 milioni.
La riscossa di Volvo
La capacità di produzione delle fabbriche cinesi supererà i 30 milioni di veicoli nel 2015, ma gli stabilimenti sono lontani dall’essere saturati. Si calcola che, a quella data, il solo mercato interno richiederà 20-25 milioni di auto. Geely, fresca dell’acquisizione di Volvo, punta a incrinare la supremazia di Audi nelle vetture di lusso, quadruplicando le vendite del marchio svedese in cinque anni. E Chery non si accontenta più del suo 5% del mercato interno. Vuole esportare quest’anno 100 mila veicoli in Russia, Ucraina, Malesia, Tailandia, Sudamerica del Sud e Africa.
Bianca Carretto