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 2010  luglio 13 Martedì calendario

STADI STRAORDINARI E SICUREZZA DA RIVEDERE. SUDAFRICA PROMOSSO

I Mondiali dell’entusiasmo. Sepp Blatter li aveva presentati così quando la Fifa decise di portare per la prima volta la Coppa del Mondo in Africa. Lo sono stati? Non quanto ci aspettavamo. In compenso l’organizzazione del Sudafrica, che pensa di candidarsi ai Giochi del 2020, ha presentato meno problemi del previsto forse perché ne prevedevamo troppi. E quelli che ci sono stati spesso li ha provocati la struttura della medesima Fifa.
BIGLIETTI 6,5
Ci si è scandalzzati per i bigletti falsi. La Sasol Oil, la compagnia petrolifera sudafricana, ha denunciato che molti ospiti erano rifiutati negli stadi perché avevano tagliandi non emessi dalla Fifa. Il Sudafrica c’entra ben poco. I truffatori sono in maggioranza europei e il ticketing era sotto la sorveglianza della Fifa che evidentemente ha controllato poco. Comunque, le truffe e il bagarinaggio sono più consistenti in Champions League, ad esempio per partite come Inter-Barcellona.
STRADE 7,5
Una sorpresa piacevole: le autostrade tra le città principali sono di ottimo standard: da Johannesburg a Durban (700 chilometri) in sei ore comode e con poco traffico. Da Johannesburg a Nelspruit, dove l’Italia giocò con la Nuova Zelanda, si va in meno di quattro ore. Sono state la migliore alternativa all’aereo. L’unico neo il traffico tra Johannesburg e Pretoria, la zona di maggiore concentrazione urbana e del Mondiale. Nonostante le cinque corsie per ciascun senso di marcia era spesso intasata.
TRASPORTI PUBBLICI 4
Un disastro. La rete ferroviaria è arretratissima: per andare da Città del Capo a Durban bisogna transitare per Johannesburg, come se da Reggio Calabria a Napoli si passasse per Milano. Inadeguati i pullman. Nella prima fase il Mondiale ha pagato anche lo sciopero degli autisti con relativi problemi.
AEREI 5
Da uscirne con i nervi a pezzi nonostante il servizio eccellente e un discreto livello degli aeroporti. Il neo è stato nelle prenotazioni: troppe volte l’aereo risultava pieno ma alla partenza non lo era. Altro nodo difficile la poca frequenza di voli dalle città meno importanti (come Nelspruit o Blomfontaine) con un’offerta rara o nulla di collegamenti diretti senza passare per Johannesburg. Due i grandi tilt. A Durban per la semifinale tra Germania e Spagna il caos ha impedito a molti di arrivare in tempo per la partita; il giorno di Olanda-Brasile a Port Elisabeth sono saltati per 4 ore i computer all’aeroporto di Johannesburg con ritardi mostruosi e nessuno che spiegava ai passeggeri cosa stava succedendo. Problematici anche i rientri in Europa.
STADI 8
Belli o bellissimi come si diceva per quelli di Italia ”90. Questi sono molto belli davvero: a Durban e a Cape Town sono avveniristici, a Nelspruit il tocco d’Africa è delizioso. Peccato che qualcuno farà la fine del Delle Alpi, altri resteranno inutilizzati o, nel caso di Durban, trasformati in attrazione turistica, con una cremagliera che porterà sul tetto e le corde per il body jumping. Sai che affare, con quanto sono costati.
SICUREZZA 3
Se ne è parlato tanto alla vigilia e se n’è vista poca. I metal detector degli stadi potevano essere attraversati da un terrorista di Al Qaeda e probabilmente non se ne sarebbe accorto nessuno. La troupe di una radio italiana è riuscita ad entrare nello spogliatoio del Paraguay prima della partita di Città del Capo. In generale nelle zone riservate alle squadre poteva accedere chiunque, anche se dovrebbero essere tra le più protette.
ACCESSIBILITA’ 8
Il rovescio della medaglia. Con quei controlli non c’era da snervarsi in code interminabili come in Italia dove tra tornelli e verifiche del biglietto spendi le ore e sequestrano di tutto tranne i petardi e le bombe carta introdotte per altre vie. Rispetto alla rigidità dei tedeschi o degli americani nel’94 si è vissuto con meno stress: anche quando eri sprovvisto di lasciapassare, ai posti di blocco permettevano il transito per arrivare almeno allo stadio.
VOLONTARI 6
Sorridenti, disponibili, disinformati. Quando serviva un’indicazione dovevi essere bravo a cercarla da solo ma chi ti diceva di non saperne nulla lo faceva con una delicatezza e una cortesia disarmanti.
ENTUSIASMO 6
E’ stato il Mondiale in Africa e non dell’Africa. Fino a quando è rimasto in corsa il Ghana la popolazione ha partecipato emotivamente, poi c’è stata un’attenzione freddina. L’Africa è rimasta sullo sfondo, si è fatto poco per farla conoscere nel bene e nel male: c’è chi se ne va convinto di essere stato in qualche posto tra i più brutti degli Usa.