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 2010  luglio 13 Martedì calendario

EOLICO E MASSONERIA, UN COMITATO D’AFFARI NUOVO E ANTICHISSIMO

All’inizio tutti avevano pensato alla cricca. All’ennesimo accertamento sulla banca del coordinatore del Pdl Denis Verdini, ai rapporti economici con l’amico d’infanzia Riccardo Fusi, toscanaccio come lui. Perché se il costruttore Fusi era alla disperata ricerca di una sponda politica per entrare nel giro dei «Grandi Eventi» gestiti da Angelo Balducci, la banca di Verdini poteva essere il posto giusto per i dovuti approfondimenti investigativi. Errore. La seconda perquisizione dei carabinieri nella sede del Credito Cooperativo Fiorentino di Campi Bisenzio - datata 4 maggio 2010 - svelava un’altra storia. Non la cricca. Ma il primo atto pubblico di un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo.
La banca di Verdini
Si scopre quel giorno che c’è un’indagine su una specie di comitato d’affari. L’obiettivo è lanciare il business dell’eolico in Sardegna. Per riuscirci servono leggi apposite, alleanze trasversali, investimenti e lavoro nell’ombra. L’ipotesi di reato su cui lavora la procura di Roma è la stessa dell’altra inchiesta: corruzione. E il punto di convergenza sembra proprio Denis Verdini con la sua banca. Gli indagati hanno nomi meno evocativi, a parte il faccendiere Flavio Carboni, già noto per altri 28 processi e una sola condanna a 8 anni e 6 mesi per bancarotta fraudolenta nell’ambito del crac del Banco Ambrosiano. Sono il sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo, il costruttore Arcangelo Martino, il consigliere provinciale di Iglesias Pinello Cossu, il direttore generale dell’Arpa Sardegna Ignazio Farris, il magistrato tributario Pasquale Lombardi. Tutti accusati di concorso in corruzione. Ma si capisce presto che nell’inchiesta di Roma, rimasta per diciotto mesi sotto traccia e senza fughe di notizie, i nomi che contano sono altri. E l’eolico è solo un piccolo pezzo del quadro.
La prima reazione di Denis Verdini non si discosta da quelle successive: «Quello che sta accadendo mi sembra una follia. Scopro dai giornali di essere indagato. un’operazione di violazione costante del segreto istruttorio, ma io non voglio sottostare a processi mediatici. Mi sento tranquillo, mi attengo ai fatti. Ci sarà qualche telefonata, ma certamente nulla di sostanziale. Perché io non avevo responsabilità di governo o funzioni, quindi non potevo incidere. Sono pronto a confrontarmi al più presto con i magistrati». Verdini non è ancora stato convocato in procura. Ma nel frattempo la storia si è complicata molto. E anche il governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, è stato iscritto nel registro degli indagati.
L’associazione segreta
Giovedì 8 luglio è il giorno degli arresti. Finiscono in carcere Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi. Si aggrava anche la pozione di Denis Verdini. All’accusa di corruzione si aggiunge quella di associazione segreta «volta a condizionare gli organi costituzionali». la violazione della legge Anselmi, che impedisce la costituzioni di logge segreta. La legge anti P2. Così si scopre che il comitato d’affari interessato a mettere le mani sull’eolico in Sardegna, secondo gli investigatori, si occupava anche di altro. Le intercettazioni telefoniche documentano sei incontri avvenuti a casa Verdini. Non ci sono solo gli arrestati. Partecipano anche il senatore del Pdl Marcello dell’Utri, il capo degli ispettori ministeriali Arcibaldo Miller e l’ex presidente dell’associazione magistrati Antonio Martone. Discutono di come influenzare la Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi sul Lodo Alfano. Progetti falliti: «Perché le istituzioni pubbliche hanno dimostrato di restare impermeabili ai concreti tentativi di condizionamento illecito», scrive il gip.
Emergono altri «lavori» confezionati dall’associazione segreta. Pressioni sul Csm per la nomina di un giudice. Un falso dossier a base di trans per screditare il governatore della Campania Stefano Caldoro. All’ideazione avrebbe partecipato anche l’assessore campano Angelo Sica, che infatti finisce fra gli indagati. Insieme ad altri due nomi eccellenti: il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino. Ed ecco l’ultima novità di ieri: hanno tentato di avvicinare anche i magistrati impegnati nell’inchiesta sui Grandi Eventi. Quelli dell’eolico in sostegno di quelli della Cricca. Sembra la chiusura del cerchio.
 la nuova P3?
Carboni in cella legge Schopenhauer: «Sono il più assolto d’Italia. Ne uscirò pulito anche questa volta». Verdini trattiene a stento la rabbia: «Ma non scherziamo! La P2 era una cosa seria. Questa è davvero un’altra storia. Non ho mai fatto nulla di illecito in vita mia».