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 2010  luglio 13 Martedì calendario

E LA CRISI TAGLIA I FLUSSI MIGRATORI


Meno stranieri regolari in Eu­ropa. Tra gli effetti della cri­si c’è anche l’arresto del­l’immigrazione ’buona’, quella che si radica in modo permanente e pro­duttivo nei Paesi ospiti, incremen­tandone indici demografici e forza la­voro. il dato registrato dall’Ocse e presentato ieri insieme al rapporto sulle previsioni per il 2010 dell’immi­grazione internazionale (Internatio­nal Migration Outlook 2010).

L’immigrazione regolare di tipo per­manente – circa 4,4 milioni di stra­nieri nel 2008 – è infatti calata del 6%, il primo declino dopo cinque anni di crescita media in ragione dell’11%. E se tale calo – come ha precisato l’Oc­se stessa – si è riscontrato in un nu­mero limitato di Paesi ed è stato una conseguenza dei flussi particolar­mente alti verificatisi nel 2007, cio­nondimeno è continuato nel corso del 2009.

La flessione più evidente è stata regi­strata nei programmi di immigrazio­ne temporanea destinati ai lavorato­ri: nel 2008, oltre 2,3 milioni di lavo­ratori immigrati temporanei sono giunti nell’area Ocse, una riduzione del 4% dopo quattro anni di crescita stabile.Tanto che secondo il rappor­to, se le percentuali migratorie persi­stessero per lo più ai livelli attuali, la popolazione in età lavorativa dell’area aumenterebbe dell’1,9% tra il 2010 e il 2020, rispetto all’8,6% di crescita os­servata tra il 2000 e il 2010. Un dato al­larmante, proprio per i Pesi ospiti. Senza contare che tra il 2003 e il 2007, il 59% della crescita demografica è sta­ta dovuta proprio all’immigrazione: gli immigrati, per intendersi, rappre­sentano fino a un terzo della nuova popolazione in età lavorativa.

Di qui l’appello dell’Ocse in previsio­ne della ripresa economica: « im­portante ricordare – ha commentato il segretario generale Angel Gurria – che gli immigrati contribuiscono in modo importante all’economia na­zionale. Le attuali difficoltà economi­che non dovrebbero essere usate co­me una scusa per limitare eccessiva­mente l’immigrazione. importante che le politiche per l’immigrazione abbiano delle prospettive a lungo ter­mine: con la ripresa economica gli im­migrati saranno nuovamente neces­sari».